Mazda MX-30: allo studio il motore rotativo come range extender

Redazione Motori.it
14 Aprile 2020
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Mazda MX-30

Ora è ufficiale, ad Hiroshima si torna a considerare il motore tipo Wankel: servirà a dare maggiore autonomia al nuovo crossover elettrico.

Opportunamente riadattate in ordine allo sviluppo delle tecnologie di propulsione, anche alcune delle soluzioni meccatroniche da tempo conservate negli “archivi” tecnici possono tornare utili parallelamente allo sviluppo della nuova mobilità eco friendly. È il caso di Mazda: il marchio di Hiroshima, che per decenni ha fatto ricorso al motore rotativo quale personale “biglietto da visita” tecnico, potrebbe tornare ad equipaggiarne un proprio modello. Nella fattispecie, si tratta del nuovo elettro-crossover Mazda MX-30, svelato in anteprima in occasione del Salone di Tokyo 2019 e che, in Europa, era atteso in anteprima al Salone di Ginevra 2020, cancellato a pochi giorni dal via all’edizione numero 90 a causa del dilagare dell’emergenza da Coronavirus.

260 km di autonomia: l'”aiutino” può far andare più lontano

Secondo un’anticipazione ufficiale, a bordo di Mazda MX-30 potrà essere presente proprio un motore tipo Wankel. Ovviamente non in qualità di unità motrice principale, quanto nel ruolo di “range extender”: l’obiettivo è rivolto ad aumentarne l’autonomia di marcia garantita da una singola ricarica delle batterie agli ioni di litio da 35,5 kWh che, a ciclo combinato (secondo gli standard WLTP) sarà nell’ordine di 200 km e, a ciclo urbano, si attesterà su 260 km. Valori di per se più che sufficienti ad assicurare la quotidiana “copertura” dei tragitti urbani, metropolitani ed inter-city: è tuttavia chiaro che per una via via maggiore incidenza delle auto elettriche nel parco circolante, affidarsi a sistemi supplementari di alimentazione può costituire un ulteriore “quid” potenzialmente in grado di attirare l’attenzione dei mercati; e, per di più, senza aumentare la capacità delle batterie. E per “agganciare” il futuro del marchio con la sua tradizione, i vertici Mazda hanno scelto di anticipare la “big news” (che farà piacere agli appassionati delle soluzioni anticonformiste tipiche della produzione di Hiroshima) in una retrospettiva sulla coupé-simbolo a motore rotativo: la storica RX-7 che in ventiquattro anni (1978-2002) di produzione e tre serie successive, venne venduta in più di 811.000 unità, cifre che fanno di RX-7 la vettura a motore tipo Wankel più venduta nella storia. Mazda, si legge nel comunicato, “Ha sviluppato un prototipo Mazda2 EV con un piccolo motore a singolo rotore utilizzato come range extender per ampliarne l’autonomia. Gli ingegneri Mazda stanno studiando un sistema simile per la Mazda MX-30, il nuovo SUV crossover elettrico che arriverà quest’anno nelle concessionarie”.

Aggancio fra tradizione e futuro

La notizia di un reimpiego del motore tipo Wankel “sotto il cofano” di un modello Mazda elettrico di nuova generazione era, in effetti, nell’aria da tempo: una prima indicazione risale all’autunno 2018 (vale a dire a sei anni dall’addio dell’ultima vettura rotativa dai mercati, ovvero la coupé a quattro porte “ad armadio” RX-8 che si congedò nel 2012 dopo nove anni di produzione). Con l’imminente arrivo del crossover “zero emission” MX-30, e tenuto conto del fatto che nel presente 2020 ricorrono i cent’anni dalla fondazione di Mazda, potremmo nei prossimi mesi -cioè quando la novità 100% elettrica di Hiroshima debutterà su strada – salutare il ritorno di un motore rotativo.

Caratteristiche simili alla concept Mazda2 EV Range Extender?

In questo senso, il riferimento al progetto Mazda 2 EV Range Extender potrebbe fornire un chiaro indizio in merito alle caratteristiche dell’unità tipo Wankel: la “supercompatta” giapponese presentata a fine 2013 come vettura-laboratorio era, in effetti, equipaggiata con un motore elettrico da 100 CV, alimentato da batterie agli ioni di litio in grado di assicurare alla vettura un’autonomia di 200 km; e da un piccolo rotore da 330 cc e 38 CV, tuttavia a potenza e regime massimo di funzionamento limitati (20 CV a 2.000 giri/min: velocità di rotazione e “cavalleria” davvero bassi per un motore tipo Wankel), che serviva unicamente a fornire l’energia termica sufficiente alla ricarica delle batterie. Per questo, il serbatoio della benzina era altrettanto “small”: appena 9 litri; e tutto sommato contenuto era il peso in più: un centinaio di kg.

La relativa leggerezza, unità alla maggiore semplicità di assemblaggio (meno componenti rispetto ad un “convenzionale” motore a combustione interna) garantiti dal motore rotativo, sono potenzialmente in grado di sopperire all’offerta di più autonomia per l’auto elettrica. Ed è quanto si potrà vedere sotto il cofano di Mazda MX-30.

Mazda MX-30: immagini ufficiali

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