Per le aziende di servizi telematici «l’apparecchio non è il Grande Fratello e le modifiche alla bozza rendono più trasparenti i rapporti».
Per le aziende di servizi telematici «l’apparecchio non è il Grande Fratello e le modifiche alla bozza rendono più trasparenti i rapporti».
Le scatole nere installate dalle compagnie assicurative sulle autovetture continuano a far discutere, dopo le modifiche del Garante della protezione dei dati personali effettuate sulla bozza di regolamento (legge 27 del 24 marzo 2012) redatta dall’Isvap, l’Istituto di vigilanza delle assicurazioni private, e dopo gli articoli comparsi nei giorni scorsi su alcune testate nazionali che guardano con preoccupazione ai rilevatori accusandoli di essere strumenti degni del “Grande Fratello” orwelliano.
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L’intervento di Antonello Soro, presidente del Garante, mira alla tutela della privacy degli utenti che accettano di installare a bordo le scatole nere per avere sconti sulle tariffe: le imprese potranno trattare i dati personali solo in caso di sinistro o in occasione delle scadenze contrattuali; il dispositivo dovrà essere segnalato con una vetrofania; la rilevazione dell’ubicazione deve poter essere disattivata dal cliente anche via telefono o Internet in qualsiasi momento e i dati potranno essere conservati dalle assicurazioni, per finalità tariffarie, non oltre sette giorni dall’acquisizione e poi cancellati o resi anonimi.
La Telematic Services Providers Association, l’associazione di aziende italiane ed estere che erogano servizi telematici come il Location Based Service, ha accolto positivamente le nuove garanzie offerte, poiché «contribuiranno a rendere più trasparenti i rapporti tra i soggetti interessati, tutelando in particolare i consumatori da quei providers che non possono contare su una base clienti consolidata nei decenni grazie ad un rapporto di fiducia nato dall’apprezzamento dei benefici dell’innovazione tecnologica e che pertanto potrebbero adottare politiche poco chiare pur di conquistare quote di mercato».