Il fuoriclasse tedesco ha ottenuto 14 successi con le monoposto di Maranello: ecco un’antologia delle sue imprese memorabili.
Che Sebastian Vettel, nel 2021, non vestirà più i colori Ferrari, è una delle “big news” che caratterizzano la fase di attesa verso la definitiva partenza di una stagione 2020 non ancora iniziata a causa dell’emergenza da Coronavirus. Quando il “circus” si metterà nuovamente in azione (ciò dovrebbe avvenire il 5 luglio, al Red Bull Ring in Austria), per Sebastian sarà la sesta annata con il “Cavallino”. E sarà l’ultima.
La storia già racconta di cinque stagioni che si sono snodate fra momenti positivi, alcuni dei quali indimenticabili, ed altri meno belli. In ogni caso, chi abbia salutato l’arrivo di Sebastian Vettel a Maranello, alla vigilia del 2015, come un possibile “novello” Michael Schumacher, deve avere avuto motivo di ricredersi, tante e tali sono le differenze, anche caratteriali, che intercorrono tra i due fuoriclasse.
Bisogna poi tenere presente che l’impegno di Vettel in Ferrari è giunto nella fase di massima espansione, e poi di lunga consacrazione, dell’”armata” Mercedes. In quattordici occasioni, anzi, Vettel ha prevalso sulle monoposto della “Stella a Tre Punte”, dimostrando una classe di livello assoluto ed una serie di successi che fanno già parte delle grandi storie della Formula 1.
I momenti più esaltanti
Ecco una carrellata delle sue imprese più belle al volante della Ferrari; con l’auspicio di ottenerne altre, nel 2020, per congedarsi dai ferraristi con il massimo onore che è doveroso riservare ad un pilota giustamente annoverato fra i migliori di tutti i tempi.
Sepang 2015: la prima vittoria
A riaccendere le speranze di milioni di tifosi che, dopo l’acuto di Fernando Alonso al GP di Spagna 2013 avevano trascorso l’intera stagione successiva in attesa di una nuova vittoria che non era arrivata, il secondo Gran Premio 2015. All’inizio di stagione, quindi; e proprio all’inizio del rapporto fra Sebastian Vettel e Ferrari. Per il quattro volte campione mondiale, all’epoca freschissimo di approdo a Maranello, si trattò della quarantesima vittoria personale.
Un “quasi debutto” col botto, peraltro anticipato, due settimane prima, dal terzo posto che Vettel aveva ottenuto al termine del GP di Australia, fischio di inizio della stagione 2015. Una vittoria che Sebastian mancava dal GP di Abu Dhabi 2013, e per di più “coronata” dall’avere relegato il duo Mercedes (Lewis Hamilton e Nico Rosberg) al secondo ed al terzo posto finale. Erano quasi nove anni (GP di Monaco 2006, vittoria di Michael Schumacher) che l’inno tedesco, insieme a quello italiano, non venivano più suonati sul podio.
Monza 2015: la gioia del podio nella gara “di casa”
Non una vittoria, tuttavia la soddisfazione di concludere sul podio, al posto d’onore, il Gran premio “di casa” per Ferrari, e proprio dove, nel 2008, al volante della Toro Rosso, aveva conquistato il primo successo in carriera, risultando così il più giovane vincitore di un Gran Premio iridato. Nel 2015, le monoposto Mercedes si erano rivelate… in eccesso di superiorità, motivo per cui un secondo posto finale a Monza è da incorniciare. Lo stesso Vettel ebbe a ricordare, successivamente, che quel podio al Gran Premio d’Italia 2015 fu il più memorabile della sua carriera.
Poco importa se davanti a lui, in quella domenica di settembre, ci fosse “il solito” Lewis Hamilton: per Sebastian, Monza 2015 ha rappresentato il primo podio “casalingo” con la nuova “divisa” Ferrari. Ne sarebbero seguiti altri due (2016 e 2017, entrambi conclusi in terza posizione, e sempre dietro… alle Mercedes), mentre nel 2018 Vettel giunse quarto (con l’inossidabile Kimi Raikkonen in seconda posizione) e nel 2019 della seconda vittoria consecutiva di un neo-compagno di squadra Charles Leclerc in stato di grazia, ha terminato la corsa al di fuori della zona punti complice un testacoda alla Variante Ascari ed una successiva penalizzazione “Stop and Go” mentre era in quarta posizione.
