Anni 60, 70 e 80 in rassegna, nel meeting “Da Dagenham a Colonia”. Riflettori puntati sull’espansione Ford in Europa, con l’esposizione ragionata di Anglia, Consul, Taunus P6, Escort MkI, Capri, Fiesta MkI e Scorpio.
Gli anni 60 hanno coinciso, nell’Europa automobilistica, con il “boom” della motorizzazione che, seppure in modalità differenti fra le nazioni del “Vecchio Continente”, ha mutato in maniera radicale usi e costumi da nord a sud e nell’occidente europeo (i mutamenti socio-politici nei Paesi orientali sarebbero arrivati in decenni successivi). Gli anni 70, complici le grandi crisi internazionali e l’ondata di penetrazione dei colossi giapponesi, contribuirono ad una prima strategia di delocalizzazione degli impianti di produzione, per giungere ad obiettivi di maggiore diffusione delle Case auto in Europa (secondo processi di gestione industriale “ereditati” dal capitalismo nord americano). E gli anni 80 coincisero con una ulteriore evoluzione delle tecniche industriali adottate nel decennio precedente, a loro volta al centro della massiccia fase di automazione e sviluppo dell’elettronica che ne hanno segnato il periodo.
Tre decenni-chiave nella storia delle grandi industrie, sotto i riflettori domenica scorsa nell’esposizione di una antologia di modelli Ford storici che si è svolta nei locali di “Pianosottozerogarage” di Roma, struttura dedicata al “garaging” di vetture storiche e sportive.
Il meeting, organizzato da Vintage Ford Roma (sodalizio che ad ogni fine estate anima il raduno Ford d’epoca a Sperlonga, uno dei più apprezzati dagli enthusiast dell’Ovale Blu del centro-sud) e sviluppato da Vincenzo Spanò, Maurizio Orsini e Virgilio Perrotti, portava nel proprio titolo “Da Dagenham a Colonia” un interessante excursus storico – raccontato da Gaetano Cesarano, direttore editoriale di Motori.it – sulla presenza Ford nei due grandi complessi industriali europei, collocati rispettivamente in Germania (Colonia) e oltremanica (Dagenham, sito produttivo celebrato, sette anni fa, nel film “We Want Sex” che raccontava il primo sciopero di un reparto femminile nella Gran Bretagna di fine anni 60), che dal loro avvio di produzione – tra la fine degli anni 20 e l’inizio degli anni 30 – hanno significato, per il colosso di Detroit, i due “quartier generali” della presenza Ford in Europa.
“Sul campo”, vale a dire relativamente ai veicoli del Vintage Ford Roma esposti nei locali di Pianosottozerogarage, il meeting ha visto la presenza di dieci vetture, come detto fabbricate in un arco di tempo compreso fra gli anni 60 e gli anni 80, a rappresentare – sotto forma di narrazione ragionata, modello per modello, l’evoluzione delle modalità industriali scelte da Ford per la sua definitiva affermazione anche nei mercati europei.
Per gli anni 60, il parterre delle Ford d’epoca al meeting romano era rappresentato da Anglia 105E De Luxe (1963), Consul Capri De Luxe (1963), Anglia Torino (1966), OSI 20M TS (1968) e Taunus 15M TS (1968). Per gli anni 70, erano presenti Escort 940 De Luxe (1970), Capri 2300 GTXLR (1970), Capri 1600 GTR (1973). Il decennio degli “80”, infine, è stato animato da Fiesta 1.1 Ghia (1981) e Scorpio 2.8 4×4 Ghia (1986): una rassegna di Ford storiche appartenenti ai più vari segmenti di mercato, dalle “utilitarie” di più piccole dimensioni (oggi si direbbe “citycar”) alle berline medie, ai modelli più sportivi, alle “ammiraglie”.
Anni 60: Anglia, Consul, OSI-Coupé, Taunus
La carrellata inizia, anche per motivi… di anzianità anagrafica, proprio con una “piccola”: la “baby” Ford per eccellenza degli anni 60. Ultima erede di una longeva dinastia, Ford Anglia 105E, dal caratteristico disegno simmetrico fra la parte anteriore del corpo vettura e il lunotto ad inclinazione negativa, venne prodotta in quasi 1,3 milioni di esemplari fra l’ultimo scorcio degli anni 50 e la seconda metà degli anni 60 (a sostituirla, nel 1968, arrivò la leggendaria Escort). Linee morbide e, per i dettami europei, piuttosto anticonformiste (notevole l’eredità di stile dalla produzione americana) sottolineano l’appeal di Ford Anglia 105E, equipaggiata con un nuovo – per l’epoca – motore da 997 cc a valvole in testa. Ford Anglia 105E, venduta anche in configurazione “station wagon” o “Estate” (in Italia con la denominazione “Quattrostagioni”) è ricordata dagli appassionati di competizioni per essere stata, durante tutti gli anni 60 e, nelle gare club, anche nei decenni successivi, una vera e propria palestra sportiva per due generazioni di ambiziosi piloti, complici anche le numerose possibilità di elaborazione alla robustissima meccanica che, nelle versioni “rivedute e corrette” da Cosworth (unità motrice leggendaria anche nella Formula 3 da 1.000 cc) arrivò a superare i 100 CV/litro.
