Dopo più di 60 anni, il nobile marchio francese si prepara alla “grande rentrée” con una supersportiva biposto da 2,3 milioni di euro; anche Jacques Villeneuve nello staff tecnico.
La nuova era dell’automobile, contrassegnata da una generale corsa alle tecnologie di elettrificazione e che porta in dote altresì nuove soluzioni di progettazione e di ricorso a materiali sempre più hi-tech e leggeri, si farà ricordare anche per il ritorno di alcuni dei marchi più prestigiosi che caratterizzarono l’”Age d’Or” che per tradizione viene fatta terminare negli anni immediatamente precedenti la Seconda Guerra mondiale? Ovviamente, il tempo dirà se ciò corrisponda al vero. È in ogni caso singolare che, in tempi recentissimi, si sia assistito alla “rinascita” di Case gloriosissime: una su tutte, la maestosa Hispano-Suiza, che a Ginevra 1929 propose la “iperberlina” Carmen ad alimentazione elettrica, chiamata a giocare un ruolo di diretta competitor nei confronti dell’altrettanto nuova Automobili Pininfarina Battista.
Lo storico dualismo con Bugatti si rinnoverà?
E mentre, giusto per rimanere “in tema”, Bugatti si prepara a dare il via alle consegne della hypercar Divo (e contestualmente a Molsheim “si divertono” con la realizzazione di Bugatti Baby II, ovvero la esatta riproduzione – e identica in tutto e per tutto – della celebre “Bugattina” ridotta del 75% rispetto alla leggendaria “35” che Ettore Bugatti costruì negli anni 20 per il figlio Rolando Cesare Maria), sempre in Francia un marchio dal luminosissimo passato si prepara a tornare a far bella mostra di se.
Fu nel 1927 campione del mondo Grand Prix
Si tratta di Delage, azienda fondata nel 1905 a Levallois da Louis Delage che conobbe una notevole fortuna fra i “connoisseur”, tanto dal punto di vista della “normale produzione” quanto relativamente al mondo delle competizioni (fu, nel 1927, con la celebre 12 cilindri a doppio compressore, vincitrice del Campionato mondiale Grand Prix, principalmente grazie alle vittorie del portabandiera Robert Benoist, ricordato altresì per il ruolo preminente che ebbe nella Resistenza francese durate il Secondo conflitto, in seguito al quale venne catturato dalla Gestapo e trasferito nel campo di concentramento di Buchenwald dove nel 1944 venne giustiziato).
Appuntamento al 2021
Dopo essere confluita, prima della Seconda Guerra mondiale, sotto l’”ombrello” Delahaye e, nella prima metà degli anni 50, completamente rilevata (insieme a quest’ultima) da Hotchkiss per estinguersi definitivamente nel 1954, Delage si prepara ad un rilancio, per volere dell’imprenditore d’oltralpe Laurent Tapie: e lo fa attraverso l’annuncio della inedita D12, una hypercar ad alimentazione ibrida per la quale si prevede l’esordio sul mercato a partire dal 2021, “ovviamente” in tiratura ultralimitata.
Solo 30 unità a prezzi sbalorditivi: ecco perché
In effetti, il programma di produzione della ultracoupé Delage D12 indica che le unità assemblate saranno 30, e ad un prezzo conseguentemente elevatissimo: si parla di importi nell’ordine di circa 2,3 milioni di euro. A ragione di questa cifra, chiaramente alla portata di pochissime “tasche”, va considerata l’assoluta esclusività di produzione, di realizzazione e di immagine, a partire dall’impostazione del progetto che attinge in modo chiaro dal mondo delle competizioni e dall’aeronautica, come è possibile riscontrare da una prima analisi del “capitolato” che prevede un utilizzo particolarmente ampio della fibra di carbonio e leghe ultraleggere.
Da segnalare, inoltre, l’inconsueto layout dell’abitacolo, che forse sarebbe più appropriato definire “carlinga”: i posti a disposizione di Delage D12 sono due, con pilota e passeggero disposti “in tandem”; allo stesso modo, il “volante” (più simile alla cloche di un aereo) ed il quadro della strumentazione rivelano una marcata origine aeronautica; e lo stesso si può dire per la “cupola” in cristallo che racchiude l’abitacolo e che si apre incernierata nella parte anteriore. Dalle monoposto di Formula derivano la rastremata zona centrale del corpo vettura e la collocazione, da esso separata, delle ruote anteriori, con ben visibili i doppi bracci delle sospensioni.
V12 aspirato, unità ibrida di supporto, due versioni: Club da 1.038 CV e GT da 1.130 CV
Le caratteristiche tecniche sono state dichiarate “in linea di massima”: la hypercar Delage D12 (per cui sembra che del team di sviluppo faccia parte anche Jacques Villeneuve) sarà disponibile in due varianti, GT e Club. Elemento in comune è un motore aspirato da 7,6 litri e 12 cilindri a V che sviluppa una potenza di 900 CV; a fare la differenza sono l’unità elettrica integrata nella trasmissione (il cambio è, per entrambe le declinazioni, automatico ad otto rapporti), che aumenta la potenza a, rispettivamente, 1.038 CV (Club) e 1.130 CV (GT), e la capacità delle batterie ausiliarie, fattore quest’ultimo che incide sul peso della vettura: 1.400 kg per Delage D12 GT, e 1.310 kg per Delage D12 Club.
Vuole battere il record al Nürburgring
Più aventi si conosceranno i dettagli relativi ai valori prestazionali: è tuttavia superfluo ipotizzare che saranno elevatissimi. Del resto, uno degli obiettivi ai quali lo staff Delage mira consiste nella “caccia” al record sul giro al Nürburgring fra le vetture “stradali”, attualmente appannaggio di Lamborghini Aventador SVJ, che nel 2019 fece registrare un “crono” di 6:44:97 secondi sulla Nordschleife.