La situazione negli Stati Uniti è particolarmente drammatica: il NAIAS slitta al 2021. Al posto degli stand, un grande ospedale per fronteggiare la pandemia.
L’espansione dell’emergenza coronavirus oltreoceano rappresenta una delle situazioni più drammatiche a livello mondiale: con il numero di decessi che negli Stati Uniti ha toccato quota duemila, gli USA si trovano a dover fronteggiare la pandemia da Covid-19 con un aumento dei casi di contagio fra i più elevati. E mentre il presidente Donald Trump ha, almeno per il momento, messo da parte l’eventualità di isolare per quarantena New York, il New Jersey ed il Connecticut, c’è chi si attiva per organizzare strutture di ricovero d’urgenza nei grandi complessi fieristici.
È il caso del Salone di Detroit: la grande rassegna delle novità dell’auto che si tiene con cadenza annuale nella Capitale americana del comparto automotive, e che per quest’anno era in calendario dal 7 al 20 giugno 2020, è stata cancellata. L’appuntamento slitta al 2021, quindi. Con tutta probabilità, il periodo di effettuazione della kermesse sarà invariato, vale a dire al principio dell’estate, secondo un turn-over, deciso nel 2018, con gli organizzatori del CES di Las Vegas per evitare la sovrapposizione di due eventi tecnologici di primo piano sul palcoscenico internazionale.
La notizia della cancellazione del NAIAS 2020 è stata riportata da un “lancio” Reuters, da Fox News, da Cnbc.com, da Automotive News, da Detroit Free Press e altre testate: al momento, il sito Web corporate, così come le pagine social ufficiali del Salone di Detroit, non riportano la notizia.
Un centro medico d’urgenza
La notizia è in ogni caso da segnalare anche in ragione del fatto che, parallelamente alla decisione di non effettuare il Salone di Detroit 2020, sia stato messo in atto uno dei provvedimenti d’urgenza, da parte delle organizzazioni sanitarie statunitensi, in ordine al contenimento dell’emergenza da coronavirus, che proprio nel Michigan ha attualmente un’incidenza fra le più elevate nell’intero territorio federale USA (le statistiche governative statali hanno sabato 28 marzo registrato 4.650 casi di contagio e 111 decessi). Si tratta, nello specifico, della scelta di allestire, nell’area del TCF Center (ex Cobo Center) di Detroit, un grande ospedale da campo. L’iniziativa, a cura della FEMA-Federal Emergency Management Administration (ovvero l’Agenzia federale incaricata della gestione delle emergenze, equivalente alla Protezione Civile italiana), è dunque quanto mai finalizzata al contenimento dell’emergenza sanitaria.
La salute al primo posto
“La salute e il benessere dei cittadini di Detroit e del Michigan sono di primaria importanza. Il TCF Center è il luogo ideale per la messa in atto di provvedimenti che vanno in questa direzione. Del resto, stiamo tutti vivendo una fase particolarmente critica e che non ha alcun precedente” funzione in questo momento critico e senza precedenti”, è la dichiarazione, raccolta dagli organi di stampa americani, di Rod Alberts, direttore esecutivo del North American International Auto Show.
I grandi numeri potranno essere ripresi soltanto dal prossimo anno
La decisione di non effettuare il Salone di Detroit 2020 rappresenta un ulteriore “colpo” per la filiera industriale e commerciale del Michigan, che si basano soprattutto sull’indotto automotive garantito dalla “Capitale americana dell’auto” e, di riflesso, dagli eventi che ruotano intorno alla filiera. Sono circa 800.000, in media, i visitatori che ogni anno affluiscono nei padiglioni del TCF Center (Cobo Center fino al 2019); a questi, sono ovviamente da aggiungere le centinaia di stand di aziende, società e gruppi industriali della filiera, più le decine di Case costruttrici che prendono parte alla manifestazione. Anche per questo – per garantire, cioè, un’adeguata visibilità della rassegna sul palcoscenico mondiale – gli organizzatori, rappresentati dalla Detroit Auto Dealers Association, avevano nei mesi scorsi deciso per lo spostamento del NAIAS dalla tradizionale collocazione di fine gennaio-inizio febbraio alla metà di giugno: si tratta, in effetti, di non sovrapporsi al Consumer Electronics Show di Las Vegas (manifestazione che, parallelamente allo sviluppo hi-tech che interessa anche il settore dell’auto, vede ogni anno una nutrita presenza di dalle Case costruttrici ed aziende dell’indotto), e nel contempo offrire ai visitatori tutto il corollario di appuntamenti “fuori Salone” (stand all’esterno e iniziative in diverse aree della città, secondo una recente tendenza che, fra gli altri e con un notevole gradimento riscontrato da parte del pubblico e delle aziende che vi hanno preso parte, ha avuto nel Salone dell’Auto di Torino Parco Valentino uno dei “pionieri” di questo innovativo format ), che interessano il tessuto urbano di Detroit e che, altrimenti, sono difficilmente organizzabili durante i freddi mesi invernali.
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Da Ginevra a New York: il 2020 delle cancellazioni
L’emergenza da coronavirus ha, in questi primi mesi del 2020, causato la sospensione di pressoché tutte le grandi rassegne internazionali delle novità automotive: il primo, in ordine di tempo, è stato il Salone di Ginevra, cancellato “in extremis” dal Consiglio federale di Berna in ordine alla espansione dei contagi (con molte delle anteprime programmate per quell’evento che sono state presentate in maniera virtuale); analoghi provvedimenti hanno via via riguardato il Salone di New York, che da aprile è stato rinviato alla fine di agosto; e la cancellazione del Salone di Pechino. Analogamente, il Goodwood Festival of Speed, il cui taglio del nastro era in programma per il 9 luglio, è stato rinviato “a data da destinarsi” (più avanti si saprà quando). E se la Motor Valley Fest si terrà – dal 14 al 17 maggio 2020 – in un’inedita edizione online, è recentissima la notizia della cancellazione dei Roma Motodays 2020. Riflettori puntati sul Milano Monza Open-Air Motor Show 2020, in programma dal 18 al 21 giugno: gli organizzatori hanno recentemente ribadito la propria volontà di mettere la kermesse in cantiere; staremo a vedere come evolverà la situazione.