L’emergenza da Covid-19 ed il blocco di gran parte delle attività ha provocato un -85,42%. Le Associazioni di categoria chiedono azioni immediate.
Era chiaro che non avrebbe potuto essere positivo: ci si attendeva che l’emergenza da coronavirus che di fatto sta bloccando gran parte del mondo ed ha notevolissime ripercussioni sull’industria e sul commercio – e di conseguenza sui mercati – si sarebbe fatta sentire in maniera drammatica anche sul piano dei risultati di mercato. L’osservazione del consuntivo delle nuove immatricolazioni di autovetture in Italia relative a marzo 2020 suscita tuttavia spavento.
Un tracollo: non si saprebbe come definirlo altrimenti
Le immatricolazioni del “nuovo” in Italia, già “in rosso” a febbraio che si era concluso con un -8,8% rispetto a dodici mesi prima, hanno a marzo 2020 fatto segnare un calo dell’85,42%.
Le cifre assolute di vendita
- Totale nuove autovetture immatricolate: 28.326
- Totale marzo 2019: 194.302.
- Andamento del primo trimestre 2020 in Italia: -35,47%
- Totale nuove autovetture immatricolate nel periodo gennaio-marzo 2020: 347.193
- Primo trimestre 2019: 538.067.
Il mercato auto in Italia di marzo per Gruppi
Soltanto due Case costruttrici hanno in Italia ottenuto un “aumento” nelle nuove immatricolazioni: si tratta di Aston Martin, che ha immesso in circolazione due unità contro una di marzo 2019 (+100%, quindi); e Tesla, che ha fatto registrare 424 immatricolazioni, corrispondenti al +57,62% rispetto a marzo dello scorso anno. Tutti gli altri costruttori sono in negativo; e tutti, se si esclude Lamborghini che ha fatto segnare un -8,33%, hanno concluso marzo 2020 con una caduta a doppia cifra.
FCA: -90,28%
Fiat-Chrysler Automobiles ha, a marzo 2020, immatricolato 4.692 vetture: oltre il 90% in meno rispetto alle 48.274 di marzo 2019. Nel primo trimestre di quest’anno, il totale dell’immatricolato ammonta a 86.3312 unità, il 35,04% in meno dai primi tre mesi dello scorso anno.
- Fiat: -91,18% (2.794 nuove immatricolazioni)
- Jeep/Dodge: -86,48% (1.070)
- Lancia/Chrysler: -91,55% (514)
- Alfa Romeo: -88,88% (271)
- Maserati: -77,34% (29)
- Ferrari: -62,16% (14).
PSA Groupe: -89,24%
Totale immatricolato a marzo 2020: 3.430 unità (31.872 a marzo 2019)
- Peugeot: -86,28% (1.496 nuove immatricolazioni)
- Citroen: -89,19% (1.031)
- Opel: -92,55% (824)
- DS Automobiles: -78,59% (79).
Gruppo Volkswagen: -84,61%
Totale immatricolato a marzo 2020: 4.548 unità (29.549 a marzo 2019)
- Volkswagen: -86,83% (2.316 nuove immatricolazioni)
- Audi: -81,22% (1.208)
- Skoda: -73,25% (719)
- Seat: -89,95% (283)
- Lamborghini: -8,33% (22).
Renault Groupe: -86,07%
Totale immatricolato a marzo 2020: 2.917 unità (20.942 a marzo 2019)
- Renault: -86,10% (1.702 nuove immatricolazioni)
- Dacia: -86,03% (1.215).
Ford: -85,74%
Totale immatricolato a marzo 2020: 1.759 unità (20.942 a marzo 2019).
Toyota Group: -87,00%
Totale immatricolato a marzo 2020: 1.218 unità (9.366 a marzo 2019)
- Toyota: -86,95% (1.216 nuove immatricolazioni)
- Lexus: -87,52% (92).
Bmw Group: -87,50%
Totale immatricolato a marzo 2020: 1.072 unità (8.573 a marzo 2019)
- Bmw: -88,60% (723 nuove immatricolazioni)
- Mini: -84,34% (349).
Daimler AG: -79,82%
Totale immatricolato a marzo 2020: 1.756 unità (8.703 a marzo 2019)
- Mercedes: -74,91% (1.591 nuove immatricolazioni)
- Smart: -93,02% (165).
