Qualora Fiat-Chrysler dovesse spostare negli Usa la propria sede, Mirafiori perderebbe occupazione soprattutto nel settore dei colletti bianchi.
Qualora Fiat-Chrysler dovesse spostare negli Usa la propria sede, Mirafiori perderebbe occupazione soprattutto nel settore dei colletti bianchi.
Se il gruppo Fiat-Chrysler diventasse americano e lì trasferisse il suo quartier generale, lo stabilimento torinese di Mirafiori verrebbe notevolmente ridimensionato ma comunque non scomparirebbe. E’ questo lo scenario di massima previsto dagli addetti ai lavori per lo storico impianto del costruttore italiano che limiterebbe il proprio raggio d’azione al solo mercato europeo.
A risentirne maggiormente non sarebbero tanto le tute blu, occupate fin dal prossimo anno ad assemblare i due Suv che il piano Marchionne ha destinato allo stabilimento, ma i colletti bianchi che lavorano nel settore finanza, commerciale, acquisti e progettazione. E’ soprattutto questo ultimo settore – che a partire dagli anni ’90 è stato dato in outsourcing ad aziende dell’indotto fino a creare un “sottobosco” di forza lavoro valutabile in 10.000 unità – quello che potrebbe risentire maggiormente del paventato cambio di direzione.
Il piano potrebbe prevedere che all’ombra della Mole si effettui la parte dei progetti delle auto utilitarie (fra cui la 500, la Panda e la Punto) e lasciando al sito del Michigan quella dei veicoli di gamma alta. Divisione anche per quanto riguarda le auto ecologiche: quelle elettriche (ancora da venire) andrebbero negli Usa mentre quelle a metano resterebbero a Torino, visto che il loro mercato è situato principalmente in Europa e in Italia in particolare.
Nel frattempo, i sindacati e le forze politiche di ogni schieramento sono attente a prevenire eventuali mosse, che potrebbero portare a dei drastici tagli occupazionali nel settore.