Un video diffuso da Google mette in evidenza gli effetti positivi che l’auto senza conducente potrebbe avere per l’indipendenza delle persone cieche.
Un video diffuso da Google mette in evidenza gli effetti positivi che l’auto senza conducente potrebbe avere per l’indipendenza delle persone cieche.
L’auto senza conducente a cui Google sta lavorando da qualche anno tramite dei test condotti su sei Toyota Prius e su una Audi TT è una realtà che dalle parti di Mountain View definiscono sempre più concreta.
Proprio in questi giorni, il gruppo californiano ha diffuso in Rete un filmato a metà tra lo stupefacente e il fantascientifico, con protagonisti una Prius guidata dal software realizzato da Google e Steve Mahan, un passeggero non vedente.
Nel video si nota come un’auto in grado di guidarsi da sola èuò rappresentare un aiuto impareggiabile per l’indipendenza di quelle persone che, come il protagonista del filmato, essendo non vedenti sono attualmente preclusi dal potersi spostare in automobile da soli, dovendo dipendere da un conducente umano di cui non tutti possono disporre.
Azionare i pedali dell’acceleratore e del freno, sterzare con precisione tramite un sistema radar con laser integrato e seguire le indicazioni stradali di un percorso pre-impostato sono tutte facoltà che il “conducente computerizzato” di Google è attualmente in grado di fare, come si vede nel video che il gruppo americano ha definito come “un esperimento tecnico”.
Si tratta pertanto di una dimostrazione, tesa più che altro a far capire la validità sociale di una simile tecnologia, la quale ha bisogno ancora di numerosi perfezionamenti per potere un giorno esordire sulle strade di tutti i giorni.
L’auto che si guida da sola di Google è in grado di scambiare costantemente informazioni con i data center di Mountain View, in modo da avere una costante fonte di dati aggiornati riguardante la mappatura del percorso e fornire al tempo stesso ai tecnici tutti i dettagli sul viaggio.
Il monitoraggio umano appare al momento una condizione imprescindibile e proprio in tal senso ci sarà da lavorare, cercando di affinare costantemente l’intelligenza artificiale del sistema fino a soddisfare tutti i requisiti di sicurezza richiesti per l’omologazione di una tale tecnologia sulle auto di serie.