Hyundai: -83,20%
Totale immatricolato a marzo 2020: 783 unità (4.660 a marzo 2019)
Kia: -59,05%
Totale immatricolato a marzo 2020: 1.624 unità (3.966 a marzo 2019)
Nissan Groupe: -85,32%
Totale immatricolato a marzo 2020: 686 unità (4.672 a marzo 2019)
- Nissan: -85,33% (684 nuove immatricolazioni)
- Infiniti: -81,82% (2)
Suzuki: -57,49%
Totale immatricolato a marzo 2020: 1.208 unità (2.842 a marzo 2019)
Jaguar Land Rover: -66,75%
Totale immatricolato a marzo 2020: 666 unità (2.003 a marzo 2019)
- Jaguar: -74,28% (170 nuove immatricolazioni)
- Land Rover: -63,04% (496)
Volvo: -69,01%
Totale immatricolato a marzo 2020: 653 unità (2.107 a marzo 2019)
Mazda: -89,26%
Totale immatricolato a marzo 2020: 147 unità (1.369 a marzo 2020)
Honda: -84,13%
Totale immatricolato a marzo 2020: 142 unità (895 a marzo 2019)
Porsche: -45,4%
Totale immatricolato a marzo 2020: 216 unità (393 a marzo 2019)
Mitsubishi: -80,62%
Totale immatricolato a marzo 2020: 118 unità (609 a marzo 2019)
Tesla: +57,62%
Totale immatricolato a marzo 2020: 424 unità (269 a marzo 2019)
DR Motor: -77,38%
Totale immatricolato a marzo 2020: 69 unità (305 a marzo 2019)
Subaru: -47,59%
Totale immatricolato a marzo 2020: 87 unità (166 a marzo 2019)
SsangYong: -93,80%
Totale immatricolato a marzo 2020: 17 unità (274 a marzo 2019)
Mahindra: -48,31%
Totale immatricolato a marzo 2020: 61 unità (118 a marzo 2019)
Great Wall
Totale immatricolato a marzo 2020: 18 unità (0 a marzo 2019)
Aston Martin: +100%
Totale immatricolato a marzo 2020: 2 unità (1 a marzo 2019)
Altre: -65,79%
Totale immatricolato a marzo 2020: 13 unità (38 a marzo 2019).
Nell’ecatombe, si salvano soltanto le auto elettriche
In base all’alimentazione, ecco l’andamento di marzo 2020.
Auto a benzina: -87,4%
Auto a gasolio: -88,0%
Auto a Gpl: -82,6%
Auto a metano: -73,1%
Auto ibride: -61,04%
Auto elettriche: +48,9%.
Modello per modello, la Top Ten di marzo 2020
In cima alla classifica mensile, al primo posto Fiat Panda mantiene ben salda la propria leadership che perdura da molti mesi. Alle sue spalle, la “segmento B” Renault Clio, che si conferma “supercompatta” più venduta in Italia; per trovare l’antagonista nazionale Lancia Ypsilon, rimasta ultimo baluardo italiano a difesa della “fascia B” (e unico modello portabandiera Lancia), bisogna scorrere fino alla sesta posizione. A completare il podio troviamo Dacia Duster e, subito sotto, Jeep Renegade. L'”urban-crossover” Fiat 500X conclude i primi dieci posti.
- Fiat Panda (1.188 unità immatricolate a marzo 2020)
- Renault Clio (806)
- Dacia Duster (761)
- Jeep Renegade (678)
- Volkswagen T-Roc (599)
- Lancia Ypsilon (514)
- Peugeot 3008 (513)
- Mercedes Classe A (503)
- Citroen C3 (486)
- Fiat 500X (462).
La situazione è più che drammatica
Se si considera che la filiera automotive incide per il 10% sul PIL nazionale, è facile dedurre che l’emergenza da Covid-19 potrebbe concretizzare una gravissima crisi anche – e soprattutto- riguardo all’indotto: le reti di vendita, la produzione e la fornitura di parti staccate, l’approvvigionamento di componenti. Tutte “voci” strettamente correlate all’andamento del mercato.
