Posto che mai come ora occorre armarsi di prudenza e buon senso, vediamo quanti possono essere gli occupanti del veicolo nell’emergenza coronavirus.
Aggiornamento: 26/04/2020
Uno degli argomenti più discussi in questo periodo di lockdown è stato, tra gli altri, quello che riguarda il numero di persone che possono viaggiare in auto. Vediamo di fare chiarezza.
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Gli spostamenti in auto
Se durante il lockdown era possibile spostarsi solo in due persone per veicolo, a partire dal decreto emesso dal governo il 26 aprile c’è stato l’innalzamento a tre persone in auto, purché protetti con mascherine e guanti. Questa possibilità deriva dalle disposizioni per i servizi taxi e NCC, ovvero massimo due passeggeri più autista, e si ritiene quindi che debba applicarsi a tutti i veicoli, anche i privati. Di seguito riportiamo il testo originale relativo al nuovo obbligo.
“Per quanto riguarda i servizi di trasporto non di linea, oltre alle previsioni di carattere generale per tutti i servizi di trasporto pubblico, va innanzi tutto evitato che il passeggero occupi il posto disponibile vicino al conducente. Sui sedili posteriori nelle ordinarie vetture, al fine di rispettare le distanze di sicurezza, non potranno essere trasportati, distanziati il più possibile, più di due passeggeri qualora muniti di idonei dispositivi individuali di sicurezza, in mancanza di dispositivi potrà essere trasportato un solo passeggero. Nelle vetture omologate per il trasporto di sei o più passeggeri dovranno essere replicati modelli che non prevedano la presenza di più di due passeggeri per ogni fila di sedili, fermo restando l’uso di mascherine. È preferibile dotare le vetture di paratie divisorie. Il conducente dovrà indossare dispositivi di protezione individuali”.
Lavoro, necessità e salute
È utile ribadire le uniche tre “comprovate motivazioni” che consentono di uscire:
- lavoro (nel caso in cui – tranne ovviamente i lavori attualmente sospesi per emergenza coronavirus – ad esempio non sia possibile lavorare secondo soluzioni di tipo “smart working”
- necessità (ovvero, se si debba acquistare un particolare farmaco non disponibile nel proprio Comune, o ancora fare la spesa)
- motivi di salute (visite mediche, controlli sanitari).
L’autocertificazione non è un lasciapassare
L’inosservanza dei provvedimenti emessi dalle Autorità per ragioni di giustizia o sicurezza pubblica, ordine pubblico o igiene, comporta una sanzione amministrativa. Nel caso in cui l’autodichiarazione sia falsa (ovvero i motivi addotti nel modulo non siano veri), a carico del trasgressore c’è tanto l’art. 650 quanto la violazione all’art. 483 del Codice Penale: “Falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico”. In poche parole: il “falso in atto pubblico” che viene punito con l’arresto fino a due anni.