La concept basata sulla Mini John Cooper Works a Hockenheim è stata più veloce di Ferrari, Porsche, Bmw M3 e Mercedes Amg.
La concept basata sulla Mini John Cooper Works a Hockenheim è stata più veloce di Ferrari, Porsche, Bmw M3 e Mercedes Amg.
La storia si ripete. Negli anni 60, le Mini Cooper preparate Broadspeed e Speedwell spesso e volentieri si prendevano il lusso, in Gran Bretagna, di battere in pista le ben più potenti Ford Cortina Lotus, Mustang e Chevrolet Camaro. Oggi, che il rinnovato impegno per Mini nel motorsport è, per il momento, circoscritto ai rally (con il recente debutto della Mini WRC), le galoppate in circuito sono episodi più isolati.
Questo, tuttavia, non toglie alla “piccola” di Oxford la soddisfazione di stare davanti, in un confronto diretto, ad alcune fra le più performanti GT attualmente in circolazione, seppure queste ultime in configurazione pressoché di serie. In questi giorni la concept AC Schnitzer Eagle, un esemplare unico realizzato dal tuner tedesco sulla base della Mini John Cooper Works, è stato provato a Hockenheim con il preciso intento di dimostrare le potenzialità della Mini in pista.
L’obiettivo è stato raggiunto: la piccola AC Schnitzer Eagle ha ottenuto, sui 2,604 km del tracciato “corto” del Baden-Wurttenberg un tempo di 1’13″341. Da rimarcare il fatto che una Mini John Cooper Works in allestimento Challenge (1.6 turbo da 155 CV, equipaggiata con il kit aerodinamico John Cooper Works composto da ala posteriore regolabile, diffusore posteriore e sistema antisollevamento), con pneumatici slick ha girato in 1’13″9, ottenendo la quarta migliore prestazione.
La prestazione della AC Schnitzer Eagle è notevole, soprattutto se si considera che, alle sue spalle, è giunta una Ferrari California, che ha girato in 1’13″5; al terzo posto, una Mercedes CLK 63 AMG Black Series, il cui tempo sul giro è stato di 1’13″8.
Vale la pena riportare i tempi ottenuti a Hockenheim dalle GT che hanno animato la sfida diretta. Mini AC Schnitzer Eagle (con pneumatici sportivi): 1’13″3; Ferrari California; 1’13″5; Mercedes CLK 63 AMG Black Series (con pneumatici sportivi): 1’13″8; Porsche 911 Carrera S: 1’14″3; Bmw M3 (con pneumatici sportivi): 1’14″3; Porsche 911 Turbo: 1’14″6; Audi RS4: 1’15″4; Mercedes C63 AMG: 1’15″7; Bmw Alpina B3 Coupé: 1’16″1; Audi RS6: 1’17″6; Ford Focus RS: 1’17″8.
Da rimarcare le eccellenti prestazioni ottenute dalle altre Mini presenti al meeting: meno “pompate” della AC Schnitzer, ma ugualmente performanti. Mini John Cooper Works Challenge (con pneumatici slick): 1’13″9; Cooper S Clubsport by Schaefer (con pneumatici sportivi): 1’14″6; John Cooper Works by Schaefer (con pneumatici sportivi): 1’15″1; Mini AM3 by Arden (con pneumatici slick): 1’16″0; MINI John Cooper Works di serie: 1’18″5; Mini AM1 Equipe by Arden: 1’19″3.
Ancora una volta, la ricetta che, quarant’anni fa e più, contribuì a costruire la fama mondiale nel motorsport per la Mini Cooper, è dovuta a quattro ingredienti: potenza (non troppa: quanto basta, anche se nel caso della Schnitzer 260 CV non sono affatto pochi), grande agilità, leggerezza e tenuta di strada a tutta prova.
La AC Schnitzer Eagle, equipaggiata con il 1.6 turbocompresso della Cooper, sviluppa ben 260 CV. Oltre all’elaborazione del motore, è stato sostituito l’impianto di scarico, il peso è stato ridotto di 80 kg (grazie all’eliminazione dei rivestimenti interni, all’utilizzo di parti in carbonio e alla sostituzione dei vetri laterali con elementi in plexiglass), ed è ancora più incollata a terra grazie all’impiego di un assetto irrigidito e regolabile; i cerchi di serie sono stati sostituiti con degli Schnitzer Mi2 da 18″.
Adeguato anche il valore (virtuale) della vettura: seppure sviluppata come piattaforma tecnologica, la preparazione della AC Schnitzer Eagle è costata 62 mila euro.