Greenpeace punta il dito contro i biocarburanti: causano cambiamenti climatici, deforestazione e l’estinzione di animali.
Greenpeace punta il dito contro i biocarburanti: causano cambiamenti climatici, deforestazione e l’estinzione di animali.
“Metti (l’estinzione di) una tigre nel motore”: è iniziato così il duro attacco rivolto da Greenpeace contro l’unione Europea e l’utilizzo di biocarburanti. Secondo l’associazione ambientalista, il diesel venduto nelle pompe di benzina europee sarebbe la causa di cambiamenti climatici, deforestazione e l’estinzione di animali rari come la tigre di Sumatra.
L’accusa di Greenpeace è nata dopo aver raccolto, in nove paesi della comunità europea, 92 campioni di diesel dalle stazioni di servizio delle principali compagnie petrolifere, come Esso, Agip e Shell. Il laboratorio tedesco specializzato nelle analisi dei carburanti ha confermato come il diesel europeo venga miscelato con biocarburanti dannosi per l’ambiente, ovvero quelli prodotti da soia, colza e olio di palma.
Com’è possibile che il biodiesel possa essere un pericolo per l’ambiente, nonostante le minori emissioni inquinanti prodotte? Semplice: per avere a disposizione vaste piantagione di colza o soia, la foresta pluviale viene disboscata senza il minimo scrupolo ambientalista.
Naturalmente ci sarebbe una legislazione che vieta la pratica della deforestazione per la produzione di biocarburante ma, come sempre più spesso accade, fatta la legge “trovato l’inganno”. Come denunciato da Greenpeace, il divieto viene aggirato grazie alla procedura del “cambio indiretto di destinazione d’uso”. L’operazione è semplice: convertendo il suolo forestale viene convertito in terreni alimentari, per poi essere legalmente trasformati in piantagione di biocarburante.
«Gli italiani che si preparano per lunghi viaggi in macchina per le ferie estive, senza saperlo, faranno il pieno di cambiamenti climatici, deforestazione ed estinzione di specie» spiega Chiara Campione, responsabile della Campagna Foreste di Greenpeace Italia. «servono subito leggi che limitino l’uso di quei biocarburanti che distruggono clima e foreste e favoriscano soluzioni più efficienti. Bisogna incentivare il biodiesel a basso impatto ambientale: dunque coltivazioni locali, che non richiedono l’uso di pesticidi e crescono con poca acqua. Solo a queste condizioni di veramente parlare di biodiesel».