Anche per il Cavallino Rampante potrebbe replicarsi il meccanismo attuato con Fiat, dando però maggior controllo alla famiglia Agnelli.
Anche per il Cavallino Rampante potrebbe replicarsi il meccanismo attuato con Fiat, dando però maggior controllo alla famiglia Agnelli.
Sulla scia di quanto avvenuto con Fiat Industrial, anche per Ferrari i vertici del gruppo potrebbero mettere in atto una scissione aziendale che vedrebbe la casa del Cavallino Rampante separata dal resto degli asset del Lingotto, rimanendo tuttavia sotto il controllo della famiglia Agnelli attraverso la Exor, holding di controllata con il 30,4%.
Sebbene sia ancora tutto da confermare, al momento non sembra prendere corpo l’ipotesi di un’offerta pubblica iniziale – cioè la quotazione nel mercato regolamentato – allo scopo di finanziare l’operazione di controllo definitivo di Chrysler.
L’ipotesi scorporo per Ferrari vedrebbe secondo le ultime indiscrezioni l’assegnazione agli azionisti Fiat di un titolo Ferrari, probabilmente sotto forma di dividendo in carta. L’operazione, così come pianificata, ridurrebbe tuttavia il valore del gruppo che si priverebbe di uno dei suoi tasselli più rappresentativi e redditizi sul piano economico.
La cosa potrebbe però funzionare se il business della Formula Uno crescesse; in questo caso la famiglia Agnelli potrebbe avere un controllo più stretto sul marchio Ferrari, con tutti i benefit del caso. A rendere tutto meno facile tuttavia è l’incastro di controlli e percentuali all’interno del gruppo. A differenza di Fiat Industrial infatti, Fiat controlla Ferrari al 90%, mentre il restante 10% è nelle mani di Piero Ferrari (figlio di Enzo Ferrari).
La scissione in altre parole comporterebbe il riacquisto di questo 10% o la stipula di un accordo di natura sindacale che resti al di sopra del 30% per evitare di dover lanciare un’offerta pubblica di acquisto (Opa) in un secondo momento.