Nuovi modelli ibridi plug-in, sviluppo dell’auto elettrica, digitalizzazione, obiettivi carbon neutral per la filiera di produzione. Tutti i dettagli.
Le strategie di sviluppo Audi a medio termine si traducono nella presentazione di “Trenta nuovi modelli ad elevata elettrificazione entro il 2025, venti dei quali saranno totalmente elettrici”: è quanto indicato nelle scorse ore dall’amministratore delegato di Audi, Bram Schot, in occasione di un meeting che si è svolto a Monaco di Baviera, e nel quale il management di Ingolstadt ha fatto il punto della situazione attuale, in riferimento al sostanzioso “new deal” industriale chiamato ad una ulteriore evoluzione (graduale, tuttavia non meno rilevante) della propria gamma e delle attività globali. Un maxi progetto che, al 2023, mette sul piatto un investimento complessivo pari a circa 14 miliardi di euro da destinare interamente allo sviluppo della e-mobility, delle tecnologie di guida autonoma e della digitalizzazione. Un aspetto importante, in questo senso, riguarda tanto le nuove strategie di riposizionamento del prodotto, quanto i programmi di riqualificazione e formazione del personale e l’adeguamento “carbon neutral” dei siti di produzione. “Entro il 2025 – prosegue Schot – il 40% delle vendite sarà costituito da veicoli a zero emissioni o ibridi plug-in. Attualmente, siamo al centro di una ridefinizione dei contorni di una mobilità elettrica pienamente sfruttabile nella quotidianità”. Un programma ampio, sostanzioso, per quanto necessario se si vuole rientrare nei nuovi, e in ottica futura, sempre più stringenti limiti alle emissioni di CO2 imposti nei mesi scorsi dall’Unione Europea. In pratica, la gamma delle autovetture che ogni Casa costruttrice metterà in vendita dal 2021 dovrà emettere, in media, non più di 95 g/km di CO2, destinati a diminuire ulteriormente (80 g/km) nel 2025 e – futuro step ancora più “drastico” – 59 g/km entro il 2030.
Alcune anticipazioni indicate da Audi rappresentano sostanziali novità, altrove vengono ribaditi programmi già in corso d’opera. È in ogni caso bene ritornarci su, tanto per fare il punto della situazione in merito alle strategie evolutive da parte del management di Ingolstadt verso il futuro dell’auto “secondo i Quattro Anelli”: una vision in ogni caso non lontanissima da quanto messo in pratica, o in fase di evoluzione, da parte di altri dei principali “big player”. E che, quindi, preannuncia un futuro molto interessante.
Il futuro è anche ibrido
Come principio di funzionamento, la nuova lineup ibrida plug-in Audi si rifà alle tecnologie già ben conosciute dalla filiera automotive. È tuttavia piuttosto articolata (va ad occupare pressoché tutti i segmenti di mercato di fascia medio-alta e luxury), e viene accomunata dal ricorso ad un motore termico (unità a benzina turbocompressa) abbinata ad un modulo zero emission composto da un motore elettrico e da una batteria agli ioni di litio.
Nel dettaglio, Audi Q5 55 TFSI e quattro ed Audi A7 Sportback 55 TFSI vengono entrambe equipaggiate con il 4 cilindri 2.0 TFSI da 252 CV di potenza e 370 Nm di coppia massima (500 Nm di forza motrice “di picco” vengono erogati ad appena 1.250 giri/min), abbinati ad un sistema elettrico alimentato da una batteria da 14,1 kWh e 385V di tensione nominale. Audi Q7 60 TFSI e quattro ed Audi A8 L 60 TFSI, ovvero i due modelli “di punta” della nuova gamma PHEV di Ingolstadt, presentano sotto il cofano il motore termico 3.0 TFSI turbo benzina da 340 CV e 500 Nm accoppiato ad un motore elettrico di tipo sincrono a magneti permanenti da 350 Nm alimentato a sua volta da una batteria agli ioni di litio da 17,3 kWh, per una potenza complessiva di 449 CV (A8) e 456 CV (Q7) e 700 Nm di forza motrice complessiva. Di serie, a bordo dell’intera nuova produzione ibrida ricaricabile di Audi c’è la trazione integrale permanente Quattro (che su Q5 e A7 Sportback si evolve nel sistema Quattro Ultra). Per tutti i modelli ad alimentazione ibrida plug-in, Audi inserisce il motore elettrico nel cambio, in modo da collegare quest’ultimo esattamente fra motore termico e gruppo trasmissione.
