Honda Jazz Hybrid, la prova su strada della compatta ibrida della casa costruttrice giapponese, scopri i dettagli.
Honda Jazz Hybrid, la prova su strada della compatta ibrida della casa costruttrice giapponese, scopri i dettagli.
Con l’adozione della tecnologia ibrida la Honda Jazz Hybrid, prima auto di questo genere nel segmento B, può vantare consumi da record per la categoria: quasi 24,4 km con un litro di benzina, equivalenti a 4,1 l/100 km. Il consumo effettivo che abbiamo rilevato durante la nostra prova è inferiore a quello per il ciclo extraurbano dichiarato da Honda. Numeri che pongono la Honda Jazz ibrida tra le vetture più parsimoniose del mercato se si escludono alcune versioni diesel ad alta efficienza e i modelli full hybrid di Toyota.
Il cuore della Jazz è il sistema IMA
La Honda Jazz Hybrid adotta lo stesso struttura propulsiva della Insight che abbina il 4 cilindri 1.3 i-Vtec da 88 cv e 121 Nm di coppia massima con un piccolo motore elettrico da 14 cv e 78 Nm. È il sistema ibrido IMA (Integrated Motor Assist) che include pure un pacco batterie compatto, il dispositivo per il recupero di energia in frenata e la trasmissione a variazione continua CVT. Una soluzione introdotta nel 2000 sulla Civic e perfezionata negli anni rendendola più piccola, leggera ed efficiente. Tale sistema consente alla Honda Jazz Hybrid di viaggiare con i due motori uniti nella trazione e, per brevissimi tratti, con la sola spinta dell’unità elettrica. Una possibilità, quest’ultima, ottenuta con gestione variabile dei cilindri che, nella pratica, “chiude” l’alimentazione quando è richiesta poca coppia e potenza. Il risultato è l’abbattimento dei consumi (-19% rispetto alla 1.4 i-Vtec da 100 cv) grazie all’apporto del motore a “corrente” nelle fasi di ripresa, accelerazione e, con un po’ di pratica, nella guida a velocità costante.
Honda Jazz ibrida: giù i consumi
A fare la differenza con l’Eco Assist non è soltanto la persuasione, ma pure la tecnologia. Con il pulsante “Econ” la Honda Jazz ibrida assume nuovi parametri per ridurre la domanda di carburante. In particolare, si riducono potenza e coppia, aumenta il recupero di energia in frenata, motore e climatizzatore si spengono ad auto ferma e diventa più regolare l’azione di cambio CVT, acceleratore e ventola. Impostazioni che consentono, come detto, di ottenere ottime performance sul fronte dei consumi. In media la richiesta di benzina della Jazz ibrida in modalità “Econ” è di 4,8 l/100 km (contro i 4,5 l/100 km del dato di omologazione nel ciclo misto), con un minimo, come detto, di 4,1 l/100 km e una massimo di circa 6 l/100 km viaggiando in autostrada a 130 km/h. Consumo medio che tradotto in moneta significa 7,7 centesimi di euro al chilometro (con benzina a 1,6 euro/litro), un valore non troppo differente da quello ottenuto con alcuni modelli a Gpl.
Inoltre, ad insegnarvi a guidare in modo efficiente è la stessa Jazz Hybrid. O meglio, l’Ecological Drive Assist System (Eco Assist) attivabile premendo il tasto “Econ”. Che lo fa cambiando il colore dell’illuminazione del tachimetro: verde se rispettate le regole dell’ecoguida, blu se siete discreti e viola se adottate uno stile di guida che penalizza i consumi.
Honda Jazz Hybrid: triplice anima
Con la modalità “Econ” l’erogazione di potenza regolare consente una guida molto fluida adatta per l’uso quotidiano, anche perché in caso di necessità, come un sorpasso, la potenza massima è comunque disponibile schiacciando a fondo sull’acceleratore. Per chi ha esigenze di avere maggiore spunto, magari per viaggiare a pieno carico o in montagna, può disattivare l’opzione “Econ” e usufruire di qualche cavallo in più. In particolare, a migliorare sono accelerazione e ripresa da bassa velocità, situazioni nel quale la “spinta” del motore elettrico è più percepibile.
Chi predilige la guida sportiva può selezionare l’opzione “S” del cambio che interviene sull’elettronica per sfruttare al massimo i 133 cv complessivi dei due motori della Honda Jazz ibrida. A rendere ancora più appagante la guida è la possibilità di cambiare le marce con le “palette” dietro il volante che, di fatto, trasforma il cambio in un sequenziale a 6 marce. Un’opportunità divertente per “scalate” all’ultimo metro, ma molto pratica anche per avere il freno motore in discesa. Con la “S”, però, il beneficio del motore elettrico è meno rilevante e i consumi tornano a salire quasi a livello di un’auto “normale” del segmento.
Differisce dalle “sorelle” per piccoli particolari
Se nella meccanica c’è molto da scoprire, fuori la Hybrid differisce poco dalle altre Honda Jazz. Esternamente la carrozzeria monovolume lunga 390 cm, larga 170 e alta 153 è identica alle “sorelle” se non fosse per piccoli particolari studiati per ottimizzare l’aerodinamica, quali il disegno di calandra, presa d’aria inferiore e paraurti anteriore. Poco evidenti le differenze nell’abitacolo, che si distingue soprattutto per la diversa strumentazione e per la riduzione di 96 litri del bagagliaio che limita la capacità minima di carico a 303 litri. Un calo che, per la verità, non influisce sull’elevata versatilità fornita dai “sedili magici” che consentono di configurare l’abitacolo in innumerevoli varianti, come le sedute della seconda fila ripiegabili verticalmente di 90 gradi per consentire il trasporto di oggetti ingombranti.
Costa cara, ma la dotazione è “full”
La Honda Jazz Hybrid Elegance è il listino 20.290 euro, un prezzo un po’ alto per un’utilitaria, ma il linea con le rivali “monovolume” come Lancia Musa e Citroën C3 Picasso. A giustificare l’esborso è pure la dotazione, di fatto, full optional. Sono di serie, tra l’altro, climatizzatore automatico, cruise control, volante in pelle, fendinebbia, cerchi in lega, tetto panoramico in vetro, cristalli posteriori oscurati e allarme sonoro. Per chi vuole spendere meno c’è comunque l’allestimento Comfort a 18.850 euro.