In Brasile Fiat ha finanziato un programma di formazione dei giovani disagiati e di riciclo di materiali non utilizzati per la produzione di auto.
In Brasile Fiat ha finanziato un programma di formazione dei giovani disagiati e di riciclo di materiali non utilizzati per la produzione di auto.
Da un sedile di un’auto, una borsa; dal metallo, un portachiavi; da una cintura di sicurezza, un manico. Ecco come la produzione automobilistica può diventare “sostenibile” e contribuire non solo all’occupazione di chi lavora alla produzione di vetture ma anche di chi utilizza i materiali di scarto delle auto da rottamare (o non utilizzati in fase di assemblaggio) per creare dei nuovi oggetti di uso comune da mettere in vendita sul mercato. Ecco il programma “Árvore da Vida“, esempio di sostegno per lo sviluppo sociale, culturale ed economico dei Paesi in cui il Gruppo Fiat è presente.
In questo caso si parla di Brasile, dove il Lingotto è presente da oltre 30 anni e dove, con la collaborazione delle istituzioni locali e di organizzazioni non governative, ha iniziato un programma di formazione nel campo dell’automotive e un programma di recupero dei materiali auto.
Di questo ha parlato John Elkann intervenuto al Meeting di Cl di Rimini, che ha sottolineato che il programma – avviato nel 2004 – ha avuto come primo risultato quello di aumentare la frequenza scolastica e di diminuire la criminalità nello Stato di Belo Horizonte, dove ha sede uno dei plant Fiat.
Fino a oggi, Árvore da Vida – o albero della vita in italiano – ha coinvolto ben 13.000 persone e 51 imprese tra fornitori e indotto e ha contribuito ad aumentare il reddito medio. Il Lingotto, poi, ha via via assunto circa 800 ragazzi di una favela.
La prossima apertura di un nuovo stabilimento Fiat di Pernambuco, nel nord del Paese, porterà a un progetto simile a quello di Belo Horizonte.