Abbiamo partecipato al centenario di Mazda ad Augsburg, dove abbiamo visitato il museo Frey e saggiato le qualità delle auto del passato e del presente.
Mazda in questo singolare anno 2020 festeggia i suoi primi 100 anni, un anniversario speciale che deve essere tributato nella giusta maniera. La Casa di Hiroshima è (probabilmente) il costruttore automobilistico giapponese più affine ai gusti europei, per questo il suo legame con il Vecchio Continente è così marcato, a tal punto che nella città di Augsburg, in Germania, esiste una collezione privata a cura della famiglia Frey da stropicciarsi gli occhi, grazie alle decine di modelli esposti, tutti dal grandissimo pregio e rilevanza. Noi, per l’occasione abbiamo visitato il museo e testato alcune delle icone del passato sulle strade della Baviera, saggiandone pregi e virtù, e altre della gamma contemporanea, assaporando a pieni polmoni quello che è il DNA tipico delle vetture di Mazda da ormai un centinaio di anni.
Pillole di storia
Per comprendere meglio l’importanza di questo Marchio, bisogna sottolineare alcuni passaggi fondamentali della sua storia. Infatti, Mazda nasce nei primi mesi del 1920, quando il suo fondatore Toyo Kogyo, diede vita a Hiroshima alla sua fabbrica, che a differenza di oggi produceva surrogati del sughero. Nel 1921, la fabbrica fu convertita nella produzione di mezzi di trasporto. I primi veicoli furono dei motocarri a tre ruote che si diffusero in breve tempo in tutto il Paese, diventando fondamentali per la crescita e lo sviluppo economico di tutto il Paese.
Inevitabilmente, l’esistenza di Mazda è scandita da uno degli eventi più tragici del ‘900: lo sgancio della bomba atomica su Hiroshima, il 6 agosto del 1945. Gli stabilimenti di Mazda, non furono colpiti direttamente dall’esplosione, grazie alla loro strategica collocazione vicino al Monte Hijiyama, che ha protetto le strutture con conseguenze che non furono disastrose. Questo ha permesso che le fabbriche di Mazda fungessero da rifugio per gli sfollati e da centro di assistenza. Dopo quattro mesi dalla catastrofe, la produzione degli autocarri riprese a pieno regime e fu fondamentale per la rinascita della città e di tutto il Paese, degna dell’Araba Fenice.
Nel 1960 arriva in commercio la prima quattro ruote ufficiale di Mazda, la piccola R360 Coupè, una vettura da 356 cc di cilindrata e 16 CV. Una kei car, capace di mettere le ruote a un’intera nazione, una piccola auto operosa e a buon mercato, che con dimensioni compatte riusciva comunque a portare in giro ben 4 persone. Da allora di strada ne è stata fatta molta, in gran parte segnata dal motore rotativo sviluppato dall’ingegner Wankel – tedesco – che ha contribuito ai successi commerciali e sportivi di tutta la Casa di Hiroshima, riuscendo nella formazione di un vero e proprio mito. Nel corso di questo secolo sono arrivati sulle strade di tutto il mondo dei modelli speciali come la Luce – prima auto Mazda a usare il motore Wankel -, la Cosmo Sport 110S, la RX-3, la RX-4, la 929, la dinastia di RX-7 e la mitica MX-5, che ancora oggi fa stragi di cuori. Nell’ultimo decennio, Mazda ha lanciato il suo Kodo Design, che ha dato ancora più personalità e prestigio alle vetture di Hiroshima, e che contraddistingue a piene mani la gamma dei modelli attuali.
La prova delle vetture Heritage
In questo tuffo completo nella storia di Mazda, abbiamo potuto testare alcune delle auto che hanno segnato questo percorso centenario, sulle divertenti strade bavaresi. La prima Mazda finita sotto le nostre grinfie è stata la 929 del 1975, un esemplare in perfette condizioni che ci ha fatto catapultare immediatamente negli anni ’70. Un coupè sinuoso e dal gusto quasi muscle car – almeno nell’estetica – che sotto al cofano nasconde un motore 1.8 da 83 CV. Una volta seduti al volante – ovviamente posto a destra – ci si trova al cospetto di un’auto molto comoda, con un temperamento da gran turismo. A disposizione ci sono 4 marce, che vanno inserite con molta precisione, per non rischiare di perdere la cambiata ideale. Il sound è robusto e corposo, ma le prestazioni non sono da capogiro, tuttavia l’esperienza è totalmente appagante.
