Le vendite del settore automotive in Italia calano per il nono mese consecutivo, portando le immatricolazione al livello degli anni ’60.
Le vendite del settore automotive in Italia calano per il nono mese consecutivo, portando le immatricolazione al livello degli anni ’60.
Per il nono mese consecutivo il mercato auto in Italia segna un nuovo calo delle vendite che riporta il livello delle immatricolazioni ai numeri registrati negli anni ’60. Gli ultimi dati diffusi dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti parlano chiaro e non sono per niente incoraggianti: ad agosto le immatricolazioni di auto nuove sono state del -20,23% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari a 56.447 unità vendute contro le 70.764 di agosto 2011.
I commenti a caldo del Presidente dell’Unrae, Jacques Bousquet, sulla crisi del settore auto analizzano con chiarezza i numerosi fattori che stanno spingendo sempre più verso il basso un intero settore industriale: prima di tutto l’aumento indiscriminato dei carburanti che nel caso della benzina ha sfiorato i 2 euro al litro. In secondo luogo i costi di gestione delle automobili, più che raddoppiato negli ultimi 20 anni, che ormai supera i 4.000 euro annui. Tra i numerosi problemi non si può nemmeno sottovalutare le perdite di gettito IVA a fine anno per circa 2,3 miliardi di euro, senza dimenticare il serio rischio di una perdita di ben 10.000 posti di lavoro. Anche il presidente di Federauto, Pavan Bernacchi, sottolinea come il “Governo tecnico ha bersagliato il mondo dei trasporti con una miriade di tasse e balzelli”. Con una pressione fiscale alle stelle, prosegue Bernacchi, si riducono drasticamente i consumi con una dura ripercussione sull’occupazione nelle aziende.
La causa principale di questa crisi del comparto automotive è strettamente legata ai duri provvedimenti varati per far fronte alle speculazioni dei mercati relative al pesante debito pubblico italiano. Il Governo per far fronte a questo problema è dovuto intervenire con un pesante aumento della pressione fiscale che hanno inevitabilmente avuto un effetto negativo sui consumi di tutti i giorni e quindi anche sulle vendite di autovetture nuove. La ripresa delle vendite e più in generale dell’economia reale dipenderà dal superamento della difficile congiuntura economica tramite riforme strutturali che stimolino l’economia e in particolare l’occupazione, favorendo al contempo una sensibile diminuzione della pressione fiscale sulle famiglie italiane.