Il colosso tedesco rinnova il suo impegno nella definizione delle nuove tecnologie ibride e svela i segreti dell’auto che guida da sola.
Il colosso tedesco rinnova il suo impegno nella definizione delle nuove tecnologie ibride e svela i segreti dell’auto che guida da sola.
A Boxberg, sede del centro prove Bosch, il presente si prepara al futuro. Che l’auto debba consumare meno ed inquinare poco è cosa nota, ma per fare ciò ha bisogno della tecnologia adeguata. Una tecnologia che da anni focalizza tecnici ed ingegneri di casa Bosch. Una tecnologia che sposa essenzialmente il modello Motore ibrido: caratteristiche, pro e contro e si “dichiara” fortemente a favore dell’elettrificazione dei componenti. Stiamo parlando del futuro più prossimo, perché ad oggi un mondo di auto elettriche non è altro che un’utopia. Ciò che invece pare stia diventando una solida realtà, è l’auto che guida da sola. Un modello che evolve le tecnologie già oggi disponibili, che assistono il guidatore sulle strade di tutti i giorni. Basti pensare ai sistemi di sicurezza che mantengono la vettura in corsia, o per citare una situazione più lampante, i dispositivi capaci di parcheggiare un’auto in (quasi) completa autonomia.
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Bosch, le soluzioni ibride per tutti
Si chiama BRS, acronimo di Boost Recuperation System. Un sistema formato da diversi elementi, il cui compito principale è quello di recuperare energia. Già, perché secondo la moderna ingegnerizzazione anche un semplice Start&Stop genera un modello (micro) ibrido. Secondo i tecnici Bosch, questa particolare architettura potrebbe ridurre del 15% i consumi di un motore a combustione interna ed è studiata per le vetture compatte. Impiega l’energia recuperata in frenata per fornire una maggiore spinta al propulsore a combustione interna e in particolari condizioni di marcia permette la guida a motore spento. Nucleo del BRS è un apposito generatore.
Decisamente più complesso e articolato è il cosiddetto Motore ibrido: caratteristiche, pro e contro idraulico. Formato da un accumulatore di pressione, conserva l’energia prodotta durante la fase di frenata del veicolo. Questa energia viene poi trasformata in propulsione da uno speciale motore idraulico. Ossia l’elemento che sostituisce il motore elettrico in un Motore ibrido: caratteristiche, pro e contro “tradizionale”. Quando invece il dispositivo gas+fluido che, attraverso l’accumulatore di pressione immagazzina energia, rimpiazza la batteria e le sue mansioni.
Da idraulici ad elettrici
Tra le tante novità presentate da Bosch in tema di componentistica, il nuovo iBooster risulta essere una delle più interessanti. Si tratta di un particolare tipo di servofreno. Un elemento completamente elettrico, studiato nello specifico per le vetture ibride ed elettriche. È in grado si sviluppare la massima pressione di frenata in appena 120 millisecondi. Un dato più che confortante, perché indica la rapidità del sistema quando connesso ad un dispositivo di arresto predittivo di emergenza. Tecnologia di serie su molte vetture, che nel caso del nuovo iBooster andrebbero ad implementare la loro efficacia. Comunque, il vero valore aggiunto del componente Bosch, sta nella capacità di modulare l’intensità di frenata e di regolare l’apporto dell’unità elettrica durante il rallentamento. Una tecnica importante per il recupero dell’energia nelle fasi di decelerazione. L’iBooster, tra le altre cose, può essere regolato in funzione dello stile di guida, diventando “aggressivo” nel caso di una scelta sportiva o più confortevole, se invece si dovesse optare per uno stile più votato alla comodità.
Bosch e la guida senza “mani”
Non saranno disponibili a breve, ma prima o poi ci toccherà fare i conti con automobili capaci di guidare al posto nostro. Già oggi sono diversi gli “aiuti” che riceve il conducente. Un’assistenza costante, per evitare o nella peggiore delle ipotesi limitare, i danni causati da un incidente. Il primo passo sarà la commercializzazione di un dispositivo pensato per guidare in autonomia nelle situazioni di traffico intenso, quando si forma la coda. Si parla di 2014 e il sistema realizzato da Bosch sarà capace di gestire la vettura in completa autonomia. Opererà sino a 50 km/h e sarà in grado di far sterzare il veicolo. Il merito di questa progressiva automatizzazione è vincolato a diversi elementi, che non si limitano a sensori e dispositivi radar. Perché Bosch ha introdotto una nuova videocamera stereoscopica. Le caratteristiche tecniche rivelano che ha un angolo visivo di 25 gradi in verticale e di +/-25 gradi in orizzontale, capace di garantire un raggio di misurazione in 3D oltre i 50 metri. Un vero e proprio “occhio” delle quattro ruote. E questo è solo un piccolo assaggio di quello che il futuro della guida autonoma ci riserberà per il prossimo futuro.