Nello stesso periodo (prima metà degli anni 60), a Dagenham venne prodotta la più grande – come dimensioni – Consul, che per alcuni mesi condivise il segmento di appartenenza con la nascente Cortina. Ford Consul, declinata nelle varianti “Classic” e “Capri” (rispettivamente berlina e coupé) nei codici 109E (1961 e 1962, motori da 1.340 cc) e 116E (1962 e 1963, cilindrata 1.500 cc) che distinsero anche le scatole del cambio e i componenti dello sterzo – seppure identiche nell’evoluzione stilistica -, ha rappresentato per la Ford di oltremanica un concetto di vettura di qualità, purtroppo giunta sul mercato con un certo ritardo. I primi studi stilistici erano infatti iniziati nel 1956, con Colin Neale, e terminarono nel 1959. In più, il grande successo di Anglia ridusse la capacità produttiva a Dagenham, tanto da rinviare di altri due anni il debutto sul mercato di Consul Classic.
Interessante progetto di “delocalizzazione” (e uno dei primi in ambito automotive) di un’autovettura in base ad una specifica destinazione, Ford Anglia Torino venne sviluppata su disegno commissionato a Ghia prima e a Giovanni Michelotti successivamente, su decisione dell’allora direttore generale Ford Italia, Filmer Paradise, con l’obiettivo di proporre sul mercato italiano un modello che fosse maggiormente vicino ai gusti degli automobilisti “nostrani” rispetto alla più “esotica” Anglia 105E, rispetto alla quale – e per motivi di costi – mantenne invariata la meccanica, la scocca, le porte e il parabrezza. La produzione, avviata fra il 1964 e il 1965, dopo l’anteprima al Salone di Torino, venne affidata alla OSI-Officine Stampaggi Industriali. In totale, Ford Anglia Torino venne venduta in 10.007 esemplari in Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Ebbe anche una parentesi sportiva (più “promozionale” che agonistica in senso stretto): la partecipazione ufficiale (cioè patrocinata da Ford Italia) al Rally dei Jolly Hotels 1965, un “Giro d’Italia” automobilistico che nell’autunno di quell’anno si svolse fra Palermo e Trieste in diverse tappe consecutive.
Prima della celebre Ford Capri che ha contrassegnato l’immagine coupé dell’Ovale Blu negli anni 70 e fino all’inizio degli anni 80, Ford europea mise in cantiere un modello sportivo che fosse in grado di rivaleggiare con la concorrenza nazionale ed estera nel settore delle coupé, allora particolarmente in auge. La “matita” di Sergio Sartorelli (OSI) creò, nel 1966, la Ford 20 M TS OSI Coupé, una coupé a quattro posti, dalle linee elegantemente “all’italiana” e su pianale e meccanica tedeschi (Ford 20 M TS con motore 2.3 V6 da 126 CV). Inizialmente prevista esclusivamente per la Germania, la nuova coupé di Ford – che faceva leva su prestazioni nel complesso sufficienti ad assicurarsi una buona fetta di appassionati, finiture diffusamente di alto livello e un prezzo concorrenziale: 2.500.000 lire in Italia – venne poi esportata anche in Francia, Belgio, Paesi Bassi, Svizzera, Austria e, appunto, Italia, dove giunse al principio dell’autunno 1967. Purtroppo, un quasi immediato indebolimento finanziario da parte di OSI, causato dalle notevoli spese sostenute negli anni precedenti per la realizzazione delle varie “concept”, portò i vertici di Officine Stampaggi Industriali a chiudere in maniera definitiva la propria Divisione automotive, per proseguire esclusivamente nel settore degli stampi industriali: ciò portò all’interruzione del brevissimo “ciclo di vita” di Ford-OSI Coupé, che avvenne nel 1968 dopo appena 2.200 unità costruite.
A conclusione del prolifico decennio “Sixties” per Ford, la rassegna “Da Dagenham a Colonia” ha visto l’esposizione di una Taunus 15M TS del 1968, berlina a trazione anteriore prodotta (sia nella sigla 12M che come 15M, entrambe inserite nella denominazione “Taunus P6”) fra il 1966 e il 1970 in configurazione berlina a due e quattro porte, station wagon tre porte e coupé due porte, e con motorizzazioni (tutte a quattro cilindri a V) da 1.305, 1.498 e 1.699 cc. L’esemplare esposto a Roma fa, quindi, parte della lineup 1.5. Diretta concorrente di Opel Kadett e, come riferimento di mercato, Volkswagen Maggiolino, Ford Taunus P6 poneva fra i propri atout un generoso spazio interno, risultante dall’adozione di una meccanica “tuttoavanti” e dalla conseguente assenza del tunnel trasmissione.
