Abbiamo guidato la wagon dell’ammiraglia di Casa Mazda che beneficia anche della trazione integrale per i fondi a bassa aderenza
Elegante ed equilibrata, la Mazda 6 offre la possibilità di scegliere anche la variante con trazione integrale che, in abbinamento alla configurazione wagon ed alla motorizzazione turbodiesel, consente di affrontare in sicurezza ogni fondo stradale e permette di ridurre le soste dal benzinaio.
Esterni: forme affascinanti che non inficiano la praticità
Le wagon continuano ad avere i loro estimatori e, nonostante l’arrembaggio dei SUV, offrono un valido compromesso a chi cerca una dinamica di guida brillante e grande capacità di carico. La Mazda 6 non si discosta da queste caratteristiche, ma non rinuncia ad un certo stile, anche se nella versione station è meno slanciata della variante berlina. Da quest’ultima però riprende gli elementi del recente facelift come la calandra di nuovo disegno, i gruppi ottici a LED che incorporano i fendinebbia ed i nuovi cerchi in lega, oltre a terminali di scarico più grandi.
Interni: spazio in abbondanza e grande cura nelle finiture
L’abitacolo è spazioso, come si conviene ad una wagon che può contare anche su un volume di carico importante, 522 litri contro i 480 litri della berlina, che possono arrivare a 1.664 litri abbattendo il divano posteriore. Bella la plancia a sviluppo orizzontale e rifinita con materiali di qualità, rinnovata la strumentazione con il tachimetro centrale che è anche uno schermo da 7 pollici, mentre un altro display da 8 pollici spunta sopra le bocchette del climatizzatore. I pulsanti sono ridotti al minimo ma quelli alla sinistra del volante sono poco visibili, inoltre, manca la ricarica wireless per lo smartphone, che però può dialogare con il sistema d’infotainment grazie alla compatibilità con Apple CarPlay ed Android Auto.
Al volante: sicura in ogni condizione
Tutto è sotto controllo senza la necessità di togliere lo sguardo dalla strada grazie all’head-up display, mentre l’assetto è più affilato con i nuovi ammortizzatori ed un sistema di fissaggio delle barre stabilizzatrici rivisto. Per migliorare la dinamica inoltre è stata anche rinforzata la scocca, ma quando l’aderenza inizia a scarseggiare ecco che la trazione integrale aiuta a gestire la coppia distribuendola tra i due assi. A proposito, quest’ultima è cresciuta di 25 Nm, arrivando a 445 Nm, mentre la potenza massima ha visto un incremento di 9 CV per un totale di 184 CV. Più performante dunque, ma anche più pulita, visto che rispecchia le norme più severe in materia di sostenibilità ambientale, grazie al catalizzatore anti-ossidi di azoto che sfrutta il famigerato AdBlue a base di urea. A livello di consumi siamo sui 14 km/l, ma bisogna considerare l’aggravio di peso del sistema AWD e la presenza del cambio automatico che regala una guida fluida in città ed in autostrada, e consente all’auto di ripartire autonomamente dopo una breve sosta quando è in funzione il cruise control adattivo.
Prezzo: 45.400 euro
La variante Signature della nostra prova è il top di gamma, sfrutta gli ultimi sistemi ADAS in tema di sicurezza attiva, vanta gli interni in pelle e tanti altri accessori di serie, e praticamente è una full-optional, per cui il prezzo di 45.400 euro è decisamente in linea con i contenuti proposti.