La manovra appena approvata andrà a pesare anche sul mondo dell’auto a causa dell’aumento di IVA e IPT.
La manovra appena approvata andrà a pesare anche sul mondo dell’auto a causa dell’aumento di IVA e IPT.
L’approvazione arrivata da parte della Camera dei Deputati ha dato il definitivo via libera alla manovra correttiva messa in atto dal Governo per stabilizzare la situazione finanziaria italiana. Tra le novità della manovra alcune riguardano però da vicino anche il mondo dell’auto, soprattutto la misura che contiene un aumento dell’IVA di un punto percentuale (dal 20 al 21%), che andrà ad influire direttamente sul costo di acquisto delle auto oltre che sulla spesa necessaria per la loro manutenzione.
A questo riguardo non è ancora chiaro se l’aumento dell’imponibile peserà sulle tasche dei consumatori o sui bilanci degli addetti ai lavori: produttori e rete di vendita, infatti, potrebbero decidere di non aumentare il prezzo finale per non penalizzare eccessivamente l’andamento delle vendite, assorbendo il maggior esborso da destinare allo Stato (con la conseguente erosione dei margini di profitto). Tradotto in cifre, gli aumenti medi sul prezzo d’acquisto di un’auto varieranno da una decina a qualche centinaio di euro.
Insieme all’IVA a cambiare sarà però anche l’IPT, l’imposta provinciale di trascrizione che si paga al momento dell’acquisto dell’auto e che varia a seconda della provincia. In questo caso si passerà da un importo fisso compreso fino ad oggi tra le 151 e le 196 euro a un importo variabile in proporzione alla potenza in chilowatt del veicolo, arrivando a variare da una somma di 3,51 euro al kW fino a 4,56 euro al kW, sempre a discrezione della provincia a cui spetta incassare l’imposta. Dal provvedimento rimangono in questo caso escluse le regioni a statuto speciale come Sicilia, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e le province autonome di Trento e Bolzano.
Da notare infine che sia per l’aumento dell’IVA che per la nuova riformulazione dell’IPT varrà la retroattività e non conterà quindi la data in cui è stato firmato il contratto d’acquisto di un bene, cosa che potrebbe comportare, per chi ad esempio ha prenotato una vettura qualche settimana fa, un aumento del prezzo da pagare al momento del ritiro, che sommando il costo di listino a quello dell’IPT potrebbe essere abbastanza sostanzioso in proporzione alla fascia del modello acquistato.