L’appassionante scalata al 51% di Chrysler continua; intanto arrivano le Lancia americane e le Chrysler italiane e il ritorno della Giulia si defila..
L’appassionante scalata al 51% di Chrysler continua; intanto arrivano le Lancia americane e le Chrysler italiane e il ritorno della Giulia si defila..
Il 30% è già a casa, un ulteriore 16%, con l’estinzione anticipata dei prestiti americani, verrà perfezionato entro giugno; l’obiettivo 51% del pacchetto Chrysler sembra ormai certo verrà raggiunto entro l’anno, con grande anticipo rispetto al piano. Dunque, salvo stravolgimenti epocali e imprevisti, entro l’anno e con un esborso certamente inferiore a quello stimato dagli analisti finanziari come valore reale della nuova Chrysler by Fiat.
Questo dal punto di vista finanziario, ed è un gran bel successo. Sul piano del prodotto invece le grandi manovre sono appena iniziate e il 2011 è una sorta di prova generale della presenza Fiat/Chrysler sui mercati mondiali come si stabilizzerà tra il 2012 e il 2013.
Jeep: promossa a pieni voti
Parte l’offensiva mondiale del marchio Jeep con la nuova gamma, tutta rinnovata e che sembra riscuotere molti consensi. Per il Grand Cherokee in particolare, ma il restyling profondo della compatta Compass ha trasformato il brutto anatroccolo in un quasi Cherokee e la classica Wrangler ha un solido zoccolo di estimatori.
Lancia: un’incognita di lusso
Parte la Lancia paneuropea, Chryslerizzata ma finalmente con una gamma ampia e una rete distributiva adeguata. Mentre considero destinate al successo la nuova Ypsilon e la Thema e sono fiducioso che il Voyager presidi con efficacia il pur non brillante mercato dei grandi monovolume, sono stato acidamente critico sulla possibilità che l’eventuale infelice Flavia/C200 potesse essere davvero prodotta.
Il tempo passa e per fortuna la possibilità di produrre e distribuire sul mercato europeo questa media a fine carriera, rispolverando improvvidamente il nome Flavia per un prodotto anonimo, si esaurisce da sé. Ben venga una Flavia nel 2013 dalla nuova generazione della C200 che sarà un bel salto in avanti rispetto all’attuale e un addio senza rimpianti a questa Flavia virtuale che non nascerà mai.
Al contrario sarebbe opportuno che la nuova Delta venisse utilizzata nella sua restante vita – prima dell’avvento delle nuove generazioni di prodotti Dodge/Lancia/Alfa Romeo/Fiat basate sul pianale modulare C/D Evo di Fiat, a partire dal 2013 – anche per la distribuzione sui mercati anglosassoni con marchio Chrysler e, se le modifiche di adeguamento alla normative avessero costi compatibili, anche sul mercato americano.
La Delta ha personalità stilistica, meccaniche avanzate, i suoi estimatori e potrebbe recitare un discreto ruolo nella penetrazione di prodotti italiani in mercati nei quali sinora non c’era. Mi rendo conto che è l’esatto opposto del ragionamento che ho fatto per la Flavia virtuale, ma il valore dei due prodotti è diverso e in questo caso varrebbe la pena di investire per due anni sino alla prossima generazione.
Staremo a vedere cosa deciderà la strategia del Gruppo, che si muoverà anche sull’onda dei risultati che la rinnovata Delta raccoglierà sui mercati europei insieme al resto della nuova gamma Lancia.
Peraltro la distribuzione con marchio Chrysler della nuova Ypsilon sui mercati anglosassoni e, forse, addirittura su quello USA è prossima e si realizzerà entro l’anno. In questo caso sulla eventuale decisione di far sbarcare in USA la piccola Lancia di lusso da vendere con marchio Chrysler peserà la misura del successo della 500 americana appena lanciata, che però sembra aver fatto breccia nel cuore degli americani.
Alfa Romeo: ancora dolori…
Ultima, dolorosa nota sulla clamorosa bocciatura dello stile della futura Alfa Romeo Giulia che Marchionne avrebbe pronunciato recentemente. La nascita della Giulia potrebbe venir ritardata per ridefinirne completamente lo stile in chiave molto più caratterizzante. L’ad Fiat ha comunque immediatamente smentito un ritardo nello sviluppo per questo motivo, ma il dubbio rimane.
Slitta perciò di un anno il ritorno dell’Alfa in USA che avverrà prima con il nuovo SUV compatto e la Giulietta che con la nuova Giulia. Peccato da un lato, ma se Marchionne ha visto giusto una decisione opportuna.
Lo stile è sempre importante e lo sarà sempre di più in chiave di differenziazione del prodotto; per un marchio premium sportivo e passionale come deve essere Alfa Romeo diventa fondamentale elemento di successo o insuccesso. Certo ci aspettiamo un salto stilistico almeno uguale e quello che la 156 di Walter da Silva rappresentò rispetto alla infelice, goffa 155.