La nostra seconda prova ci ha messo al cospetto di una vera e propria regina di Mazda, la Luce R130 del 1966, la prima a usare il motore rotativo Wankel. Stilisticamente il richiamo alle Lancia e alle Alfa Romeo dell’epoca è piuttosto evidente, un design italiano (di Bertone) che piace e conquista al primo sguardo. A muovere le ruote anteriori troviamo un motore rotativo da 1.3 litri e ben 126 cavalli di potenza, che permette di avere delle prestazioni notevoli, considerando l’epoca di riferimento. Le sensazioni sono quelle tipiche di una vettura del passato, in cui serve concentrazione continua, ma le emozioni sono vere. Per inserire la marcia corretta non deve mancare la cosiddetta doppietta, così come in manovra servono naturalmente due braccia, per tuffarsi a pieno in un’esperienza dal gusto vintage.
Infine, abbiamo fatto una prova comparativa della grande icona di Mazda, la MX-5, tra la sua prima e la seconda generazione. Si tratta di un’auto che grazie a una formula semplice è riuscita a far breccia nel cuore di più di una generazione. Ispirandosi alle roadster inglesi, ha la trazione posteriore, un peso ridotto, un motore brillante, due posti secchi e una capotte in tela da scoprire per vivere un’esperienza di guida a cielo aperto. La Miata – la prima serie – acquista un fascino maggiore rispetto alle successive, per un elemento in particolare: i fari a scomparsa. Si tratta di un dettaglio che conferisce un tocco di classe in più, che ci fa sentire veramente cool. Il motore è un 1.8 aspirato da 131 CV, ottimi per divertirsi in ogni frangente. La seconda generazione – nel nostro caso la versione decimo anniversario – perde i pop-up headlights ma guadagna un motore 1.8 da 140 CV, ma soprattutto la sesta marcia del cambio manuale, che ottimizza il comportamento su strada, specialmente quando si procede in modo turistico. Per il resto le due vetture sono molto simili, confermando totalmente gli aspetti positivi della MX-5 originale.
Il Museo Frey
Abbiamo accennato della grande collezione Frey di Augsburg, collocata in un’affascinante area industriale di fine 1800, dove viene custodita con religiosa cura. L’idea è nata da Walter Frey, capostipite della famiglia, che a 24 anni aveva aperto un concessionario dedicato al Marchio di Hiroshima. Visto l’amore e la passione per questo Brand da parte della famiglia Frey, trasmessa anche ai figli Joachim e Markus, fu presa la decisione di prendere uno spazio apposito per ospitare i gioielli della produzione (adesso) centenaria di Mazda. Un museo che dopo la sua nascita ha visto arrivare l’apporto ufficiale di Mazda, che ha contribuito a rendere ancora più speciale questo luogo. Al suo interno si possono ammirare esemplari che vanno dagli albori della produzione, quindi dal motocarro a tre ruote GB del 1950 alla R360 del 1962, passando per la Cosmo Sport 110 del 1968, per la Chantez del 1972, per la Familia 1000 del 1966, per la 929, e per altri modelli particolari ed unici come la Pathfinder XV1 del 1972 (prodotta in Myanmar, oggi Birmania) e un autobus da 26 posti, più unico che raro, fino alle vetture moderne. Fra queste ci sono la RX-8, le varie serie di RX-7 (compresa una Gruppo B), le MX-5 declinate in tante forme, fino all’ultima arrivata MX-30, il SUV completamente elettrico di Mazda. A volte la passione ripaga e questo museo ne è la prova evidente.
Un assaggio di modernità
Nel nostro viaggio nel centenario di Mazda, non poteva mancare un assaggio delle nuove vetture di Hiroshima. Sulle strade della Germania abbiamo toccato con mano la CX-30, un SUV compatto, che privilegia il confort sotto ogni aspetto. Stilisticamente si ispira al Kodo Design, ormai vero punto di riconoscimento di Mazda, e all’interno presenta rifiniture di assoluto pregio, con un bel mix tra plastiche morbide e pelle. Silenziosità e posizione di guida aiutano molto il guidatore a raggiungere un confort di massimo rispetto. Oltre alla CX-30, siamo saliti a bordo della CX-5, un SUV più importante a livello di dimensioni, che rappresenta al meglio il Kodo Design e il lusso in stile Mazda. Sulle lunghe traversate autostradali, la CX-5 è una vera alleata per il benessere e il piacere di guida, una stradista fenomenale che può far esclamare solo una lode al benessere. Per concludere, buon compleanno Mazda per i tuoi cento anni, davvero speciali.