Fissata la data del referendum tra le tute blu di Grugliasco. Ma per la Fiom è un doppio ricatto e un voto non libero.
Fissata la data del referendum tra le tute blu di Grugliasco. Ma per la Fiom è un doppio ricatto e un voto non libero.
Si terrà i prossimi 2 e 3 maggio, presso le Officine ex Bertone di Grugliasco, il referendum che permetterà ai dipendenti di esprimersi riguardo al piano che Fiat ha in programma per lo stabilimento. L’ipotesi del consenso dei lavoratori per l’accordo si è fatta strada dopo il fallimento delle trattative tra i sindacati riuniti e l’amministratore delegato Sergio Marchionne: a spingere in questa direzione l’avversione della Fiom all’ipotesi dell’azienda di applicare per Grugliasco una soluzione simile a quelle di Pomigliano e Mirafiori, per la quala la sigla sindacale ha già presentato un ricorso presso la magistratura di Torino.
A partire da mercoledì, è annunciata una serie di assemblee per presentare agli operai il testo dell’accordo sottoposto dall’azienda ai sindacati e lunedì 2 maggio, alle ore 10, si riuniranno tutti i dipendenti prima dell’inizio del voto. I lavoratori distaccati nei siti di Verrone, di Volvera, di None e presso gli Enti centrali di Mirafiori andranno a votare a Grugliasco, mentre i 115 dello stabilimento Sevel in Val di Sangro, Abruzzo, probabilmente esprimeranno senza spostarsi le loro preferenze, che verranno trasportate per lo spoglio a Torino in un’urna sigillata.
Se vincerà il sì, la Fiom firmerà l’accordo e non salterà l’investimento ipotizzato da Marchionne per produrre nelle Officine alcuni modelli Maserati. «La nostra posizione non cambia: i referendum sono legittimi quando sono liberi e quando non riguardano materie indisponibili», ha spiegato il segretario generale della Fiom Maurizio Landini. «I lavoratori della ex-Bertone invece sono sottoposti a un doppio ricatto. Da un lato, il ricatto della Fiat di non fare più l’investimento, dall’altro quello di ritornare alla procedura concorsuale da cui sono stati rilevati». Landini specifica come le Rappresentanze sindacali unitarie dello stabilimento, nelle quali la Fiom ha la maggioranza, abbiano conservato la loro autonomia e non saranno lasciate sole dalla sigla.
Più favorevole alla mediazione Giuseppe Farina, segretario generale della Fim Cisl, per il quale «la Fiom si è infilata in un buco nero. È un’organizzazione allo sbando e, comunque vada, perderà la partita. Si è aperta una vera e propria divaricazione», prosegue Farina, «tra il buon senso delle Rsu e l’irrazionalità e l’ideologismo con cui il gruppo dirigente sta affrontando il rapporto con la Fiat. Chi promuove un referendum normalmente dà un’indicazione di voto a favore, è assurdo che in questo caso non si dia alcun orientamento. Noi diremo di votare sì, sono ottimista sull’intelligenza e il buon senso dei lavoratori».