60 automezzi pesanti; 2.500 tonnellate di peso complessivo; “disco verde” alla settimana di stress test. La consegna alla circolazione è imminente.
Con il via alla fase di test di carico che riguardano la nuova struttura, l’apertura al traffico del nuovo Ponte di Genova si fa sempre più vicina: un traguardo che non soltanto gli oltre 850.000 cittadini che risiedono nell’area metropolitana del capoluogo ligure, ma anche l’intero nord ovest del Paese attendevano da tempo. Da quando, il 14 agosto 2018, il precedente Ponte Morandi crollò improvvisamente, portandosi dietro il tragico bilancio di 43 vittime ed un territorio – cruciale per l’intero Paese – di fatto diviso in due. Realizzato in tempi rapidissimi (tanto da avere costituito un notevole precedente per il futuro delle grandi opere pubbliche nazionali: l’indicazione “Modello Genova” lo dimostra), con la collocazione dell’ultima campata a fine aprile 2020, per il nuovo Ponte di Genova, che porta la firma di Renzo Piano, sono iniziate le prove statiche di carico, sulla base delle indicazioni giunte dal Commissario straordinario per la ricostruzione (dal quale abbiamo estrapolato le immagini che pubblichiamo) insieme ad Anas e Rina.
Una settimana di collaudi
Nella mattina di domenica 19 luglio 2020, trenta camion, caricati con sabbia e dal peso che variava fra 40 e 50 tonnellate, hanno percorso il nuovo ponte in entrambi i sensi di marcia e secondo varie modalità di transito: l’obiettivo è, chiaramente, la verifica della tenuta relativamente ai tratti che formano la struttura e le sue campate. Terminato il primo giorno di prove, la settimana prosegue con ulteriori test (ne parliamo più diffusamente qui sotto), nei quali i 60 mezzi pesanti utilizzati per il collaudo devono percorrere il ponte, e la rampa di accesso autostradale, nelle due direzioni nord e sud, con prove di carico statico e prove di frenata.
Oltre 2.500 tonnellate
Di fatto, sui 1.067 m di estensione in lunghezza del nuovo ponte di Genova (che dovrebbe poi essere battezzato “Ponte San Giorgio”), realizzato in acciaio-calcestruzzo, costituito da 19 campate che vengono sorrette da 18 piloni in cemento armato a sezione ellittica, la fase di verifica della struttura allo stress viario dispone la sua rispondenza ad un carico di oltre 2.500 tonnellate di peso complessivo; man mano che il carico aumenta, una sere di sensori rileva in tempo reale le sollecitazioni sul nuovo viadotto, in ordine di verificare la rispondenza del complesso alle condizioni di viabilità più impegnative.
La consegna verso il 10 agosto?
Sebbene una data precisa di apertura non sia stata confermata con precisione, si suppone che l’inaugurazione ufficiale del nuovo Ponte di Genova avverrà entro la prima decade di agosto. Un tempo che si ritiene ragionevolmente obiettivo, in quanto le prove di collaudo, iniziate nella mattinata di domenica 19 luglio, si protraggono per l’intera settimana (si andrà, dunque, al prossimo weekend di domenica 26 luglio); contestualmente, avviene il completamento della posa delle infrastrutture funzionali alla viabilità (pannelli trasparenti, pannelli fotovoltaici, segnaletica verticale e orizzontale, posa dell’ultimo strato asfaltato da 40 mm di spessore).
Verso Savona a 70 km/h
Nelle ore precedenti il via ai primi collaudi statici, è stato da più parti fatto rilevare come nelle porzioni di innesto con la preesistente autostrada in direzione Savona (dunque verso ponente) la velocità massima sarà di 70 km/h; mentre nel senso di marcia opposto (levante, cioè verso Genova) il limite sarà di 80 km/h. Condizioni tecniche già conosciute dagli ingegneri incaricati dei calcoli progettuali; e ciò in quanto si è dovuto adeguare il progetto alle strutture che già esistevano prima della realizzazione del nuovo ponte. La struttura è peraltro a norma, come assicura PerGenova: “La curva del tracciato era preesistente già nel vecchio ponte. Il nuovo viadotto, che ricalca quell’impostazione, è conforme ai vigenti requisiti tecnici, in base ai quali è stata calcolata la velocità massima di esercizio di 80 km/h, che il concessionario potrà poi variare a seconda delle modalità di esercizio”. In una intervista pubblicata da La Stampa, il governatore di Regione Liguria Giovanni Toti invita a “Gioire per questa giornata, che è un successo italiano” (il riferimento è, chiaramente, ai tempi rapidi nell’esecuzione dell’opera). Toti invita a riflettere che “Già prima (cioè sul “vecchio” Ponte Morandi, n.d.r.) c’era il limite a 60 km/h”. “Quel tratto di autostrada è sempre stato molto intasato: per questo serve la Gronda”, cioè la nuova bretella a due corsie per senso di marcia che raddoppierebbe di fatto la A10 intorno ai quartieri di ponente di Genova: una mega opera, della quale da anni si discute, che quando venisse realizzata consentirebbe un sensibile miglioramento della viabilità intorno al capoluogo ligure, con evidenti vantaggi (anche dal punto di vista logistico e portuale) in termini di rapidità di collegamento con la Pianura padana, il nord ovest e il centro-nord Europa.
Collaudo statico: come avviene
Secondo il protocollo tecnico redatto dal Commissario straordinario per la Ricostruzione del nuovo Ponte di Genova insieme ad Anas e Rina, i test statici di collaudo dureranno, indicativamente, sei giorni; ciascun automezzo viene pesato il giorno precedente l’inizio delle prove. Il carico degli autoarticolati e dei veicoli-piattaforma SPMT (Self-Propelled Modular Transporter), la loro gestione e movimentazione, l’inizio dei test e la raccolta della documentazione durante le fasi di pesatura avvengono a cura di un’unità operativa di ingegneri Anas, in coordinamento con la squadra di Direzione lavori Rina.
Sono 60, in totale, gli automezzi impiegati nelle prove statiche di carico del nuovo Ponte di Genova: 56 sono autoarticolati (motrice e rimorchio), funzionali ai collaudi sul viadotto; i restanti quattro sono SPMT, impiegati per le prove sulla rampa di innesto con la A7 in direzione Milano.
La “fase zero” delle prove di collaudo, si legge nel comunicato PerGenova che sintetizza il processo di esecuzione dei test, prevede le operazioni di:
- Assestamento del viadotto (ovvero con il transito degli automezzi sulla struttura, in formazione serrata a marcia lenta, in modo da consentire l’assestamento strutturale dell’impalcato)
- Prova a torsione (alcuni mezzi percorrono prima la carreggiata nord, e poi la carreggiata sud)
- Prova di frenatura (alcuni automezzi vengono fatti frenare contemporaneamente in un punto definito).
Successivamente, l’iter di collaudo si articola su sei ulteriori fasi (organizzate in ordine decrescente rispetto al numero dei mezzi necessari per le singole prove, al fine di diminuire progressivamente il numero dei mezzi presenti sopra il viadotto con il procedere delle prove stesse), riguardanti l’esecuzione delle prove statiche, nelle quali cioè i mezzi vengono posizionati su punti prefissati dell’impalcato, per determinare condizioni strutturali di sollecitazione superiori agli stati di esercizio del viadotto. In ciascuna fase, il posizionamento dei mezzi viene effettuato in maniera graduale sul viadotto, in modo da aumentare via via il carico.