La prima hypercar della factory modenese venne svelata al Salone di Ginevra 1999: il traguardo sarà celebrato alla rassegna di PadovaFiere (24-27 ottobre).
Anche il settore delle hypercar inizia ad ammantarsi di “storicismo”: spesso avveniristiche nelle rispettive linee, anzi a volte decisamente “futuribili”, le supercoupé da 300 e più km/h, dalle accelerazioni simili a dragster e costruite a “tirature” il più delle volte limitatissime – ciò anche per via della manifattura artigianale con la quale vengono prodotte – rappresentano il concetto moderno di vettura supertecnologica ed ultraveloce. Anzi, in cui la tecnologia più sofisticata è funzionale alle prestazioni.
Gli esempi, in questo senso, non mancano; tuttavia, c’è chi da sempre persegue (per la gioia dei pochi facoltosi enthusiast che possono accaparrarsene un esemplare) questa particolarissima “nicchia” di mercato. Tanto da essere già arrivato a potere scrivere un personale capitolo nella storia dell’automobile. È il caso di Horacio Pagani, imprenditore di origine argentina che, come connazionali che lo precedettero – da Juan Manuel Fangio ad Alejandro De Tomaso – ha scelto l’Italia, e Modena in special modo, quale “base di partenza” per la propria carriera, che nel presente 2019 ha compiuto i vent’anni di vita operativa.
La hypercar modenese compie vent’anni
L’importante traguardo, che testimonia ancora una volta la magia delle creazioni che nascono nella Motor Valley, verrà celebrato all’imminente Auto e Moto d’Epoca 2019, rassegna in programma a PadovaFiere da giovedì 24 a domenica 27 ottobre: una vetrina fra le più importanti a livello internazionale, nel settore del motorismo storico, che quest’anno annovera, fra gli “ospiti”, l’atelier di San Cesario sul Panaro. Sotto i riflettori, la prima “creatura” uscita dall’allora giovanissima azienda modenese: Pagani Zonda, che visse il proprio “vernissage” al Salone di Ginevra 1999 (vent’anni fa, appunto) e che suscitò immediato clamore fra il pubblico, per le sue forme dichiaratamente aggressive e dalla manifesta origine “corsaiola”.
Ginevra 1999: Zonda stupì il pubblico
Pagani Zonda si segnalò da subito all’opinione pubblica per alcuni degli atout che successivamente sarebbero stati mantenuti da Horacio Pagani, contribuendo così a definire l’appeal delle sue supercoupé: linee ispirate ai prototipi del Gruppo C, un guscio-abitacolo collocato in posizione avanzata, telaio monoscocca e carrozzeria realizzati in fibra di carbonio; sotto il cofano (o meglio: alle spalle di pilota e passeggero), in posizione centrale, l’unità motrice che inalberava la Stella a Tre Punte – un motore V12 da 6 litri e 450 CV di potenza fornito da Mercedes – e che, per i vent’anni successivi, ha costituito uno dei marchi di fabbrica per Pagani, le cui supercar sono tutte contrassegnate da motorizzazioni Mercedes a 12 cilindri a V.
Dall’incontro con Fangio all’attuale Huayra
Proprio per i suoi contenuti, Pagani Zonda (a proposito, una piccola curiosità: in virtù di un suo incontro con il leggendario campione argentino cinque volte iridato in F1, inizialmente la vettura si sarebbe dovuta chiamare “Fangio F1”; quando la presentò a Ginevra 1999, tuttavia, Fangio era già scomparso: ecco quindi la scelta del nome “Zonda”, che contrassegna un vento caldo che soffia nelle Pampas argentine) si guadagnò immediatamente l’appellativo di “hypercar”; e fu una delle primissime progettazioni supersportive ad inalberare questa identità, oggi quanto mai utilizzata da numerose aziende. In totale, le Pagani Zonda costruite dal 1999 sono state 140, ciascuna delle quali in possesso di una identità del tutto personale, frutto di un contatto diretto fra acquirente e azienda. L’evoluzione dell’immagine Pagani – che fra l’altro promette un solido futuro dai programmi “Pagani Rinascimento” e “Pagani Puro” di restauro, certificazione e preservazione dell’autenticità delle hypercar di San Cesario sul Panaro – è oggi testimoniata dalla erede Huayra, a sua volta recentemente declinata nelle “derivate” Huayra Roadster BC e Huayra Imola, quest’ultima commissionata da Oleg Egorov, l’appassionato proprietario già in possesso della spettacolare Zonda Unica.