Nella conference call con i vertici della Formula 1 i costruttori hanno manifestato l’esigenza di un budget cap diverso dai clienti
Difficile prendere delle decisioni nel periodo della pandemia, ma la Formula 1 si adegua ai tempi e così c’è voluto un pomeriggio per far dialogare in conference call tutti i team principal con personaggi del calibro di Jean Todt, Ross Brawn e Chase Carey, ovvero lo stato maggiore della massima formula.
In questa situazione, in cui non è ancora chiaro quando partirà il mondiale, visto che il gran premio del Canada è in via di cancellazione e che ancora una volta lo start si sposterà più in là, forse in occasione della gara austriaca del 7 luglio, non è stato il cambio regolamentare del 2022 a tenere banco, ma il budget cap. Infatti, i costi rappresentano un problema per i team in questo momento storico nel quale alcune squadre sono intervenute mediante una riduzione degli stipendi , mentre altre non vedono di buon occhio un abbassamento del budget cap da 175 milioni di dollari a 150, se non a determinate condizioni. Nello specifico, si tratta dei top team come Ferrari, Mercedes e Red Bull, i quali hanno manifestato la necessità dei costruttori di avere maggiori possibilità di spesa rispetto ai team clienti. Infatti, i primi hanno la necessità di metter in conto i costi di ricerca e sviluppo rispetto ai secondi che acquistano elementi già pronti all’uso. Tutto questo andrebbe a scongiurare una maggiore liquidità per le squadre minori che potrebbero riversare il budget non utilizzato nella progettazione e nella realizzazione di componenti tecniche per affinare le loro monoposto. Infine, è stato stabilito che i costi di ricerca in vista del cambio regolamentare del 2022 saranno messi in conto nelle spese del 2021 se questi sviluppi saranno effettuati nel corso del 2021.
Insomma, la Formula 1 sta cambiando, anche per via del corona virus, e non è detto che non ci saranno ulteriori sviluppi che andranno di pari passo con l’evoluzione della pandemia in corso.