Vetture d’altri tempi si sono sfidate a colpi di regolarità nella 23^ edizione della Winter Marathon sulle affascinanti strade delle Dolomiti.
Vetture d’altri tempi si sono sfidate a colpi di regolarità nella 23^ edizione della Winter Marathon sulle affascinanti strade delle Dolomiti.
Chi pensa alle gare per auto storiche e si immagina passerelle un po’ snob per esibizionisti al volante di paciose berlinone luccicanti, in questo caso si sbaglia. La Winter Marathon – e già il nome la dice lunga – è una gara tosta per gente tosta.
La specialità è quella della regolarità classica per auto storiche del calendario CSAI (Commissione Sportiva Automobilistica Italiana) e la gara, organizzata dalla Vecars di Brescia, si è disputata venerdì 22 e sabato 23 gennaio con partenza a Madonna di Campiglio e arrivo dei primi concorrenti nella stessa località a partire dalla mezzanotte inoltrata.
Vincitore di questa 23^ edizione è stato l’esperto “top driver” Giuliano Canè, in coppia con Lucia Galliani sulla Lancia Aprilia del 1938, che ha così bissato un successo ottenuto nel 2009. Secondo posto per il siciliano Giovanni Moceri, con Valeria Dicembre sull’Alfa Romeo Giulia GT Junior del 1967. Sul terzo gradino del podio un altro emiliano, Armando Fontana, in coppia con Matteo Iotti sulla Porsche 911 del 1968. Insomma, un tris di specialisti che hanno lottato con almeno altri 30 “driver” che si sono presentati al via.
La prima vettura è partita alle 14 di venerdì seguita da altre 199 “classiche” – costruite dal 1933 al 1968 – che hanno affrontato oltre 370 chilometri in dieci ore filate su e giù dai più belli e impegnativi passi dolomitici. Dal Campo Carlo Magno al Palade, dalla Mendola al Lavazè, dal Pramadiccio al Campolongo, dal Gardena al Pilei fino al magnifico Pordoi con temperature che sono scese fino a meno 15 gradi. Interessante, poi, l’incursione sulla pista del centro Safety Park di Vadena (Bolzano), dove sono state allestite alcune prove. Il tutto è stato scandito da 35 prove di precisione a cronometro e 6 controlli orari.
Non è stata quindi una passeggiata, ma il segreto del successo della Winter Marathon è proprio questo. Ed è l’ideale per iniziare la lunga e impegnativa stagione delle gare di regolarità.
Per la prima volta, la Winter Marathon ha visto anche la partecipazione ufficiale di Automobilismo Storico Alfa Romeo, il dipartimento di Arese che gestisce il patrimonio storico del Biscione. Con il pilota bresciano Fabio Salvinelli al volante della rossa e rara Giulietta SZ Coda Tronca del 1961 ha chiuso al 25° posto.[!BANNER]
Ma la Winter Marathon non è finita così, perché nel pomeriggio di sabato si è potuto assistere alle gare sulla pista realizzata sul laghetto ghiacciato di Madonna di Campiglio. Per il Trofeo Tag Heuer si sono affrontati in sfide dirette i primi 32 classificati. Nel Trofeo MotorClassica si sono dati battaglia, infine, gli equipaggi a bordo delle auto anteguerra. Nel “Tag Heuer” Canè ha nuovamente sbaragliato la concorrenza, nel “MotorClassica” è stata la volta del bolognese Mario Sandrolini su Citroen 11AL roadster del 1937.