La nuova generazione della citycar nipponica dovrebbe adottare una nuova meccanica mild hybrid in grado di ottimizzare le emissioni inquinanti.
Toyota continua a puntare sulla praticità delle citycar “tradizionali” annunciando che la prossima generazione della piccola Aygo sposerà l’elettrificazione per essere più efficiente nei consumi e nelle emissioni inquinanti. Ricordiamo che le prime due generazione della Toyota Aygo sono frutto di un progetto condiviso con il Gruppo PSA che ha dato vita alla nascita di tre vetture “gemelle”, ovvero la Citroen C1, la Peugeot 108 e ovviamente la già citata Toyota Aygo, tutte e tre le vetture risultano inoltre assemblate nello stabilimento di Kolin che si trova in Repubblica ceca.
Questa partnership trae origine all’inizio degli anni 2000 ed è proseguita con successo fino ad oggi. Nel prossimo futuro le cose però sono destinate a cambiare, infatti nel corso del 2021 l’impianto di Kolin verrà rilevato completamente dalla Casa dei tre ellissi e di conseguenza il Gruppo PSA uscirà definitivamente da questa joint venture. Di conseguenza, la terza generazione della Toyota Aygo sarà frutto di un progetto tutto nuovo e totalmente esclusivo, anche se la vettura continuerà ad essere realizzata in Repubblica Ceca. Con ogni probabilità, su questa decisione ha pesato molto anche la recente notizia dell’ormai certa fusione tra il colosso francese e il Gruppo FCA.
Secondo Van Zyl, amministratore delegato della divisione europea di Toyota, la nuova Aygo sarà necessariamente elettrificata, considerando che questo tipo di meccanica ecosostenibile si sposa alla perfezione con l’uso cittadino dedicato prevalentemente a questo tipo di vettura, considerando inoltre che per circolare in futuro nelle grandi città bisognerà rispettare normative anti inquinamento sempre più stringenti.
Da un altro punto di vista, bisogna tener conto che non sarà facile trarre profitti interessanti da una vettura dotata di una sofisticata e di conseguenza costosa meccanica 100% elettrica. Per questo motivo, la soluzione più logica che potrebbe essere adottata dalla citycar nipponica è quella del mild hybrid, in grado di ottimizzare le emissioni di CO2 della vettura, senza pesare troppo sui costi di produzione di quest’ultima. Bisogna però sottolineare che se Toyota è la numero uno al mondo per quanto riguarda le vetture full hybrid, la Casa giapponese non possiede invece vetture mild hybrid nella propria gamma, anche se questo ultimo ostacolo potrebbe essere facilmente superato attingendo alla recente collaborazione siglata con la Suzuki.