Attenzione ad aprile
La tendenza potrebbe rischiare di prolungarsi anche per il mese appena iniziato: con la pandemia che non accenna ad allentare la propria morsa, in effetti, se a marzo l’immatricolato ha fatto registrare oltre l’85% in meno su base annua, per aprile la stima è cupa. È ovviamente difficile azzardare delle previsioni: tutto starebbe a conoscere quando, di fatto, l’emergenza da coronavirus inizierà a diminuire; e, di conseguenza, quando le (giuste!) limitazioni agli spostamenti decise dal Governo lo scorso 10 marzo ed ulteriormente inasprite il 25 marzo potranno dirsi superate e, come risultato, le attività produttive riprenderanno a regime.
Vale, a questo proposito, riportare il consuntivo di marzo 2020 relativo ai canali di immatricolazione. Le nuove autovetture immesse in circolazione per uso privato hanno subito un calo dell’82,39% (praticamente, chi aveva già ordinato un’auto, ha avuto modo di ritirarla soltanto nella prima quindicina del mese, prima cioè che l’Italia si bloccasse quasi del tutto); il settore delle auto aziendali ha riportato un crollo del 94,33%, le auto-immatricolazioni (autovetture KM 0) hanno fatto segnare un -95,1%; e se il noleggio a lungo termine ha registrato -79,90%, il noleggio a breve termine si è quasi azzerato (-97,23%), fattore dovuto per lo più al fatto che i viaggi di lavoro ed il turismo si sono bloccati.
Unrae: situazione senza precedenti, i prossimi mesi saranno drammatici
Le quasi 166.000 nuove immatricolazioni in meno fatte registrare a marzo 2020, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, vengono commentate a tinte peggio che fosche dall’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri: “La risoluzione, in tempi non brevi, della drammatica crisi sanitaria da Covid-19, con gli effetti che la chiusura avrà sull’economia, e il tracollo senza precedenti nella sua dimensione e velocità, del mercato auto che abbiamo visto nelle scorse settimane, lasciano presagire una pesantissima caduta del mercato auto nel 2020, che potrebbe chiudere, nel migliore dei casi, intorno a 1.300.000 unità, un terzo in meno rispetto al 2019”, dichiara Michele Crisci, presidente Unrae; il quale, nella stima per i mesi a venire, non usa mezzi termini: “L’impatto di un blocco di due o tre mesi sarebbe comunque devastante per l’intero settore automotive in Italia e in particolare per la filiera della distribuzione e assistenza, con il concreto rischio di chiusura di numerose imprese del comparto, per mancanza di fatturato e conseguente crisi di liquidità, e di perdita di una quota consistente dei 160.00 occupati”.
Promotor: quadro allarmante
Il livello delle nuove immatricolazioni a marzo, paragonabile all’epoca pre-boom economico, potrebbe rischiare di protrarsi: “Le previsioni per i prossimi mesi sono di cali analoghi o superiori fino a che durerà l’emergenza – sottolinea una nota di Centro Studi Promotor – Dall’inchiesta congiunturale condotta dal Centro Studi Promotor a fine marzo sui concessionari emerge un quadro assolutamente allarmante. La quasi totalità degli interpellati denuncia una caduta verticale nell’acquisizione degli ordini e si attende mercato in forte calo nei prossimi mesi, mentre l’indicatore di fiducia dei concessionari, determinato dal Centro Studi Promotor, crolla da 25,10 di febbraio a 4,30 di marzo”. “Per fare una previsione sul possibile andamento dell’intero 2020 occorre prevedere quando l’emergenza finirà, operazione che, in questo momento, appare assolutamente azzardata. E’ lecito comunque ritenere che il calo del mercato dell’auto nel 2020 sarà comunque veramente severo e dipenderà sia da come verrà affrontata l’emergenza nei prossimi mesi sia dalle misure che si adotteranno per rilanciare la domanda a emergenza finita”.
