Emissioni: Daimler condannata a 870 milioni di multa

Andrea Tomelleri
24 Settembre 2019
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Daimler

Il colosso tedesco è stato ritenuto responsabile di aver violato le norme sulle emissioni dei veicoli diesel a partire dal 2008.

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Si è chiusa l’indagine che ha visto coinvolta la Daimler in merito alla violazione delle funzioni di vigilanza nel dipartimento di certificazione del gruppo. La procura di Stoccarda, dopo lunghe indagini, ha ritenuto il colosso tedesco colpevole di aver violato le norme sulle emissioni, in particolare per quanto riguarda migliaia di veicoli diesel immatricolati a partire dal 2008.

La condanna ad una sanzione pecuniaria

La Daimler è stata quindi condannata al pagamento di una multa il cui ammontare è di ben 870 milioni di euro, un importo comunque inferiore al miliardo di euro che era stato ipotizzato dalla stampa tedesca. La vicenda ricorda da vicino lo scandalo delle emissioni truccate che aveva coinvolto la Volkswagen nel 2015, anch’essa condannata a pagare pesanti sanzioni, confermando il sospetto che le pratiche scorrette venissero realizzate da diversi costruttori.

Per i giudici le violazioni di Daimler in merito alle emissioni dei veicoli a gasolio hanno permesso  di ottenere le autorizzazioni e l’immatricolazione nonostante le emissioni di ossido di azoto non rispettassero i requisiti richiesti dalle normative in vigore. La procura intende comunque procedere con ulteriori indagini su alcuni dipendenti, sospettati di aver manipolato il software di controllo delle emissioni sui motori diesel, e con indagini per i reati civili.

Il costruttore non farà ricorso

Il gruppo Daimler, alla luce della sentenza, ha deciso di non presentare ricorso scegliendo invece di chiudere il procedimento a suo carico. Questa la nota ufficiale del gruppo di Stoccarda: “Secondo le conclusioni della procura, la violazione negligente dei doveri di vigilanza ha causato il parziale discostamento di alcuni veicoli dai requisiti normativi a partire dal 2008. In tale contesto, il pubblico ministero si riferisce essenzialmente agli ordini di richiamo dell’Autorità federale tedesca dei trasporti (Kba). Al fine di ottenere chiarezza, anche per il futuro, in merito all’interpretazione delle pertinenti disposizioni di legge in un ambiente tecnico complesso, la Daimler conferma le sue obiezioni contro gli ordini della Kba. È, infatti, nel migliore interesse della società porre fine al procedimento amministrativo in modo tempestivo e completo e porre fine così all’intera vicenda”.

Nessuna conseguenza sui conti

La Daimler non pagherà effettivamente tutti gli 870 milioni richiesti. Di questi, solo quattro milioni saranno versati come sanzione, mentre il resto sarà pagato a titolo di indebito guadagno. Inoltre, il gruppo ha dichiarato di aver già provveduto ai necessari accantonamenti per far fronte alla sanzione e che dunque questa non avrà un impatto rilevante sul sui risultati del terzo trimestre e sulle previsioni per il 2019.

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