Estetica con più carattere, interni notevolmente migliorati, sicurezza
attiva al top e dal prossimo anno anche l’ibrido plug-in.
La seconda generazione è sempre un banco di prova importante per un
modello di successo e la Renault Captur è sicuramente una vettura di
riferimento in un mercato in crescita esponenziale come quello dei B-Suv.
Nata nel 2013 e venduta in 1,5 milioni di unità nel mondo, 162.000 delle
quali in Italia, adesso deve vedersela con avversarie di tutto rispetto come
la Volkswagen T-Cross, la Peugeot 2008 e la Ford Puma, oltre che con la
cugina Nissan Juke appena presentata. Insomma, il livello si è alzato
notevolmente, per cui al quartier generale della Casa francese si è optato
per una vera e propria rivoluzione in ogni settore dell’auto, senza
attenersi al famoso proverbio: “squadra che vince non si cambia”.
L’abbiamo verificato di persona nelle strade intorno ad Atene dove
abbiamo potuto guidarla in anteprima.
Esterno: cresce di 11 cm e guadagna i fari full LED
Già da una prima occhiata si capisce che la Captur è cambiata, adesso è
più lunga di 11 cm ed arriva a ben 4,23 metri, anche il passo è cresciuto,
precisamente di 2 cm, mentre il tetto appare più spiovente sulla fiancata
per via di una linea di cintura più alta. Arrivano anche i fari full-LED
all’anteriore con la firma luminosa a C e nuovi gruppi ottici a LED
posteriori sempre a forma di C e dal design piuttosto riuscito. Completano
il quadro i nuovi cerchi da 18 pollici che conferiscono ulteriore carattere
alla vettura. Con 10 livree disponibili, 4 per il tetto, e 3 pack differenti per
personalizzare l’esterno dell’auto sono 90 gli abbinamenti cromatici
possibili. Non mancano elementi funzionali come le nuove prese d’aria sul
paraurti anteriore che aiutano a migliorare i flussi aerodinamici che
investono le ruote. Insomma, bisogna riconoscere che tanto lavoro ha
dato i suoi frutti e che la Captur può giocarsela tranquillamente con le
novità dell’ultima ora perché mostra carattere, stile e personalità.
Interno: rivoluzione copernicana
Assemblaggi, materiali, comfort, e bagagliaio; l’abitacolo della Captur è
stato oggetto di un miglioramento che va oltre ogni aspettativa, e lo
possiamo affermare con certezza dopo aver provato di recente la
generazione attuale. Plastiche morbide e di qualità sulla zona superiore
della plancia, sui pannelli porta e intorno alla leva del cambio, una nuova
strumentazione digitale da 10,2 pollici che cambia in base alle modalità di
guida e uno schermo per l’infotaiment di nuova generazione che arriva a
ben 9,3 pollici e che si aggiorna a livello di mappe e di software
(gratuitamente per i primi 3 anni) come uno smartphone grazie alla
connessione 4G. Arrivano anche il caricatore wireless sulla Flying Console,
in cui spicca una nuova leva del cambio automatico e-shift privo di cavo
meccanico, e le bocchette d’areazione posteriori: tutt’altro che scontate
in questo segmento. Come da tradizione Renault sono diversi i vani
portaoggetti, per un totale di 27 litri; inoltre, il bagagliaio è cresciuto fino
a 536 litri grazie al divano posteriore scorrevole di 16 cm. Intelligente la
scelta di propendere per i comandi fisici del climatizzatore per evitare
pericolose distrazioni durante la guida. Rimane il satellite per gestire il
sistema audio, considerata la presenza dei tanti tasti sul volante, anche
se avremmo preferito dei comandi per il volume più grandi. L’abitabilità è
ideale per 4 persone, volendo si può viaggiare anche in 5, considerato lo
piccolo scalino centrale di dimensioni ridotte, ma i passeggeri più alti
possono sfiorare il cielo con la testa nella zona posteriore.