Anni 70: Escort, Capri
Gli anni 70 di Ford nell’esposizione “Da Dagenham a Colonia” di Pianosottozero Garage si sono aperti con uno dei modelli-simbolo per la dinastia europea dell’Ovale Blu: Ford Escort, che in queste settimane celebra i cinquant’anni dal debutto commerciale. Originariamente progettata quale erede della popolare Anglia, Ford Escort fu un immediato bestseller, anche in virtù della produzione estesa, dal Regno Unito, al Belgio e, successivamente, alla Germania. Meccanica eccezionalmente robusta e solida (motore a 4 cilindri con albero a camme laterale e distribuzione ad aste e bilancieri con trazione posteriore), sospensioni a schema “classico” (ponte rigido posteriore con balestre a foglia longitudinali) e avantreno tipo McPherson, Ford Escort MkI debuttò sul mercato (1968) negli allestimenti “Base”, da 940 cc, e De Luxe, da 940 e 1.100 cc., in versione berlina a due e quattro porte, subito seguita dalla variante “station wagon” a tre porte 1.100 cc. Non si contano i successi sportivi per Ford Escort, ancora oggi competitiva nelle gare club e per auto storiche: migliaia di vittorie, nei rally e nella categoria Turismo, portano Escort, prodotta fino all’inizio del nuovo millennio, a condividere il titolo di vettura più vittoriosa in assoluto con Porsche 911.
Sulla scorta dell’expertise – seppure “effimero” – maturato con la OSI Coupé e, soprattutto, motivati dall’enorme successo riscontrato oltreoceano dal modello Mustang, i vertici Ford europei decisero, all’alba degli anni 70, di allestire una propria gamma di modelli sportivi più in linea con le esigenze del Vecchio Continente. Il risultato fu la Ford Capri, esposta in anteprima al Salone di Bruxelles del gennaio 1969. Obiettivo principale: replicare ed arricchire l’ottimo gradimento riscontrato dalla piccola berlina Escort già nei suoi primi mesi di messa in produzione. Anch’essa costruita in Gran Bretagna, Belgio e Germania, Ford Capri – che debuttò in Italia nel 1970 – venne proposta nelle cilindrate 1.300, 1.600, 1.700 cc, 2.000 cc, 2.300 cc, 2.600 cc, 3.000 cc, in tre serie successive (1969-1974, 1974-1977, 1977-1986) non soltanto in Europa, ma anche in Australia, Sudafrica e nord America. Due gli esemplari presenti a Roma: una 2300 GTXLR del 1970 (livello più elevato di finiture per la primissima serie) e 1600 GTR del 1973.
Anni 80, Fiesta, Scorpio
Avrebbe potuto chiamarsi “Bobcat”, oppure “Wolf”; ma anche “Bravo”, “Amigo”, “Strada”, “Pony”. Oppure “Fiesta”: alla fine, la denominazione vincente della nuova “baby-Ford” che propose al mondo il primo modello di citycar a trazione anteriore per l’Ovale Blu, fu proprio “Fiesta”, anche come omaggio alla nuova alleanza tra la dirigenza dell’Ovale Blu e la Spagna, dove nel 1976 venne avviata la produzione. La Ford Fiesta 1100 Ghia del 1981 esposta a Roma rappresenta l’allestimento di più alto livello (appunto: “Ghia”) per Ford e per la prima serie di Fiesta, che dal debutto nel 1976 giunse, in meno di due anni, al primo milione di esemplari prodotti, inizialmente nel nuovo impianto di assemblaggio ad Almussafes (provincia di Valencia), allestito da Ford con l’appoggio dell’allora neo-incoronato sovrano spagnolo Juan Carlos.
Dalla “piccola” alla… ammiraglia, l’esposizione delle Ford storiche a Roma ha visto, quale esemplare che concludeva la rassegna, una Scorpio 2.8 4×4 Ghia del 1986, frutto di un progetto europeo volto ad ampliare il segmento di mercato della già fortunata Sierra, che aveva debuttato nel 1982 in qualità di erede della longeva Taunus. Ford Scorpio, a sua volta chiamata a rinnovare l’immagine alto di gamma in sostituzione del modello Granada, debuttò sul mercato nel 1985, con l’impostazione tecnica della stessa Sierra (trazione posteriore) e motori da 1,8 e 2 litri, a carburatore ed iniezione elettronica multipoint con catalizzatore a tre vie a seconda dei modelli.