Il Maggiolino ha avuto successo in passato ma ha deluso con la prima riedizione del 2000. Il Beetle 2011 ha le caratteristiche per sfondare?
Il Maggiolino ha avuto successo in passato ma ha deluso con la prima riedizione del 2000. Il Beetle 2011 ha le caratteristiche per sfondare?
Versatile, economica e poco assetata. Queste erano le caratteristiche richieste da Hitler a Ferdinand Porsche nei primi anni trenta per l’auto destinata a motorizzare la Germania. Un’auto prodotta ininterrottamente per 65 anni in oltre 21,5 milioni di esemplari e apprezzata in tutto il mondo per essere un’icona prima ancora che un veicolo.
Il merito di tanto successo è da ricercare innanzitutto nel suo stile semplice e immediatamente riconoscibile. Poche linee tondeggianti che garantiscono una buona abitabilità interna e risultano anche simpatiche, tanto da farle guadagnare affettuosi soprannomi in tutto il mondo: Kafer, Coccinelle, Maggiolino o Maggiolone, tutti nomi che evidenziano la somiglianza con lo scarabeo o la coccinella.
Il successo commerciale, però, il Volkswagen Beetle non se l’è conquistato solo con la simpatia: c’erano anche la buona affidabilità, la scarsa manutenzione e, soprattutto, il prezzo d’acquisto accessibile. Ed era quasi inevitabile che un “marchio nel marchio” come il Maggiolino per Volkswagen venisse riproposto. Rispolverare i miti del passato è un’operazione commerciale che le Case automobilistiche hanno fatto sempre più spesso nell’ultimo decennio. Un po’ per la difficoltà di creare prodotti realmente innovativi in un mercato competitivo come quello attuale e un po’ perché il richiamo al passato diventa l’occasione per fare un prodotto più originale dei modelli generalisti.
Se però il modello storico è molto forte, c’è il rischio di commercializzare solo una brutta copia dell’auto che fu. E questo è l’errore in cui incappò la Volkswagen alla fine degli anni Novanta, quando ripropose il “primo” New Beetle. Dal punto di vista del design l’interpretazione poteva piacere o meno, ma era sicuramente interessante. Il prezzo però – ben distante dalla filosofia delle origini – non era commisurato ai contenuti e aspetti come la qualità, l’abitabilità e i propulsori non erano sufficienti per una vettura che voleva distinguersi nel suo segmento.
Così arriviamo al presente: oggi (18 aprile) con un evento in contenporanea a Shanghai, Berlino e New York è stato presentato il nuovo Beetle 2011, il maggiolino del 21esimo secolo. Rappresenta il terzo capitolo nella storia del Volkswagen Beetle, un capitolo che prende atto degli errori della passato recente, ma punta a ripetere i successi di quello più remoto.
Un’auto che punta a soddisfare il cliente “premium” innanzitutto con i contenuti: una dotazione tecnologica molto completa (ESP di serie, fari bi xeno, tetto panoramico, keyless system e radio specifica), una abitacolo di migliore qualità, e motori tecnologici ed ecocompatibili (fino a 23 km con un litro dichiarati per il 1.6 TDI). A questo si aggiungono gli immancabili richiami al passato sia dentro che fuori, pur con delle variazioni sul tema (vedi la forma del parabrezza e del tetto). Riuscirà ad emulare il primo Beetle o si limiterà ad accontentarsi del modesto successo del secondo? Nei prossimi anni sarà il mercato a darci la risposta.