Ogni mese migliaia di auto di lusso sono svendute e prendono la via dell’est Europa per timore dei controlli della Finanza e per i costi di gestione.
Ogni mese migliaia di auto di lusso sono svendute e prendono la via dell’est Europa per timore dei controlli della Finanza e per i costi di gestione.
Addio auto di lusso: molti proprietari, infatti, per non avere noie con il fisco preferiscono sbarazzarsi della propria vettura premium vendendola a qualche commerciante improvvisato di paesi dell’est europeo che, con il passaparola, hanno saputo che in certi casi questi veicoli “scottano” e i proprietari non li vogliono più vedere.
“Vengono infatti da Ucraina, Moldavia e Romania i nuovi imprenditori dell’auto usata – dice un concessionario italiano di prodotti di lusso – visto che molti nostri clienti hanno evidentemente un giro di affari in nero che non giustifica davanti al fisco e alla Finanza la presenza di BMW, Maserati, Range Rover, SUV, sportive o ammiraglie nel garage di casa.
“E’ un fenomeno recente – dicono all’Unrae – che si è fatto più frequente negli ultimi 3 mesi. Stiamo cercando di quantificare il fenomeno per capirne le dimensioni”. Secondo il centro studi dell’associazione costruttori auto esteri operanti in Italia, potrebbe essere un fenomeno molto più frequente di quanto si pensi, con migliaia di auto di grande valore che ogni mese lasciano fisicamente l’Italia rimorchiate da furgoni diretti verso il confine con Slovenia o Austria e, da lì, verso i citati Paesi dove c’è chi è disposto a pagare 20 o 25mila euro per una vettura premium che ne vale 40mila e che però in Italia non avrebbe mercato.
Chi invece ha già un quadro preciso della situazione è Loris Casadei, direttore generale di Porsche Italia che dice che prima dell’introduzione del superbollo, circa 60 Porsche usate alla settimana lasciavano il Paese con direzione est Europa. “Da dicembre, con l’entrata in vigore di tale superbollo, con l’incremento dei costi di gestione e con la Finanza in agguato, siamo passati alle 120 di gennaio e alle 200 odierne”.
In realtà sta fiorendo anche un mercato parallelo di neo-impernditori dell’auto che acquistano in Italia le auto più prestigiose come BMW, Ferrari, Audi o Mercedes e le rivendono in Germania, Svizzera o Austria se sono in buono stato e semi-nuove, in Romania, Ucraina, Polonia e Moldavia (o in generale nell’est europeo) se sono più datate e – in certi casi – anche in sud America, dove ci possono essere notevoli margini di guadagno visto che chi ha queste vetture tende a sbarazzarsene e visto che in quasi tutto il mondo si possono rivendere a cifre interessanti, pari al doppio rispetto al prezzo con cui le si è acquistate.
E i neo-imprenditori lo sanno e riescono a spuntare prezzi molto bassi facendo leva sul fatto che soprattutto queste vetture col passare del tempo si deprezzano.