Gran Turismo 6 è arrivato sul mercato portando con sé la consueta qualità e ricchezza di contenuti, ma non mancano alcuni punti critici irrisolti.
Gran Turismo 6 è arrivato sul mercato portando con sé la consueta qualità e ricchezza di contenuti, ma non mancano alcuni punti critici irrisolti.
Gran Turismo 6 ha esordito nei negozi e su PlayStation Store lo scorso venerdì, portando con sé alcune interessanti migliorie, qualche gradita novità e mantenendo pressoché intatti alcuni dei difetti che in passato hanno fatto discutere appassionati e detrattori della saga di Polyphony Digital.
Quindici anni di storia e settanta milioni di copie vendute sono i numeri, impressionanti, che identificano l’eredità a cui la nuova fatica di Kazunori Yamauchi deve dare continuità. Per centrare l’obiettivo, Gran Turismo 6 non lesina lì dove i suoi predecessori hanno già abbondato, ovvero in un parco macchine “smisurato”, semplicemente inarrivabile per qualsiasi altro gioco di guida attualmente in commercio.
Sono infatti ben 1.200 le vetture a disposizione dei giocatori, con un’offerta che va dalle piccole utilitarie come la Fiat Panda e la Fiat 500 (anche l’originale degli anni ’50), passando per diversi modelli Alfa Romeo, Mercedes e Lancia, fino ad arrivare alle supercar più ambite di Ferrari, Lamborghini e Pagani, ma senza dimenticare alcuni prototipi esclusivi tra i quali si trova la nuova e velocissima Red Bull X2014.
L’elenco dei contenuti prosegue con le trentasette località in cui poter correre, con l’introduzione di sette nuovi circuiti che portano il totale a settantuno tracciati differenti, dato che ognuna delle piste a disposizione può essere affrontata in diverse configurazioni a seconda della gara a cui si sta partecipando. Merita invece una menzione a parte la possibilità di correre… sulla Luna, seguendo lo stesso percorso effettuato dagli astronauti dell’Apollo 15 a bordo di un veicolo appositamente realizzato.
L’appassionato di automobili e di videogiochi troverà quindi in Gran Turismo 6 tutto quanto serve per stare ore ed ore attaccato davanti alla PlayStation 3, beneficiando di un sistema di guida ulteriormente affinato, capace di restituire una riproduzione fedele delle asperità e delle ondulazioni stradali, di simulare realisticamente i trasferimenti di carico e di far “sentire” una risposta ben precisa degli pneumatici in rapporto alle condizioni della strada.
Ben curato è anche l’aspetto tecnico, con una grafica decisamente appagante per quanto riguarda i modelli poligonali delle vetture (la qualità delle auto, però, non è uniforme per tutti i modelli presenti) e i giochi di luce, lasciando ogni tanto il passo a qualche calo di framerate che mette in evidenza tutti i limiti di un motore grafico che gira su una console che ha oramai sette anni di servizio sulle spalle. Si registrano inoltre dei progressi sul fronte del comparto audio, con il suono dei motori migliorato rispetto a quanto offerto dal precedente capitolo.
E così come si confermano di alto livello gli aspetti contenutistico e tecnico, anche la tradizione in fatto di difetti è stata mantenuta intatta da Polyphony Digital. In realtà, più che di difetti veri e propri, sarebbe meglio parlare di scelte di game design ben precise, come quella che coinvolge l’irrisolto e annoso problema di un’intelligenza artificiale troppo remissiva e poco realistica, il cui comportamento in pista equivale spesso a seguire delle traiettorie preimpostate che si traducono nei celeberrimi “trenini”, senza guizzi degni di nota capaci di ricreare le classiche situazioni adrenaliniche e la tensione che si vivono in pista.
Sullo stesso livello il discorso relativo al modello dei danni. Le licenze concesse dai costruttori potrebbero avere il loro ruolo nel vietare a Polyphony Digital di andarci pesante con le deformazioni delle carrozzerie in caso di incidente, ma anche volendo considerare questa attenuante, peraltro comune a tutti i titoli di guida con vetture dotate di nomi e marchi reali, Gran Turismo 6 delude non poco.
Gli urti portano infatti a qualche leggero graffio e a piccolissime deformazioni, senza sensibili danni meccanici che danno come conseguenza la fastidiosa prassi di poter fare liberamente a sportellate senza alcuna conseguenza, usando anzi gli avversari per “appoggiarsi” in staccata e uscire veloci da una curva traendo così vantaggio da un comportamento tanto scorretto quanto irrealistico.
Gran Turismo 6, in definitiva, presenta un parco vetture aggiornato e decisamente degno di un’enciclopedia dell’automobile, con il limite di vedere tanti contenuti implementati in un contesto che presenta meccaniche di gioco superate, scelte progettuali non al passo con i tempi e potenzialmente in grado di minare i tanti punti di forza presenti nel titolo.
Non è un caso, probabilmente, se le cifre di vendita relative alle prime giornate di distribuzione non sono del tutto lusinghiere, al punto che in Gran Bretagna il gioco ha venduto cinque volte meno di quanto vendette GT5 nei primi giorni dall’esordio. Non è chiaro se si tratti di un calo dovuto alla scelta di far uscire il gioco su una console di vecchia generazione (la PlayStation 4 è già sul mercato da alcune settimane) o se si possa parlare di un disamore da parte del pubblico per una saga incapace di rinnovarsi e di restare al passo con i tempi. In ogni caso, per Polyphony Digital è forse il momento di riflettere.