Il consuntivo trimestrale Fiat-Chrysler mette in evidenza buone prestazioni in America ed un deciso calo nell’area EMEA. Le novità per Maserati.
Profitti in crescita, in buona parte grazie al positivo andamento delle attività in nord America (Jeep e Ram), nonché in America latina dove è stato raggiunto un aumento della quota di mercato. Per converso, la situazione è meno rosea nell’area Asia-Pacifico e nella regione EMEA: nei mercati di Europa, medio oriente e Africa si punta all’aumento dei margini in virtù di un ampio programma di ristrutturazione delle attività e nuove strategie di prodotto. Ecco, in estrema sintesi, quanto emerso dalla conference call di ieri pomeriggio sul consuntivo dei risultati Fca per il secondo trimestre 2019.
Salgono i profitti, calano le consegne
Dati alla mano, le cifre Fiat-Chrysler Automobiles relative al periodo 1 aprile-30 giugno mettono in evidenza un utile netto pari a 793 milioni di euro (+14% rispetto al secondo trimestre 2018), mentre globalmente le consegne (attestatesi su un totale di 1.157.000 veicoli) hanno subito una contrazione dell’11%: situazione che appare compensata in virtù di un “mix” di prodotto più favorevole. Ecco, quindi, come si spiegano il minore calo nei ricavi (-3%, corrispondenti a 26,471 miliardi di euro, dal primo trimestre 2018) e l’utile netto diminuito ma non molto (1,527 miliardi di euro: cifra soltanto leggermente inferiore in rapporto agli 1,534 miliardi fatti registrare al termine del secondo trimestre dello scorso anno). In aumento il margine operativo (ebitd adjusted), che ha messo a segno margine del 5,7% attestandosi ad 1,53 miliardi.
I risultati EMEA e America
Da segnalare le notevoli differenze di performance tra area EMEA e mercati americani: in Europa, medio oriente e Africa il secondo trimestre di Fca si è concluso con un utile rettificato pari a 22 milioni di euro ed una diminuzione del 12% del fatturato (va detto, in questo caso, soprattutto a causa dello stop alla produzione di Fiat Punto e di Alfa Romeo MiTo). Per converso, in nord America l’andamento di Jeep e Ram (con la nuova Gladiator che ha già raggiunto il 7,7% del mercato, ed il positivo gradimento riscontrato dalle novità Ram Heavy Duty e Ram 1500 che molto hanno contribuito a portare la quota di mercato nel segmento pick-up “full-size” USA al 29,7%) ha giocato un ruolo importante nella presenza Fca in nord America. Consegne nel complesso stabili in America latina, contrassegnata soprattutto da un aumento delle vendite in Brasile ed una diminuzione in Argentina, quest’ultima causata in massima parte dalla flessione del mercato.
Conferma degli obiettivi 2019
I target rivolti alla fine di quest’anno vengono confermati dai vertici Fiat-Chrysler Automobiles: le stime indicano un utile operativo di oltre 6,7 miliardi di euro (ed un margine che supererà il 6,1%) ed un cash flow industriale nell’ordine di più di 1,5 miliardi (qui principalmente per alcuni provvedimenti già intrapresi all’inizio del presente 2019, come le misure di revisione delle attività in Cina). “Proseguono i piani di rafforzamento nella gestione dei costi, degli stock, dei programmi commerciali e dei programmi di pianificazione del prodotto”, comunica una nota diramata da Fca, nella quale viene confermato “Il supporto della comunità locale al nuovo stabilimento Mack Avenue a Detroit (Michigan, USA) che realizzerà la nuova generazione della Jeep Grand Cherokee e un nuovo SUV full-size a tre file sempre del marchio Jeep”; e si ribadisce “L’investimento per Mirafiori per la produzione di Fiat 500 elettrica” e si ricordano gli accordi strategici siglati con Enel X ed ENGIE “Per potenziare ulteriormente la rete di partner tecnologici”.
Per il secondo semestre, l’attenzione di Fca “Sarà rivolta ancora di più verso le aree meno forti, tra cui Maserati, dove abbiamo rafforzato il team di leadership; ed EMEA, dove continuiamo a puntare a un aumento dei margini attraverso i benefici delle azioni di ristrutturazione, una gestione ottimizzata del mix dei canali di vendita e strategie di prodotto mirate”.
Manley e l’alleanza con Renault
L’attenzione dei vertici Fca, e del comparto automotive globale, è indirizzata anche al capitolo alleanze. Soltanto qualche settimana fa, il mondo dell’industria e finanziario avevano vissuto, ora per ora, le vicende dell’avvicinamento – ed improvviso allontanamento – tra Fca e Renault: l’amministratore delegato di Fiat-Chrysler Automobiles, Mike Manley, osserva che “Si è trattato di una interessante opportunità: una fusione avrebbe potuto avere un senso per le sinergie che avrebbe permesso”. Tuttavia, lo stesso Manley ha dichiarato che per giungere ad accordi epocali di tale portata “Occorre che intervengano le giuste condizioni”. “Siamo sempre aperti a nuove possibilità di consolidamento, tuttavia siamo in grado di sopravvivere anche da soli”. Dichiarazione, quest’ultima, chiaramente da individuare nell’interpretazione sostanzialmente in positivo dei risultati relativi al secondo trimestre.
Maserati: il nuovo piano industriale
Contestualmente alla conference call di presentazione dei risultati finanziari al secondo trimestre, i vertici Fca hanno annunciato numerose novità per Maserati, che aggiornano quanto svelato da Sergio Marchionne nell’ormai celebre Capital Markets Day del 1 giugno 2018. Più in dettaglio, i programmi per il Tridente in un’ottica a breve-medio termine (piano industriale 2020-2023) prevedono il lancio di ben dieci nuovi modelli entro quattro anni: una strategia che sembra rivelare un deciso “boost” dopo un lungo periodo di stasi, e che prenderà il via già nel 2020 con il debutto delle edizioni-restyling di Levante, Ghibli e Quattroporte, ovvero i tre modelli “centrali” nella lineup Maserati. A queste si aggiungerà (ed è possibile che la vedremo in anteprima al Salone di Ginevra 2020) un nuovo modello, probabilmente la attesa Alfieri che – su quanto anticipato in tempi recenti – entrerà in produzione verso la metà del prossimo anno. Il 2020 sarà preludio ad un 2021 di rilancio: i piani strategici indicati dal management Fca prevedono, fra due anni, l’arrivo del D-SUV da allestire sulla base di Alfa Romeo Stelvio e la cui produzione avverrà a Cassino – insieme ad Alfa Romeo Giulia e allo stesso “Sport Utility” del Biscione -, la nuova serie di Maserati GranTurismo (c’è curiosità in merito alla lineup delle motorizzazioni, visto che recentemente Ferrari ha comunicato che non fornirà più le proprie unità motrici a Maserati), nonché la declinazione Cabriolet del nuovo modello atteso a Ginevra 2020. Successivamente (vale a dire per il 2022 ed il 2023) Maserati aggiornerà la gamma GranCabrio e Quattroporte, nonché – fra quattro anni – il debutto della seconda generazione del SUV Maserati Levante, per il quale nel 2020 arriverà un facelift. Nessuna comunicazione, al momento, relativa a Maserati Ghibli: come accennato, il prossimo anno il modello di ingresso alla gamma del Tridente verrà aggiornato; staremo a vedere più avanti se, dopo il 2023, i vertici Maserati ne programmeranno una nuova generazione, oppure se Ghibli verrà tolta di produzione, magari per fare posto al D-SUV.