Al volante: sicura e reattiva
Le strade intorno ad Atene oltre ad un panorama da cartolina offrono un
insieme di curve che soddisfano ogni curiosità dinamica; certo, bisogna
guidare con consapevolezza e rispetto delle norme stradali, ma ci sono
tutti gli elementi per valutare, in sicurezza, un’auto appena nata. Oltre
tutto, le Captur disponibili erano le potenti 1.3 a turbo benzina,
rispettivamente, con il cambio automatico a doppia frizione a 7 rapporti e 155 CV, e con la trasmissione manuale a 6 marce e 130 CV, la coppia
invece è di 270 Nm per la variante più “cavallata” e di 240 Nm per la
sempre performante versione abbinata al cambio manuale. La nuova
piattaforma CMF-B fa sentire subito i suoi effetti e l’assetto è piatto senza
diventare un boomerang sulle asperità, che assorbe piuttosto bene
nonostante i cerchi da 18 pollici. Il comando che più mi ha sorpreso è
stato lo sterzo, rapido, progressivo e preciso anche ai piccoli angoli,
davvero azzeccato a livello di taratura, al punto che avrei preferito un
volante più verticale nonostante sia stato ridotto di dimensioni per via di
un airbag più compatto. Il cambio automatico aiuta ad incrementare il
comfort di marcia, è fluido e ben coordinato con l’erogazione del motore,
e consente anche di sfruttare le levette dietro il volante, anche se alzando
il ritmo di guida manifesta una leggera inerzia nel prendere i giri. La
trasmissione manuale invece vanta una leva del cambio posizionata più
in alto rispetto al passato, e quindi facilmente raggiungibile, la frizione è
leggera, ma stacca piuttosto in alto, per cui sulle prime bisogna farci
l’abitudine. Ottima la stabilità, a prova d’errore, così come la velocità
d’inserimento in curva, che ricorda quella di una Clio R.S. per cui non
sorprende che gli uomini Renault abbiano rivelato l’intenzione di
realizzare una Captur ancora più potente e dinamica. Il telaio lo consente
e i motori in gamma ci sono, per cui tutto è possibile. Ecco, il motore 1.3
TCe mi ha favorevolmente impressionato: potente, pieno sin dai bassi
regimi e con un buon allungo, vanta una silenziosità di marcia esemplare
associata a prestazioni vivaci. Il comfort acustico è merito anche della
cura riservata all’insonorizzazione, che nei viaggi a velocità costante non
teme il confronto con un’ammiraglia. In attesa della prova su strada nella
quale valuteremo i consumi, posso dirvi che il diesel non è morto ed è
previsto in 2 motorizzazioni il 1.5 Blue dCi da 95 o 115 CV, ma per gli
amanti del GPL ci sarà anche una variante a doppia alimentazione del 1.0
TCe da 100 CV. Non vi basta? Benissimo, allora sappiate che la Captur
sarà anche ibrida plug-in nel 2020 e consentirà di percorrere fino a 65 km
ad impatto zero in città e fino a 45 km nel misto grazie ad una batteria da
9,8 kWh.
Sicurezza al top
Sulla nuova Captur il guidatore può contare su ogni sistema di sicurezza
attiva attualmente disponibile, si va dalla frenata d’emergenza attiva con
riconoscimento di pedoni e ciclisti, passando per il cruise control adattivo
con funzione stop&go ed il sistema che aiuta a rimanere in carreggiata
agendo sullo sterzo, fino al riconoscimento dei segnali stradali, al sensore
per l’angolo morto, ed alla camera a 360° per il parcheggio. Insomma, è
difficile sbagliare, ma se si è distratti o non si guida nella maniera
corretta, la vettura offre tutto il supporto del caso per scongiurare un
possibile impatto.
Prezzo da 17.700 euro
Disponibile nelle varianti Life, Zen, Business, Intens ed Initiale Paris, la
nuova Captur parte dai 17.700 euro della 1.0 TCe Life ed arriva ai 30.600
euro della 1.5 Blue dCi EDC da 115 CV. Interessante notare come la 1.5
Blue dCi Intens da 95 CV abbia un listino di 24.000 euro, mentre per la
motorizzazione a GPL si parte dai 18.500 euro della variante Life fino ad
arrivare ai 22.500 euro della versione Intens. L’allestimento Initiale Paris è
offerto con le motorizzazioni più potenti benzina da 130 e 155 CV e con il
diesel da 115 CV. Per vederla bisognerà attendere gennaio 2020, quando
ci sarà il lancio negli showroom, ma gli ordini sono stati aperti il 31
ottobre.