Unica nello stile, la Peugeot RCZ fa divertire in totale sicurezza.
Unica nello stile, la Peugeot RCZ fa divertire in totale sicurezza.
Nessuna è come lei, audace, caratteristica, spigliata e persino irriverente nei confronti delle supercar, stiamo parlando della Peugeot RCZ, una delle vetture più belle degli ultimi anni. Icona di stile, di una sportività accessibile e adattata all’utilizzo quotidiano, la RCZ esprime il suo massimo potenziale con la versione 1.6 turbo benzina da 200 CV che urla note di piacere nella zona alta del contagiri.
Esterno: un capolavoro
Difficilmente mi sono sbilanciato in questo modo per una vettura, perché per quanto costosa possa essere un’auto, c’è sempre qualche particolare che non mi convince, qualcosa che potrebbe essere migliorato, ma per la Peugeot RCZ è diverso, il suo stile da concept car è un richiamo al passato diretto al futuro, rappresenta qualcosa di mai visto prima e pure riporta alla mente dei flash-back di carrozzieri nostrani. Se nel frontale rivivono in maniera inedita le forme della 308, nel tetto si intravede la doppia gobba alla Zagato, gli archi dello stesso di colore argento snelliscono l’insieme e cambiano prospettive alle proporzioni, mentre i passaruota riempiti dai cerchi da 19 pollici donano forza al corpo vettura. Caratteristica la vista posteriore con lo spoiler a scomparsa, personale la fiancata con il piccolo finestrino laterale. Ci vuole poco a scambiare una RCZ per un’auto molto più costosa, e questo da solo vale più di mille complimenti, ci vuole personalità invece per sedersi nel suo abitacolo, perché in giro difficilmente vi toglieranno gli occhi di dosso. Di fianco allo Storm 300, l’ultraleggero immortalato nelle foto grazie alla perizia del pilota Gaspare Alesi ed alla collaborazione dell’Aero Club Pontinia Eagles (che fa capo al presidente Mario Messia), la RCZ appare come una sorta di aereo stradale per via del tetto elaborato che ricorda una sorta di carlinga.
Interno: 4 posti solo sulla carta
L’abitacolo della RCZ è meno appariscente della sua linea da prototipo, intendiamoci, con le finiture in pelle totale (optional) che avvolgono anche la plancia e lo schermo da 7 pollici del navigatore (optional) che fuoriesce non appena si mette in moto, l’effetto premium è garantito, ma a parte qualche elemento distintivo come l’orologio analogico bicolore e la pedaliera sportiva, ci sono tanti pulsanti già visti su altri modelli del Gruppo PSA. Questo non vuol dire che la qualità ne risenta, si tratta di comandi ben fatti, ma rappresenta il compromesso delle sinergie industriali. Ampio lo spazio nei posti anteriori, limitato nei sedili riservati ai passeggeri posteriori che, oltretutto, devono sottoporsi a determinate contorsioni per raggiungerli. Meglio usare questa porzione dell’abitacolo come una sorta di ampliamento del bagagliaio. Quest’ultimo è più che soddisfacente per una coupè, 321 dm3, e consente di caricare comodamente le valigie per il fine settimana, ma può arrivare a 639 dm3, abbattendo i posti posteriori.
Alla guida: equilibrio felino
Una volta al volante si fa presto a regolare i sedili elettrici (optional), ma lo sterzo si può muovere solo in altezza, mentre le cinture non sono così agevoli da afferrare. Si tratta di particolari che vengono dimenticati non appena il 4 cilindri turbo a benzina da 1,6 litri e 200 CV inizia a cantare. Questo motore, che abbiamo avuto occasione di provare in varie configurazioni sia su modelli del Gruppo PSA che BMW, vanta un sound originale, che invoglia a spingere sull’acceleratore e a salire di giri per ascoltarne l’acuto. Merito di una tecnologia sopraffina che annovera soluzioni interessanti come il sistema twin scrool, l’iniezione diretta sequenziale di benzina, la fasatura variabile continua, l’alzata variabile delle valvole, ed il Sound System che esalta la sinfonia di scarico. Ma il suono si accompagna anche alle prestazioni che consentono di sfiorare i 240 km/h e di accelerare da 0 a 100 km/h in 7,5 secondi. Sono numeri più che sufficienti per guidare su strada rischiando perennemente il ritiro della patente, ma che non la dicono tutta sul carattere della RCZ.
Il suo sterzo diretto, che mantiene fedelmente la traiettoria impostata, è capace di farvi dimenticare delle reazioni generate sul comando dai 200 CV in piena accelerazione e dalle asperità dell’asfalto, il cambio manuale a 6 marce, con la leva corta e rapida negli innesti, è gradevole da usare e sembra lo strumento adatto per suonare al meglio lo strumento a 4 cilindri nascosto sotto il cofano anteriore, mentre la frenata è pronta e potente. Sostanzialmente la RCZ vira piatta, senza gli scompensi in accelerazione delle trazioni anteriori potenti, i cerchi da 19 pollici aiutano l’auto a viaggiare come sui binari, mentre il retrotreno è una garanzia: non si scompone mai e non mette in apprensione il guidatore. Insomma, della RCZ ci si può fidare, non è una di quelle auto capaci di pugnalarvi alle spalle, e quando si supera il limite, generando il più classico dei sottosterzi, basta alleggerire il gas per riportare la situazione sotto controllo. Le sensazioni sono quelle di un’auto molto più potente e blasonata, ma non esistono le controindicazioni. Inoltre, con questa potenza non si incorre nel temuto superbollo e con la cilindrata ridotta non si è soggetti a controlli fiscali.
Parlare dei consumi, è un argomento particolare, la RCZ non è un mostro avido di carburante, ma con i suoi 200 CV a portata di piede non è nemmeno l’auto più parsimoniosa del mondo. Insomma, dipende da voi se la volete angelo o demone, ma con quel sound in accelerazione è difficile non resistere alla tentazione di scalare marcia anche quando non serve. Se il caro benzina vi spaventa vi consigliamo di optare per la versione diesel che ha quasi 40 CV in meno, 163 CV per l’esattezza, ma ha più coppia: 340 Nm contro i 275 Nm della versione a benzina.
Emozioni al giusto prezzo
Per quanto riguarda il prezzo per la RCZ c’è da coniare un nuovo rapporto, quello prezzo/emozione, che in questo caso la vede nettamente vincitrice. Certo, i 30.850 euro necessari per mettere in garage la 1.6 da 200 CV non sono pochi, ma non sono neanche molti se si considera che alcuni accessori come il bluetooth, i sensori di parcheggio (indispensabili), e il controllo automatico della velocità sono integrati nella dotazione di serie. Certo, per avere gli interni in pelle sono necessari 2.525 euro, per il navigatore satellitare ci vogliono altri 1.850 euro, mentre altri 1.110 euro rappresentano la cifra richiesta per i fari allo xeno, ma non si tratta di optional indispensabili.