Ecco come potrebbe essere il futuro dell’auto: guida autonoma, materiali sostenibili, alimentazione elettrica e tecnologie biometriche.
Come saranno le auto del futuro? Che per la mobilità degli anni a venire le Case costruttrici scelgano l’implementazione di tecnologie di guida autonoma e ad alimentazione elettrica, è un fatto ormai assodato, tante e tali sono da tempo le strategie di riposizionamento che i “big player” detengono sui rispettivi taccuini delle priorità. La questione è: come evolvere ulteriormente i sistemi hi-tech? E quando arriveranno le applicazioni pratiche in tal senso? Al CES 2020, prima grande rassegna internazionale che, a Las Vegas, apre oggi ai visitatori per concludersi venerdì 10 gennaio, le innovative – e inedite – soluzioni rivolte ad una ridefinizione del concetto di mobilità tornano sotto gli occhi dell’opinione pubblica. E c’è da giurarci che, da quest’anno, la cassa di risonanza è ancora più ampia, tenuto conto del fatto che, sostanzialmente, il Salone di Detroit – fino al 2019 il primo Salone dell’anno dedicato alle novità di mercato – si svolgerà a giugno; dunque, l’immagine “veicolo-centrica” del Consumer Electronics Show si rafforza ulteriormente.
Fra i principali Costruttori presenti al CES 2020, Mercedes espone la concept Vision Avtr, a sua volta – indicano i vertici della Stella a Tre Punte – chiamata a “Stabilire un nuovo punto di riferimento per l’EQ Power”, ovvero la tecnologia di propulsione elettrificata che, nell’avveniristico prototipo che in questi giorni fa bella mostra di se al Consumer Electronics Show 2020, si sposa con un engineering personalissimo ed evolutivo delle peculiarità espresse dalle concept Mercedes EQS (esposta al Salone di Francoforte 2019) e Silver Arrow Concept del 2018. Difficilmente vedremo Vision Avtr su strada; mai dire mai, tuttavia – per ammissione degli stessi manager di Stoccarda – si tratta di un esercizio tecnico: la prefigurazione di come la mobilità futura sia ancora tutta da scrivere, e dunque pienamente aperta a sempre nuove soluzioni hi-tech.
Si ispira ad Avatar
Il nome scelto, “Vision Avtr” (acronimo che sta per Advanced Vehicle Transformation), la dice lunga sulle origini del progetto: Mercedes Vision Avtr si ispira al mondo fantascientifico del film Avatar. Tanto nell’immagine complessiva del veicolo, quanto nei dettagli tecnici: ne costituisce una precisa indicazione, riferisce Mercedes, la stretta liaison che – con il semplice appoggio di una mano sul modulo-controller collocato sul tunnel centrale – pone in diretta congiunzione il conducente-utente e le funzionalità del veicolo, utili inoltre a “Stimolare l’immaginazione” di come potrebbero (il condizionale è, in questo caso, più che mai d’obbligo) le auto del futuro. Un po’ come, nella pellicola di James Cameron, avviene fra il popolo Na’vi e Pandora.
Corpo vettura
Meglio dimenticarsi i più recenti modelli di Stoccarda: la concept Mercedes Vision Avtr non somiglia ad alcuna vettura attualmente in produzione. Autentica show car, rappresenta una indicazione (peraltro concreta) di come, in un’ottica a lungo termine, le autovetture potranno essere. L’impostazione futuribile del prototipo è, peraltro, più che possibile, tenuto conto dello sviluppo dei sistemi self-driving, delle tecnologie powertrain e del concetto di “autoveicolo” in senso più ampio, che potrebbe essere sempre meno controllato dal conducente per assumere un ruolo di guida autonoma via via più marcato. L’identità esteriore sembra volutamente dimostrare il processo evolutivo del comparto auto al quale potremmo assistere: linee perfettamente tonde, all’insegna della più elevata penetrazione aerodinamica (quest’ultima, dal canto suo, ulteriormente amplificata dalla presenza di 33 “flaps” multifunzione presenti nella zona posteriore del veicolo e che si muovono in maniera simultanea).
Abitacolo: l’ambiente in una mano
Più che all’esterno (non soltanto), è all’interno che Mercedes Vision Avtr mette in evidenza i propri atout di veicolo strettamente connesso con il conducente e con il mondo esterno. Ciò, come accennato, avviene per mezzo del particolarissimo sistema di controllo intuitivo che avviene posizionando la mano sulla consolle centrale, per far sì che l’abitacolo “prenda vita” e il veicolo riconosca il guidatore dal suo respiro. Per la connessione visiva tra passeggeri ed ambiente esterno, interviene un modulo a display che sostituisce la plancia convenzionale e proietta, in un motivo grafico 3D, tutto ciò che avviene intorno al veicolo.
Materiali sostenibili per i rivestimenti
Mercedes Vision Avtr, indica Mercedes, “Abbina soluzioni hi-tech dichiaratamente futuristiche con ecologia e sostenibilità, attraverso una esposizione di come nel futuro l’interno di un’autovettura potrebbe apparire”. Superfici vegane, utilizzo di materiali ecologici “tradizionali” e nello stesso tempo ultra-moderni si fondono in un unico modulo: le aree posteriori dei sedili (rivestiti in ecopelle “Dinamica” in microfibra realizzata con il riciclo di vecchi abiti, stoffe e bottiglie in PET) e il rivestimento del padiglione portano in dote un tessuto che, ispirandosi alle nuance del mare, cambia colore a seconda della luce passando dal blu scuro ad un leggero blu chiaro; il pavimento del veicolo viene a sua volta impreziosito con l’impiego di legno Karuun, tipico dell’Indonesia e derivato dalla lavorazione del rattan, che dipendendo dalla biodiversità e non potendo prosperare in una monocoltura “Contribuisce alla protezione delle foreste pluviali del pianeta e garantisce un reddito sostenibile per la popolazione locale”.
Alimentazione elettrica, quattro motori e batterie al grafene
Se Mercedes Vision Avtr è, nell’insieme, “fantascientifica”, futuribile e destinata – almeno per quanto riguarda questo specifico modello – destinata a rimanere esercizio di stile e tecnologico, ciò che potrebbe trovare una rappresentazione concreta in tempi relativamente brevi è il modulo powertrain. “Sotto al cofano”, Mercedes Vision Avtr viene equipaggiata con quattro motori elettrici – dunque, uno per ogni ruota – che erogano una potenza complessiva di 470 CV. Da segnalare il peculiare sistema di alimentazione delle unità motrici “zero emission”: un pacco batterie da 100 kWh al grafene senza il ricorso a terre rare (cobalto e litio, per intenderci), completamente riciclabili e che, quindi, risolverebbero la delicata questione dello smaltimento delle batterie a fine vita. L’autonomia massima indicata da Mercedes è nell’ordine di 700 km, con tempi di ricarica rapidissimi: fino a 15 minuti per un “pieno” di energia.