Il prototipo ibrido da 680 CV che il marchio del Leone utilizzerà per il ritorno nel mondiale Endurance è stato anticipato nelle linee generali.
Un sostanzioso “antipasto” verrà portato sabato 19 settembre, sotto gli occhi di milioni di appassionati e nelle fasi che precederanno il via alla 24 Ore di Le Mans 2020: una liaison fra un ancora recente passato ed un ambizioso futuro. Nella fattispecie, il numero uno di Psa Carlos Tavares che si installerà al volante di un esemplare di Peugeot 908. Contestualmente, i riflettori del marchio di Sochaux – capogruppo del “colosso” promesso sposo di Fca e in procinto di celebrare i 210 anni dalla fondazione (l’evento si terrà sabato 26 settembre) vengono puntati sul nuovo impegno sportivo, che vedrà dal 2022 il ritorno di Peugeot Sport nel WEC. Come dire: la categoria regina nelle competizioni “a ruote coperte” e che questo weekend vive, con la “Maratona” più famosa del mondo, il settimo appuntamento con la stagione 2019-2020 della serie iridata Endurance.
I primi dettagli
Nella cornice della Sarthe, è l’amministratore delegato di Peugeot, Jean Philippe Imparato, a “fare gli onori di casa” e ad illustrare in anteprima i contenuti tecnici che prefigurano il prototipo che il “Leone” impiegherà dal 2022. Ed il termine “prototipo” è quanto mai corretto: la imminente Peugeot per l’Endurance appartiene alla categoria Hypercar; da qui il nome conferito al progetto: LMH, ovvero “Le Mans Hypercar”, che si riferisce alla denominazione della nuova classe di prototipi “tout court”. Un programma atteso dagli appassionati di motorsport, in quanto anticipato, nelle linee generali, nell’autunno 2019. Sotto il sole del circuito della Sarthe nel venerdì della caccia alla Hyperpole, i particolari principali del nuovo programma agonistico sono stati svelati.
“Dove eravamo rimasti?”
Nella bacheca Peugeot ci sono tre storiche vittorie alla 24 Ore di Le Mans: due, ottenute nel 1992 e nel 1993 sotto la guida di Jean Todt (che di fatto, alla fine del 1981, aveva creato la nuova immagine sportiva per il marchio francese, con la realizzazione del reparto corse Peugeot Talbot Sport) con la leggendaria Peugeot 905; e, dopo quattordici anni, con Peugeot 908 HDi FAP che nel 2007 aveva contrassegnato il primo rientro del marchio francese nelle gare di durata. Quattro i titoli conquistati: nel 1992 (Campionato mondiale Sport Prototipi), nel 2007 (Le Mans Series) e, in due edizioni consecutive, nel biennio 2010-2011 (Intercontinental Le Mans Cup) con l’”evoluzione” Peugeot 908.
Il CEO: “Vittorie, fatica, spirito di squadra”
“Parlare di Le Mans equivale a riferirsi al ‘Sacro Graal’ dell’automobilismo sportivo: è la sfida che determina il vincitore. E, per noi, rappresenta tre successi ma anche infinito sudore, tante lacrime e molte gioie, nonché un profondo spirito di squadra con il nostro partner tecnico Total con cui celebriamo i venticinque anni di una collaborazione che procede su due binari paralleli: lo sviluppo di tecnologie per le competizioni ed il graduale affinamento tecnico degli studi sui carburanti così come sui lubrificanti progettati specificamente per i veicoli ibridi oltre alla realizzazione di nuove batterie”, dichiara l’amministratore delegato di Peugeot Jean Philippe Imparato.
Perché Lmh
La realizzazione di un prototipo appartenente alla nuova categoria Hypercar, spiegano i vertici Peugeot, è stata dettata da diversi fattori. Sebbene si tratti di un progetto più costoso rispetto ad una LMDh, c’è maggiore libertà tecnica, un più ampio approccio all’aerodinamica del veicolo e, in un’ottica più ampia, maggiore bagaglio tecnico da trasferire successivamente nella produzione di serie (e questo costituisce uno dei punti fermi sull’importanza delle competizioni in ordine allo sviluppo di soluzioni tecniche da adottare successivamente nelle auto di tutti i giorni): “La nuova categoria Hypercar unisce tutte le Divisioni aziendali proprio per il fatto che porta in dote caratteristiche e tecnologie simili a quelle delle nostre auto di produzione”. “Attraverso questo nuovo impegno, Peugeot scrive un ulteriore capitolo della sua storia: quello che chiamiamo delle ‘neo-performance’. Uno degli obiettivi più importanti del nostro rientro nell’Endurance è in effetti rivolto all’opportunità di ‘servirci’ del motorsport per evolvere l’identità del marchio”. Un primo risultato concreto è 508 Peugeot Sport Engineered (360 CV, quattro ruote motrici e 46 g/km di emissioni di CO2) che accompagna il lancio del nuovo “brand” dedicato alle auto elettrificate ad alte prestazioni.
La vettura inizia a prendere forma
Al concetto “Neo-performance” si allinea il prototipo Hypercar, anticipato attraverso i primi render sviluppati insieme alla Divisione Peugeot Design. Il corpo vettura di Peugeot Hypercar per il WEC 2022 – mostrato attraverso una serie di immagini grafiche di anteprima – è, come è lecito attendersi, notevolmente diverso rispetto a quello delle LMP1. Possiede un’impostazione che Matthias Hossann, direttore Peugeot Design, definisce “Iconico”, che cioè al di là delle prestazioni aerodinamiche (risultato di numerose sessioni di prova in galleria del vento) abbini performance ed espressività. La realizzazione della Hypercar di Peugeot è in fase di pre-progetto: la configurazione svelata attraverso gli “sketch” preliminari consente ai tecnici, spiega il direttore della Divisione Design, di “Identificare i punti focali sui quali concentrare maggiormente la nostra attenzione: i tre motivi luminosi, che rappresentano gli artigli, e le combinazioni cromatiche costituiscono altrettanti simboli che desideriamo riprodurre sulla vettura; analogamente, la firma luminosa fa parte di un nuovo emblema identitario presente sulle vetture di produzione e che replicheremo in gara”.
Ed ecco le prime annotazioni tecniche
Sotto il cofano, la Hypercar Peugeot verrà equipaggiata, anticipa Olivier Jansonnie, direttore tecnico del programma Peugeot Sport WEC, con “Un motore elettrico da 200 kW agente sull’avantreno, come previsto dalla nuova categoria. La potenza massima complessiva, distribuita sui due assali, sarà pressoché corrispondente a quella sviluppata da un’autovettura a due ruote motrici e provvista di propulsione ‘convenzionale’ termica, cioè circa 680 CV”. “Cavalleria” che, del resto, rappresenta il tetto massimo che potrà essere applicato alle vetture Lmh. In rapporto all’attuale LMP1, la vettura peserà di più, proprio per presentare corrispondenza con le autovetture ‘stradali’. E sarà anche più lunga e più larga”. Gli ingombri “in pianta” anticipati sono di, rispettivamente, 5 m in lunghezza e 2 m in larghezza (“contro 4,65 m e 1,9 m delle LMP1). Le differenze vanno interpretate anche in funzione del BoP-Balance on Performance, che se da un lato pone diversi limiti, consente tuttavia il reperimento di notevoli opportunità in sede di sviluppo.
“Parte del layout aerodinamico corrisponderà ai render; il modulo di propulsione è stato confermato. Nei prossimi mesi ci aspetta il completamento del progetto, la realizzazione delle vetture e, in ultimo, il parere positivo del banco prova e dei test in circuito”, dichiara Olivier Jansonnie.