Raffaele De Rosa al GP del Mugello ha compiuto uno spettacolare “rodeo”. Il nostro Francesco Giorgi ci ha visto la mano del grande Tazio. Chissà…
Raffaele De Rosa al GP del Mugello ha compiuto uno spettacolare “rodeo”. Il nostro Francesco Giorgi ci ha visto la mano del grande Tazio. Chissà…
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NDR: Prove della classe 250 al GP del Mugello: Raffaele De Rosa sulla sua Honda RS 250 RW sta per cadere, ma riesce con coraggio e padronanza assoluta della sua cavalcatura a tornare in sella.
Una sequenza che su YouTube è tra le più viste degli ultimi giorni e che dimostra la grande classe del giovane napoletano dello Scot Racing Team al suo primo anno nella quarto di litro.
Il coraggio di De Rosa ha ispirato il nostro Francesco Giorgi, che ha voluto vedere nell’incredibile salvataggio del rider italiano la mano di un grandissimo del passato. Un piccolo consiglio: date un’occhiata al video prima di proseguire e giudicate voi stessi…
“Quel giorno, da qualche parte nell’altra parte dell’universo, quella occupata dal Club dei Piedi Pesanti, Tazio non sapeva che fare. Si annoiava. Ogni tanto capita anche ai più grandi. Decise di osservare cosa c’era in giro; il suo sguardo si posò su quel puntino chiamato Terra. In una minuscola porzione di questo pianeta, un gruppo di piloti era impegnato al Gran Premio del Mugello.
La passione è la passione, e Tazio decise di soffermarsi su questa corsa. “Hai visto mai ci sia qualcuno che sia in grado di compiere qualche gesto spettacolare…”, pensò, memore anche del fatto che, proprio pochi giorni prima, aveva avuto una accesa discussione con Gilles, che accusava i piloti moderni di non avere più il fegato (e nemmeno i mezzi meccanici) per compiere delle prodezze da raccontare ai propri nipoti. Beh, forse la gara delle 250 faceva al caso suo: abbastanza potenti e spettacolari, forse erano il terreno adatto per guidare la mano di qualcuno verso una scena d’altri tempi.
Un giovane pilota italiano, De Rosa, a un certo punto diede inizio a una leggera sbandata. L’occhio di brace di Tazio si accese: in una frazione di secondo, si guardò la mano sinistra, quella dell'”anulare” immobilizzato dopo che gli venne spezzato di netto dopo una “strisciata” contro un muro al Circuito del Savio alla guida della Bianchi Freccia Celeste 350 (non poté fare altro, per evitare un concorrente che stava sbandando) e, infischiandosene del dito che si muoveva a banderuola e che rischiava di perdere per strada, ormai tenuto su solo da un lembo di pelle, aveva proseguito la sua corsa, come se nulla fosse, per più di mezz’ora, 15 giri del circuito ravennate.
Si era dovuto ritirare solo dopo essere svenuto per l’abbondante sangue perso e dopo che, fermatosi ai box per rifornire la sua Bianchi 350, un fiotto di benzina gli era caduto proprio sulla mano ferita. Si guardò, dunque, per un attimo la mano, e pose la stessa sulla testa di De Rosa. Fu un centesimo di secondo: senza perdere il controllo, il giovane pilota restò aggrappato al manubrio della moto, seguendone l’avanzare… a piedi.
Il “numero” proseguì per diverse decine di metri: gli stivaletti permisero a De Rosa di “scivolare” continuando a reggere con entrambe le mani il manubrio della moto. Gli spettatori ebbero appena il tempo di rendersi conto di quanto stava accadendo: De Rosa, nel frattempo, portando la velocità della moto a un punto da permettergli di risalire, montò “al volo” e riprese la sua corsa. Fu una questione di pochi secondi. Ma Tazio se la volle godere per intero. Abbozzò un sorriso. Ritirò la mano. Per quel giorno, si era divertito“.