Depositate le motivazioni della sentenza che assolve il sindaco di Segrate dall’accusa di aver truccato i tempi. Con il giallo è necessario fermarsi.
Depositate le motivazioni della sentenza che assolve il sindaco di Segrate dall’accusa di aver truccato i tempi. Con il giallo è necessario fermarsi.
Le motivazioni della sentenza, con cui lo scorso 3 febbraio il tribunale di Milano ha ratificato l’assoluzione per la vicenda dei rilevatori T-Red montati agli incroci più trafficati di Segrate, sono state depositate: è il codice della strada – si legge negli atti resi pubblici – a imporre «come regola primaria la diminuzione della velocità in prossimità dell’incrocio e l’arresto dell’auto», anche «con la luce gialla».
Per questo motivo non si può «qualificare come ingiusto un arricchimento» delle casse comunali «fondato sul provento di infrazioni al codice della strada da parte di cittadini imprudenti» multati dai rilevatori tra il 2007 e il 2008 perché passati con il rosso.
Niente di fatto, dunque, per il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e i suoi assistiti, che sostenevano come l’elevato numero di contravvenzioni fosse legato a un tempo di latenza troppo ristretto «tra il giallo e il rosso». I giudici Tremolada, Turri e De Cristofaro hanno assolto i sei imputati, tra cui il sindaco della città alle porte di Milano Adriano Alessandrini, e hanno ritenuto che i semafori fossero regolari, essendo anche stati omologati dal competente ufficio del Ministero dei Trasporti.
Il collegio ha sottolineato come al giallo non sia necessario solo rallentare ma anche fermarsi, attraversando «solo nel caso eccezionale in cui l’arresto possa costituire pericolo».