Prosegue lo sciopero delle bisarche con un inasprimento dei toni che sfociano in violenza. Fiat ferma gli impianti di Pomigliano e Cassino.
Prosegue lo sciopero delle bisarche con un inasprimento dei toni che sfociano in violenza. Fiat ferma gli impianti di Pomigliano e Cassino.
Lo sciopero delle bisarche, i camion addetti al trasporto delle automobili dalla fabbrica ai concessionari, continua da più di un mese e le conseguenze si stanno ripercuotendo anche sui rivenditori e sui clienti finali.
L’allarme è stato lanciato da Fiat che in una nota afferma come si stiano verificando anche “numerosi episodi di violenza tra cui incendi di automezzi, minacce e aggressioni ad autisti che non aderiscono allo sciopero” e come questa prolungata agitazione stia causando “danni particolarmente gravi per Fiat Group Automobiles, che è stata costretta a fermare più volte l’attività in alcuni stabilimenti italiani, con rilevanti perdite economiche per l’azienda e per i lavoratori”.
Se le bisarche non dovessero riprendere a viaggiare regolarmente al più presto, settimana prossima toccherà fermarsi agli stabilimenti di Cassino, nei giorni dal 26 al 29 marzo, e di Pomigliano il 26 e 27 marzo. Ma la situazione non sembra voglia risolversi a breve, anzi.
Sempre nella nota divulgata, Fiat afferma come questo sciopero delle bisarche influenzerà negativamente anche le quote di mercato di questo e dei prossimi mesi oltre a come “il danno economico provocato dall’agitazione sta diventando insostenibile per il settore automotive italiano, già fortemente toccato dall’andamento del mercato”.