Ford e il sindacato Usa United Auto Workers hanno raggiunto un accordo: investimenti da 16 miliardi di dollari e 12.000 nuovi assunti.
Ford e il sindacato Usa United Auto Workers hanno raggiunto un accordo: investimenti da 16 miliardi di dollari e 12.000 nuovi assunti.
Ford e il sindacato statunitense United Auto Workers hanno raggiunto un accordo relativo al contratto dei dipendenti e al programma di crescita dell’azienda americana.
Sul piatto ci sono investimenti per 16 miliardi di dollari da qui al 2015 da destinare a stabilimenti di Usa, Messico, Cina e Giappone per la progettazione e la produzione di componenti e di veicoli nuovi o ridisegnati, per migliorare la competitività del brand a stelle e strisce nel mondo.
Ma questo accordo significa molto di più: oltre a coprire i 41.000 dipendenti attualmente in forza all’azienda fondata da Henry Ford, prevede la creazione di 12.000 nuovi posti di lavoro nel giro di 4 anni, rispetto ai 6.250 previsti soltanto pochi mesi fa.
Dal quartier generale del Michigan non sono stati rese note ulteriori informazioni sull’accordo salvo che i nuovi lavoratori saranno assunti con cosiddetto “contratto di ingresso”, che prevede un salario di circa la metà rispetto a un operaio con diversi anni di esperienza alle spalle. Ai nuovi assunti, comunque, è stata concessa una paga oraria innalzata di 2-3 dollari l’ora, al livello di quella dei pari funzioni di General Motors, il cui contratto è stato rinnovato 2 settimane fa.
Bob King, numero uno della Uaw, ha detto che le assunzioni saranno fatte fin da subito e saranno completate già alla fine del 2012. Secondo alcuni analisti, il contratto siglato da Ford e dalla Uaw è leggermente più favorevole rispetto a quello di GM, per il fatto che il costruttore non è andato in bancarotta nel 2009, come invece fece quest’ultimo. Altra curiosità: a differenza dei colleghi di Chrysler e di GM, i dipendenti il cui contratto è appena stato rinnovato non hanno mai dovuto rinunciare al diritto di sciopero qualora le negoziazioni si fossero arenate.
Fra le cosiddette “big three” statunitensi ora manca solo la Chrysler di Marchionne: le trattative con i sindacati sono ancora in stallo e il contratto delle maestranze (firmato nel 2007) è stato temporaneamente prorogato fino al 19 ottobre.