Nel cuore della regione francese dell’Alvernia si trovano le radici dell’importante costruttore di pneumatici
Nel cuore della regione francese dell’Alvernia si trovano le radici dell’importante costruttore di pneumatici
A Clermont-Ferrand anche i tram viaggiano su gomma. Corrono silenziosi sulla loro monorotaia e supportati da coperture in gomma. Poteva essere diversamente nella città dello pneumatico? Stiamo parlando di un centro storico e industriale situato nel cuore della regione francese dell’Alvernia a circa 150 km dalla più conosciuta Lione. È la città dei vulcani. Nella zona se ne contano un’ottantina e proprio di fronte a Clermont spicca il puy de Dòme, il cratere più alto che domina su tutti. Ma il vero simbolo di Clermont-Ferrand è il mitico Bibendum, in Italia conosciuto semplicemente come “omino Michelin”. Perché qui, nel 1889, i fratelli André ed Edouard Michelin si sono uniti in società per fondare l’omonima fabbrica. Da quel momento in poi sarà un’incredibile e inarrestabile scalata al successo e all’affermazione mondiale nel settore degli pneumatici.
Inevitabile, quindi, che la città di Clermont-Ferrand – nata dall’unione di Clermont e Montferrand e che attualmente ospita oltre 300mila abitanti – viva completamente all’ombra della grande fabbrica. Il rapporto tra la Michelin e il territorio è solido e decisamente amichevole. L’azienda ha sempre contribuito al suo sviluppo: ci sono le case costruite per i dipendenti, lo stadio è intitolato a Marcel Michelin, molte opere e iniziative pubbliche sono supportate dal colosso della gomma. Michelin ha sempre mantenuto qui il cuore e la mente delle sue attività. Il quartier generale si trova nel complesso di Les Carmes, poi c’è l’impianto industriale di Cataroux ed infine il dipartimento di ricerca e sviluppo di Ladoux.
A Les Carmes il comando delle operazioni
La struttura è quasi anonima. Un grande palazzo che si sviluppa in larghezza piuttosto che in altezza. Eppure il cervellone Michelin lavora in queste stanze. All’interno è severamente proibito fotografare, vige il più assoluto riserbo.
Alla guida dell’azienda ci sono i tre gerenti: Michel Rollier, Didier Miraton e Jean-Dominique Senard. Sotto di loro lavora il consiglio di amministrazione composto da 7 membri, a sua volta coadiuvato da un team di 8 supervisori. Tutte le strategie partono da qui per attivare le quattro principali linee di prodotto supportate da un unico centro tecnico diviso in 5 impianti in Europa, nord America e Asia. Clermont-Ferrand è il fulcro delle otto zone geografiche nelle quali opera Michelin: Europa, Europa Orientale, nord e sud America, Africa-India-Medio Oriente, Australia, Cina, Giappone-Corea.
Tra modernità e innovazione, a Les Carmes non si dimenticano però le antiche origini, simboleggiate dalla presenza di una parte del primo impianto industriale Michelin risalente alla seconda metà dell’800. Molto interessante è anche la Serra che, con una grande vetrata, si affaccia all’esterno dell’edificio principale. Una vera serra botanica nella quale sono allevate alcune rare specie di piante tropicali dalle quali si estrae il lattice, materia prima fondamentale per la formazione della gomma e quindi degli pneumatici.
A Cataroux si fabbrica dal 1920
Questo è l’impianto principale di Clermont-Ferrand. Attivato nel 1920, oggi si sviluppa su 50 ettari di terreno e occupa circa 2500 dipendenti. Pochi rispetto agli oltre 100mila che Michelin ha in tutto il mondo, ma una buona parte dei 12mila che si contano a Clermont-Ferrand.
A Cataroux si studiano e realizzano i processi di fabbricazione e industrializzazione, c’è un reparto di ricerca e sviluppo concentrato sulla gomma sintetica (il lattice naturale è una fonte esauribile), ci sono gli uffici di informatizzazione e amministrazione. Non manca nemmeno la vera produzione. Da Cataroux, ogni anno escono 465mila pneumatici. E che pneumatici. Il 5% di questi è della fascia alto di gamma, 60mila sono quelle per le vetture storiche e 350mila sono quelli “pregiati” per le competizioni, vero fiore all’occhiello di Michelin. Tra questi ultimi, ben 8.000 vengono realizzati specificatamente per la 24 Ore di Le Mans.
Attualmente, la produzione degli pneumatici è quasi completamente automatizzata e robotizzata. I controlli sono però scrupolosi e avvengono sotto gli occhi umani di persone che analizzano le singole unità scartando quelle difettose. Per la produzione degli pneumatici particolari – come quelli da competizione – il processo è invece interamente controllato dall’uomo. Ogni pneumatico viene “assemblato” dagli operai specializzati secondo un procedimento che sembra un rito.
Le nuove maestranze vengono addestrate nelle sale dell’Ecole du Pneu, dove si apprendono le sequenze esatte che portano alla realizzazione del famoso e insostituibile oggetto tondo e nero. Si tratta sostanzialmente di un procedimento diviso in tre fasi, ognuna delle quali adotta un macchinario specifico. Con la PAP si prepara lo pneumatico applicando gli strati di prodotto che formano la carcassa. Con la BNS si procede all’assemblaggio gonfiando la carcassa per applicare gli anelli metallici esterni e applicando infine il battistrada. Il procedimento finale è quello della vulcanizzazione, la vera e propria cottura del copertone per stabilizzare tutte le componenti. La vulcanizzazione di un pneumatico per un’automobile media dura circa 15 minuti: 10 per la parte esterna e 5 per quella interna.
La visita di Cataroux non è ancora terminata, perché manca ancora l’interessante Aventure Michelin, il museo della fabbrica. È stato completamente rinnovato nel 2004 e si presenta su più livelli divisi in sette spazi espositivi che corrispondono alle tematiche “La mobilità nel 1890 – L’arrivo della gomma a Clermont”, “Viaggiando nell’aria – La gomma è il futuro”, “Un genio per la pubblicità – Gli pneumatici Michelin si bevono gli ostacoli”, “Il mondo sulla carta – Seguire la guida, grazie”, “La rivoluzione radiale – La Michelin su tutto ciò che si muove”, “L’importanza della gomma – L’enciclopedia dello pneumatico” e “I misteri della camera… d’aria – Uno pneumatico inesauribile”.
A Ladoux gli esami non finiscono mai
Siamo alle porte di Clermont-Ferrand, ormai in aperta campagna. Quello di Ladoux è uno dei 5 siti sparsi nel mondo che fanno capo direttamente al centro tecnico Michelin. Vi lavorano 3500 persone ed occupa una superficie di 450 ettari con uffici, officine e laboratori e soprattutto con 19 piste per un totale di 41 km di lunghezza destinati ai test di aderenza, rumorosità, confort, durata e comportamento.
Il centro è sorto nel 1965, quando venivano effettuate le prime prove di usura degli pneumatici, e qui oggi si spende buona parte dei 500 milioni di euro che ogni anno l’Azienda destina alla ricerca. E sempre qui, ogni anno, si consumano oltre 70mila pneumatici per i test. Ricerca, sviluppo e industrializzazione sono i cardini dell’attività che si svolge a ritmo serrato a Ladoux. L’unica produzione è quella di pneumatici sperimentali e delle coperture per le Bugatti Veyron.