Il pilota spagnolo parla del suo manager e invita il team ad essere meno conservativo nella progettazione.
Il pilota spagnolo parla del suo manager e invita il team ad essere meno conservativo nella progettazione.
Dopo il podio maturato in Turchia, Fernando Alonso si sente più tranquillo, ma la sensazione è che non può accontentarsi di quello che ha, cioè una monoposto che non gli permette di lottare per la vittoria. Per questo cerca l’appoggio di una squadra che non sa ancora in che direzione andare e avrebbe bisogno di un leader carismatico, uno come Flavio Briatore.
Ma Alonso, pur volendo che Briatore torni nel circus, “Vorrei che Flavio tornasse, ci manca, è un personaggio unico”, ha negato con un paragone calcistico un eventuale approdo in Ferrari: “sarebbe come quello di Jose Mourihno a Madrid”. Parole che evidenziano come sia difficile che in Ferrari arrivi un team manager dal grande carisma come Briatore.
Eppure, a Maranello occorre rinnovare e soprattutto innovare una vettura efficiente in gara ma troppo lenta in qualifica perché nata in maniera conservativa. “Credo che in Ferrari dobbiamo cambiare un pò il modo in cui lavoriamo – spiega l’asturiano – rischiando di più ed essendo maggiormente innovativi. D’ora in poi dobbiamo inventare anche noi.” Parole dure che suonano come un tentativo di spronare la squadra, ma anche come un campanello d’allarme…