Quattro piattaforme per la nuova gamma elettrica
La nuova lineup “zero emission” di Audi verrà sviluppata su quattro linee di pianale dedicato. Il modello capofila e-tron, viene allestito su una variante del pianale modulare longitudinale MLV EVO (Modularer Langbaukasten “Evo”). A sua volta, entro fine 2020 la gamma dei Quattro Anelli si arricchirà con il debutto di Audi e-tron GT, recentemente anticipata da un prototipo (e-tron GT Concept, presentato al Salone di Los Angeles 2018 e successivamente esposto al Salone di Ginevra 2019) che verrà realizzata sulla piattaforma “J1” a sua volta progettata da Porsche. La fase successiva dello sviluppo di gamma Audi in chiave 100% elettrica arriverà nel 2021: all’inizio dell’anno, dettagliano i vertici dell’azienda, arriverà il compact SUV Audi Q4 e-tron (cioè la declinazione “di serie” del prototipo che fece bella mostra di sé al Salone di Ginevra 2019), che porterà in dote – primo modello Audi ad esserne fornito – la piattaforma modulare MEB-Modularer Elektrobaukasten che costituisce l’”ossatura” della nuova lineup Volkswagen ID. Il futuro Audi Q4 e-tron sarà, se possibile, ancora più “centrale” per l’evoluzione dei programmi zero emission da parte di Ingolstadt: sarà, infatti, la “porta di ingresso” alla gamma 100% elettrica Audi. Il medesimo pianale MEB verrà poi utilizzato per la gamma di modelli Audi di fascia compatta e segmento “medium” che verranno prodotti in un’ottica a medio termine. Salendo di livello, le vetture elettriche Audi di fascia medio-alta, full-size e luxury adotteranno, allo stesso modo, un pianale dedicato: nello specifico, la piattaforma modulare PPE-Premum Platform Electric progettata in partnership con Porsche.
Una filiera produttiva carbon neutral
Altrettanto interessante, ai fini del futuro delle strategie elettrificate, il riassetto industriale delle attività Audi rivolto al futuro a basse emissioni.
- Aluminium Closed Loop. Fra gli obiettivi in fase di sviluppo da parte di Audi c’è il bilancio di compensazione delle emissioni in fase di produzione della propria futura lineup, secondo il principio (ben conosciuto dagli esperti in materia di processi industriali “new gen”) che consiste nella riduzione delle emissioni prodotte nei propri impianti, e contestualmente in un loro recupero virtuoso attraverso programmi ecosostenibili, in modo da raggiungere un “saldo zero” delle emissioni rilasciate nell’atmosfera. Un bilancio “carbon neutral” relativo a tutte le sue attività, peraltro a lunghissimo spettro, che il marchio dei Quattro Anelli intende raggiungere entro il 2050. Una timeline che può sembrare molto lontana, eppure il management Audi ha già iniziato a lavorarci su, a cominciare dall’avvio di programmi di sostenibilità per il ciclo dell’alluminio che hanno preso il via nel 2017 nello stabilimento di Neckarsulm, e finalizzati al reinvio al fornitore degli scarti di lamiera prodotti dalle lavorazioni alla pressa, i quali vengono riutilizzati (strategia “Aluminium Closed Loop”) verso altri insediamenti produttivi. Nel 2018, questo progetto ha ridotto le emissioni di CO2 per circa 90.000 tonnellate, il 30% in più rispetto all’anno precedente. La prossima fase riguarderà, dal prossimo anno, la progressiva estensione del ciclo “Aluminium Closed Loop” verso ulteriori impianti di produzione.
- Fornitori sotto esame di sostenibilità. L’attenzione alla produzione eco friendly riguarda, oltre ai processi interni, anche le attività delle aziende partner: dal 2017, indica Audi, è stato introdotto un sistema di valutazione dell’eco-compatibilità anche per i fornitori: secondo questo rating, le aziende terze vengono valutate in ordine al personale soddisfacimento degli standard sociali ed ambientali. Ciò si determina previa autocertificazione, così come attraverso “Severe ispezioni in loco”. Dal 2019, comunicano i vertici di Ingolstadt, “Il Sustainability Rating prevede anche un compliance-check, in modo da far assumere a questa valutazione un ruolo vincolante per l’aggiudicazione di un ordinativo. Questa metodologia verrà estesa all’intero Gruppo Volkswagen”.
