Gli operai Fiat nell’incubo della cassa integrazione
Gli operai Fiat nell’incubo della cassa integrazione
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Non è bastato l’annuncio dell’intesa con Chrysler per frenare la corsa in discesa dei suoi titoli in borsa. La Fiat per correre ai ripari sembra che dovrà ricorrere nuovamente alla cassa integrazione per gli stabilimenti di Melfi e Mirafiori nel mese di marzo.
Dopo l’annuncio ai sindacati dato lo scorso 23 gennaio che ha previsto un fermo per i circa 5000 lavoratori delle carrozzerie dello stabilimento di Mirafiori, per le tre settimane dal 23 febbraio al 13 marzo, oltre al periodo già noto nella prima settimana di febbraio (in pratica un solo mese di lavoro sui primi tre dell’anno) le voci parlano di un nuovo stop nelle altre due settimane di marzo.
Un brutto colpo per gli operai del Lingotto che ora sperano di uscire il più velocemente possibile da questa situazione. Con gli stop già annunciati Fiat aveva già tagliato la produzione di oltre il 65 per cento.
Per salvare la situazione il governo ha stilato un piano anticrisi che, oltre ad aiuti economici, riguarderà anche nuovi incentivi sulla rottamazione, secondo le indicazioni fornite dalla UE, che dovrebbero se non altro stimolare il mercato a nuovi acquisti.
D’altronde la caduta delle immatricolazioni nel primo mese di gennaio, ben 32,64% rispetto allo stesso mese del 2008, non ha fatto altro che peggiorare una situazione già di per se molto grave per la casa italiana. Nella penultima settimana di gennaio, quella dell’accordo stipulato con Chrysler, le azioni torinesi hanno perso il 22% e hanno bruciato oltre un miliardo di capitalizzazione.