Monaco 2017: Ferrari al trionfo nel Principato dopo 16 anni
O la vittoria che rompe un lunghissimo digiuno. Sedici anni, nel rutilante circus della massima Formula dove tutto si evolve in maniera rapidissima, equivalgono… ad un’era geologica. Ebbene, il successo di Sebastian Vettel a Montecarlo, nel 2017, ruppe un incantesimo che durava dal 2001: il circuito-salotto sembrava stregato per i colori di Maranello (l’ultima vittoria in ordine di tempo datava al 2001, con Michael Schumacher davanti a Rubens Barrichello).
Ebbene: in quella domenica di maggio, nel Principato sono tornate a riecheggiare le note degli inni italiano e tedesco, culmine di una magica giornata che aveva già avuto un promettente prologo con la prima fila tutta rossa (pole position per Kimi Raikkonen: erano quasi nove anni che il finlandese non partiva davanti a tutti) e si è conclusa con la prima “doppietta” Ferrari dopo sei anni.
GP Montréal 2018: il cinquantesimo sigillo
C’è da scommettere che sulle alterne fortune che contrassegnarono il 2018 si discuterà a lungo: prima della clamorosa uscita di posta mentre era in prima posizione al Gran Premio di Germania (ne parleremo in altra sede), tuttavia, la stagione era iniziata sotto buoni auspici. Il tedesco aveva già vinto in Australia, si era ripetuto nel GP del Bahrain ed aveva ottenuto tre pole position (Bahrain, Cina e Azerbaijan).
La vittoria al Gran Premio del Canada è tuttavia da annoverare fra quelle più significative, e per diverse motivazioni: è stata la numero cinquanta per Sebastian in F1, ha visto i colori Ferrari svettare nuovamente a Montréal dopo quattordici anni dall’ultimo successo in terra canadese, ed è arrivata nella patria di Gilles Villeneuve (al quale peraltro il circuito del Québec è intitolato), eterno idolo per molti tifosi del “Cavallino”.
Singapore 2019: l’epilogo
L’ultima vittoria è anche quella più sentita e, con il senno di poi, intrisa di un sentore di amarezza. Su Vettel pesava oltre un anno di alti e bassi, “esploso” con il “botto” al GP di Hockenheim 2018. La scorsa stagione ha poi visto l’arrivo, a fianco di Vettel, dello scalpitante Charles Leclerc giunto a Maranello in sostituzione dell’espertissimo Kimi Raikkonen con il quale c’era stato il turn-over in Alfa Romeo Sauber: un “ragazzino” ben lungi dal farsi condizionare da eventuali timori reverenziali.
L’unico acuto del quattro volte campione del mondo, apparso in più occasioni decisamente sotto pressione tanto da essersi attirato, durante la lunga stagione 2019, numerose critiche, è arrivato in occasione del Gran Premio di Singapore: una vittoria in uno dei tracciati (Marina Bay) particolarmente amati da Vettel, dove aveva già trionfato in quattro precedenti occasioni, e oltretutto conquistata davanti al compagno di squadra Leclerc.
Riflettori puntati sul 2020
La vittoria nella notte di Marina Bay dello scorso settembre rimane l’ultima, in ordine di tempo, per Vettel in Ferrari. “Mai dire mai”, tuttavia: se la stagione di F1 è – si spera! – alle porte (il via è previsto al Red Bull Ring, in Austria, il prossimo 5 luglio), e sulla bozza di calendario in discussione si potrebbe correre ogni domenica in modo da recuperare tutti gli appuntamenti iridati, le speranze di rivedere Sebastian Vettel nuovamente sul gradino più alto del podio e nei colori Ferrari ci sono.
Potrebbe essere (ed i tifosi lo sperano) un ideale e sereno commiato da un pilota che, occorre ricordarlo, ha in ogni caso portato la “Rossa” al successo in quattordici occasioni. Che non sono proprio pochine.