- Iniziative nel rispetto dei diritti dell’uomo. Oltre che sull’aspetto industriale, il “new deal” Audi in materia di ecosostenibilità riguarda anche progetti di valenza sociale: nello specifico, iniziative rivolte al rispetto dei diritti dell’uomo e dell’ambiente all’interno della filiera di produzione. A questo proposito, Audi invita a considerare la propria adesione alla “Global Battery Alliance”, che si occupa della protezione degli standard sociali nella produzione delle batterie e studia soluzioni dedicate al riciclo degli accumulatori agli ioni di litio.
L’identità ecosostenibile degli stabilimenti
In ordine al raggiungimento degli obiettivi “green” prefissati entro il 2025, Audi indica che entro quella data tutti i siti di produzione del “brand” dovranno essere impostati verso un tipo di gestione carbon neutral delle rispettive attività. Un ruolo di capofila, in questo senso, vede lo stabilimento Audi di Bruxelles – dove dal 2018 avviene la produzione di Audi e-tron – individuato dal mondo industriale come il primo sito al mondo già in possesso di certificazione CO2 neutral per il segmento “premium”. Tale traguardo, occorre specificarlo, parte da piuttosto lontano: l’insediamento Audi belga utilizza già dal 2012 un massiccio apporto di energie rinnovabili (95%) oppure ricorre alla compensazione dei livelli di emissioni mediante progetti eco friendly (5%) riguardo alle attività produttive ed alla riduzione delle emissioni. In questo modo, cifre alla mano, Audi evita che nell’ambiente vengano immesse 40.000 tonnellate di CO2 all’anno.
Il ciclo chiuso delle batterie
Fra le questioni-chiave legate al futuro della e-mobility, c’è quella relativa alla destinazione delle batterie usate. Ciò parte da un principio base: sebbene, dopo alcuni anni di impiego, gli accumulatori riducano parte delle rispettive prestazioni e capacità, questo non vuol dire che siano totalmente esausti. Al contrario, essi sono in grado di fornire energia, per un impiego stazionario. L’impegno Audi, a questo proposito, consiste nello studio di due iniziative-pilota: l’impiego delle batterie “ex automotive” nei carrelli elevatori e nelle trattrici all’interno del sito industriale di Ingolstadt, e l’utilizzo degli accumulatori stessi, ma in forma appunto stazionaria, in un Campus universitario di Berlino. In più, è stato recentemente definito – in partnership con la partner factory belga Umicore, specializzata in progetti di riciclo dei materiali – un ciclo chiuso per alcuni componenti delle batterie, in modo da recuperare e riutilizzare i metalli nobili, come cobalto e nickel.
Nuove figure professionali intorno all’auto elettrica
È chiaro che l’evoluzione eco friendly in fase di sviluppo da parte di Audi riguardi anche i dipendenti. Il marchio dei Quattro Anelli fa della formazione continua uno dei pilastri delle proprie attività “new gen”: lo dimostrano, ad esempio, lo stanziamento da 80 milioni di euro all’anno dedicato ad attività di aggiornamento interno (cifra corrispondente ad un terzo in più rispetto al passato) ed alla creazione di nuovi programmi didattici rivolti agli ingegneri. Audi ha, ad esempio, creato nel 2017 in collaborazione con la scuola superiore di tecnologia di Ingolstadt (Technische Hochschule Ingolstadt) un master in elettromobilità per lo sviluppo dei sistemi di propulsione “zero emission”: i tecnici Audi, in 100 giorni, approfondiscono in aula le rispettive conoscenze, e sono in grado di aggiungere ulteriore competenza tecnica e strategica al proprio bagaglio didattico e professionale. Da segnalare, infine, l’istituzione di nuove figure professionali dedicate: l’elettrotecnico specializzato in tecnologie ad alto voltaggio (istituito nel 2014), qualifica che viene ottenuta al termine di un triennio formativo – sono, ad oggi, più di mille i “nuovi elettrotecnici” formati a Ingolstadt e Neckarsulm – e l’elettrotecnico specializzato nelle tecnologie delle batterie, istituito nel 2018.