Indispensabile un rilancio immediato della domanda
Le concessionarie, riferisce Centro Studi Promotor riferendosi al campanello d’allarme suonato da Federauto, “Una immediata iniezione di liquidità per evitare il dissesto di moltissime aziende, dato che la distribuzione di un prodotto costoso come l’auto, ma con margini limitati, comporta un grande impegno finanziario”. Resta essenziale, osserva Gian Primo Quagliano, presidente di Centro Studi Promotor, “Mettere a punto da subito gli strumenti per rilanciare la domanda non appena l’emergenza finirà. In sostanza bisogna prevedere senza indugio un meccanismo di incentivazione della domanda in grado di favorire, non solo l’acquisto di auto verdi, ma anche di auto ad alimentazione tradizionale di ultima generazione a fronte della rottamazione di modelli di generazioni precedenti, non escludendo la rottamazione incentivata di auto usate molto inquinanti con auto usate più recenti”.
Un coro unanime: si chiedono misure straordinarie
La questione-chiave è: come aiutare la filiera automotive a risalire la china, considerato che se marzo è stato pessimo, aprile sarà con tutta probabilità altrettanto negativo (per non parlare dei mesi successivi, ma nessuno possiede la sfera di cristallo dunque preferiamo focalizzare la nostra attenzione sull’immediato)? Dalle Associazioni che rappresentano le Case costruttrici, l’imperativo è uno: “sotto” con gli aiuti concreti alle imprese. Lo chiede Anfia, ed in parallelo è l’indicazione che arriva da Unrae.
Anfia: supporto alla liquidità e strumenti straordinari
Dall’Associazione Nazionale della Filiera dell’Industria Automobilistica, l’urgenza principale è “Aiutare in concreto le imprese per superare l’impasse e arrivare preparate alla graduale riapertura delle attività, strutturando, al contempo, un più ampio piano di rilancio dell’intero settore”, dichiara il presidente Paolo Scudieri. Fra i provvedimenti “Immediatamente necessari”, il numero uno di Anfia individua “Interventi a supporto della liquidità, finanziamenti agevolati del capitale circolante con durata fino a 10 anni e garanzia dello Stato, la sospensione di tutti i pagamenti per imposte, tasse e contributi previdenziali e assistenziali fino alla fine del periodo di emergenza e una riduzione dei tempi necessari per ottenere il rimborso dei crediti d’imposta”, ma anche “Sostenere le attività di ricerca, sviluppo e innovazione, incrementando i relativi crediti d’imposta e prorogandoli fino al 2025, nonché gli investimenti in beni strumentali, agendo in maniera analoga sul credito d’imposta introdotto dalla legge di bilancio 2020”. Per la ripresa, Anfia pensa ad “Un rafforzamento del bonus esistente per le vetture elettrificate fino a 60 g/km di CO2, con maggiori risorse destinate, e l’inclusione di un’ulteriore fascia incentivabile per vetture ad alimentazione alternativa fino a 95 g/km di CO2, così da rivolgerlo ad un pubblico più vasto, rendendolo strumento idoneo a risollevare la domanda già nei prossimi mesi”.
Unrae: le indicazioni per il sostegno
Fermo restando, indica l’Unione nazionale delle Case automobilistiche estere, un immediato intervento (da inserire già in sede di Decreto “Cura Italia”) attraverso misure di sostegno finanziario a protezione della liquidità delle concessionarie ed evitare che l’intero sistema crolli, il presidente Unrae Michele Crisci chiede la messa in atto di azioni a supporto della domanda.
Modifiche all’Ecobonus per ampliare lo spettro dei veicoli incentivabili
- introduzione di una terza fascia di incentivi per autovetture con emissioni di CO2 da 61 a 95 g/km: incentivo di € 2000 per l’acquisto di un’autovettura con rottamazione e di € 1.000 senza rottamazione;
- aumento degli importi unitari della fascia di emissioni di CO2 da 20 a 60 g/km: integrazione dell’attuale incentivo con + € 1.500 per l’acquisto di un’autovettura con rottamazione (tot. € 4.000) e con + € 1.000 senza rottamazione (tot. € 2.500);
- potenziamento sostanziale dell’attuale fondo stanziato fino ad almeno 1.000 milioni di euro.
Riallineamento fiscale agli standard degli altri Paesi UE sui veicoli aziendali nuovi
- aumento del tetto del costo deducibile fino a 50.000 €;
- aumento fino al 100% della quota ammortizzabile;
- aumento fino al 100% della detraibilità dell’IVA.