L’azienda investe 1 miliardo per le nuove linee: dal 2 aprile cinquemila addetti in cassa integrazione straordinaria per ristrutturare l’impianto.
L’azienda investe 1 miliardo per le nuove linee: dal 2 aprile cinquemila addetti in cassa integrazione straordinaria per ristrutturare l’impianto.
C’è finalmente un accordo tra la Fiat e i sindacati per la cassa integrazione straordinaria che permetterà la ristrutturazione dello stabilimento di Mirafiori.
Nella mattinata di ieri l’azienda ha illustrato ai delegati di Fim, Uilm, Fismic, Ugl, Associazione quadri e Capi Fiat le varie fasi dei lavori, che si svolgeranno dal 2 aprile 2012 al 30 settembre 2013 e costeranno oltre 1 miliardo di euro. Domani, presso la Regione Piemonte, ci sarà la ratifica dell’intesa.
La cassa integrazione, che verrà anticipata dal Lingotto fino al rimborso dell’Inps, sarà a rotazione e, nel frattempo, continueranno a uscire dalla fabbrica le vetture Alfa Romeo MiTo e, in base alle richieste, Fiat Idea e Lancia Musa. Gli operai durante questo periodo seguiranno anche dei corsi di formazione sulle nuove linee che a partire dalla fine del 2013 realizzeranno una nuovo modello Fiat e uno Jeep.
Grande soddisfazione da parte dei sindacati. «Si tratta di una svolta, un cambio di marcia. È il primo risultato dopo l’accordo di dicembre. L’azienda ci ha anche spiegato che saranno effettuate delle modifiche delle linee rispetto a quelle montate a Pomigliano per correggere degli errori. Ci hanno anche garantito la massima attenzione all’ergonomia», ha dichiarato Claudio Chiarle, segretario Fim.
Gli fanno eco Maurizio Peverati (Uilm): «Si parte già a aprile, siamo molto soddisfatti per la conferma degli investimenti» e Vincenzo Aragona (Fismic): «Come alla Bertone così anche a Mirafiori partiranno gli investimenti. Mirafiori vivrà ancora per molti anni e noi lo avevamo sempre detto che Marchionne avrebbe mantenuto gli impegni».
Unica voce fuori dal coro quella di Federico Bellono, della Fiom, che critica le scelte dell’ad Fiat: «Male ha fatto a non convocare le Rsa da noi nominate così come sbaglia a non riconoscerle».