Nella gara di casa la Ferrari non riesce ad andare oltre il secondo posto.
Nella gara di casa la Ferrari non riesce ad andare oltre il secondo posto.
Con il GP d’Italia la F.1 abbandona per quest’anno i circuiti europei e il Mondiale si concluderà oltremare. A Monza la Ferrari era chiamata a un colpo di reni, a una difficile riscossa… Doveva essere l’ultima spiaggia, e forse lo è stata. Per il marziano Sebastian Vettel, che se ne va dall’Italia con 53 punti di vantaggio in classifica, ormai difficilmente raggiungibile visto che dispone di un mezzo decisamente superiore, e che non è propenso a fare errori.
Per la marea rossa di tifosi, accorsi sotto al solleone per tre giorni, mitigati solo da una leggera pioggerellina prima del via, è stato l’ennesimo brodino. Sì, perché non basta un secondo posto dello spagnolo Alonso (che aveva perso anche le staffe in prova col suo muretto…), autore di una gara ineccepibile, arricchita da un sorpasso da favola, e un quarto posto di un Massa ritrovato, autore di una bella partenza. Non basta sapere di aver piazzato 4 motori Ferrari nei primi sette classificati, nell’aver raggiunto e superato nella classifica costruttori la Mercedes al secondo posto.
Davanti, per tutta la gara, ha caracollato quel diabolico biondino che ha così raggiunto il numero delle vittorie del suo più anziano antagonista, Alonso, 32. La dura realtà è che la Red Bull realizzata da questa squadra che sa di bibita energetica è una vettura che… mette le ali al biondino tedesco, ma anche all’australiano Webber, che pure in partenza dalla F.1 si permette ancora di salire sul podio.
A Monza in ombra tutti gli altri attori di sempre. A cominciare da Raikkonen, ferrarista in pectore secondo i commentatori più informati, autore di un tamponamento in partenza che ne ha pregiudicato la prova nonostante un coriaceo inseguimento. Per arrivare al duo Mercedes, sempre in luce quest’anno a cominciare dalle prove per la pole, per finire al “morettino” Hamilton, e alla McLaren in generale.
E ancora in ombra il muretto Ferrari (sì, quello dell’epiteto “scemi” lanciato via radio da Alonso in prova, poi “spiegato” sul podio quando ha detto che certe volte anche ai piloti saltano i nervi…). Anche questa volta almeno un paio le scelte “strategiche” sbagliate. La prima con Massa, che ha aspettato due giri dopo Webber a cambiare gomme e ha perso la posizione rispetto all’australiano, complice anche un cambio gomme non “fulminante”, solo 3″3 contro i 2″8 dei meccanici della McLaren.
Il secondo errore è stato fatto con Alonso, sempre nel momento topico del cambio gomme. Vettel entra al 25°, lo stesso giro di Webber, poco prima. Anche i meccanici in rosso automaticamente escono, ma rimangono con le gomme in mano. Il nostro eroe ferrarista, invece di “copiare” la strategia di Vettel, rischia a stare altri quattro giri in pista, col risultati di perdere dai 5 ai 10 secondi quando rientra.
E siccome a fine gara saranno meno di cinque i secondi di distacco qualcuno si chiederà: ma allora, avrebbe potuto farcela?
Ma intanto la Red Bull, con una provocante lucetta lampeggiante in coda se ne andava per la sesta vittorie in 12 gare. Missione compiuta, raggiunta quota 222 punti contro i 169 di Alonso, i 141 di Hamilton e i 134 di Raikkonen.
La prossima sarà in notturna a Singapore. Alla Ferrari stanno già pensando a un diverso compagno di squadra per Alonso 2014. Ma ormai tutti sanno che il miglior acquisto si chiamerebbe Adrian Newey, l’unico che dall’interno del suo cranio rasato ha saputo meglio interpretare le regole tecniche di questa sofisticata F.1.