Quali pagamenti arretrati saranno da considerare prescritti il 31 dicembre, e come; la proposta della Regione Lombardia e quella della Commissione UE.
Fra cinquanta giorni esatti decorrerà il termine ultimo, dalle Regioni o dalle Agenzie di riscossione delle cartelle esattoriali, per esigere gli importi relativi ai bolli auto non pagati del 2016: il 31 dicembre 2019 rappresenterà, per le amministrazioni regionali, la data limite utile a pretendere i pagamenti arretrati. Ad una condizione essenziale: che la mancata riscossione venga trasmessa agli automobilisti entro il prossimo 31 dicembre, in ossequio alla normativa di legge secondo cui la tassa di proprietà del veicolo si prescrive in tre anni a partire dal 1 gennaio successivo all’anno di riferimento.
Nello specifico, l’attenzione di migliaia di automobilisti-contribuenti si rivolge, in queste settimane, al Decreto fiscale 2019 (il cosiddetto “strappa-cartelle”), attraverso cui il Fisco si incarica di tirare una riga sulle cartelle di importo nominale fino a 1.000 euro: la misura, come evidenziato da diverse settimane, seppure non faccia esplicito riferimento al “bollo”, fa parte della “pace fiscale”, il cui campo di applicazione è generale dunque non prevede alcuna eccezione sulla natura del tributo a ruolo. Riguarda, quindi, anche le mancate esazioni relative alle tasse di proprietà sui veicoli riferite al periodo 2000-2010, appunto inferiori alla somma indicata (comprensiva di capitale, interessi e sanzioni relative). Una decisione che non ha mancato di suscitare notevoli discussioni, ed in special modo da parte di quanti abbiano sempre provveduto a pagare il bollo al proprio veicolo.
“Bollo” cancellato, in assenza di diffida
Di fatto, gli automobilisti che non siano “in regola” con i pagamenti arretrati fino al 1 gennaio 2016 potranno vedersi cancellato automaticamente il proprio debito fiscale. A patto, e questo è chiaro, che da qui al 31 dicembre prossimo non intervengano le singole Regioni. Per interrompere il processo di naturale prescrizione, è sufficiente una notifica: se, in questo senso, l’amministrazione regionale si premuri di contestare all’automobilista “in arretrato” la mancata riscossione del “vecchio” bollo (appunto al 2016), avrà tempo fino al 31 dicembre per far partire la diffida. Farà fede – e questo è altrettanto importante – la data di spedizione della raccomandata, e non quella di ricevimento. È dunque pacifico che qualsiasi notifica inviata dalla Regione dopo il 31 dicembre si ritiene automaticamente prescritta, dunque non presuppone alcun pagamento (ci si riferisce, in questo senso, sempre al 2016).
Lombardia: sconto per chi paga con addebito in conto corrente
Una proposta che potrà alleggerire un po’ gli importi del bollo auto, arriva dalla Lombardia: la Giunta del “Pirellone” ha in questi giorni al vaglio la possibilità di applicare uno sconto per chi effettui il pagamento del bollo auto attraverso il proprio conto corrente. In linea con quanto previsto dalla Legge di bilancio varata dalla Giunta e che sarà votata a dicembre dal Consiglio regionale, lo “sconto” per gli automobilisti (finora lombardi: si vedrà in seguito se altre Regioni applichino questa novità) che aderiscano potrebbe passare dal 10% al 15%.
Dall’Unione Europea un bollo auto “a consumo”
Nel frattempo, torna a farsi sentire la proposta, a suo tempo avanzata dalla Commissione Europea, che individuerebbe una nuova modalità di calcolo della tassa di proprietà. Il nuovo provvedimento – che ha ricevuto parere positivo dalla Commissione Trasporti al Parlamento Europeo e per la quale si attende ora il “disco verde” dal Consiglio UE – sovvertirebbe di fatto l’attuale sistema di determinazione degli importi del bollo auto: non più in funzione della potenza del veicolo espressa in kW e dalla classe di inquinamento cui il veicolo stesso appartiene, ma esclusivamente sul quantitativo di emissioni ed in base al numero di km percorsi durante l’anno. Ovviamente, per una corretta applicazione il nuovo “bollo auto europeo” presuppone l’adozione di una “scatola nera” in grado di registrare le percorrenze compiute dal veicolo. Qualora il nuovo bollo europeo venisse approvato, i primi destinatari (2023) saranno i proprietari di automezzi aventi massa superiore a 2,4 tonnellate; successivamente (dal 2026) , il provvedimento si estenderebbe a tutti gli autoveicoli