Toyota di nuovo nella bufera: 6,4 milioni di veicoli da richiamare per problemi tecnici, dopo i maxi richiami del 2010 e del 2012.
Toyota di nuovo nella bufera: 6,4 milioni di veicoli da richiamare per problemi tecnici, dopo i maxi richiami del 2010 e del 2012.
Dopo la disastrosa campagna di richiamo di 10 milioni di veicoli nel 2010, costata una condanna al pagamento record di 1,1 miliardi di dollari (quasi 900 milioni di euro) per la class action dei consumatori coinvolti e la nuova tegola di 7,4 milioni di richiami dell’ottobre 2012, il primo produttore mondiale di automobili, Toyota, ci ricasca ed è costretta a richiamare 6,39 milioni di auto di 27 modelli, tra cui le popolari Yaris, le Corolla, Rav 4, Hilux, Tacoma, Urban Cruiser e Scion xD.
La differenza è solo che, scottata dai disastrosi precedenti, dalla stangata dei risarcimenti e dalla tempesta del discredito che si sta abbattendo su General Motors per aver negato e occultato per un decennio i problemi noti, Toyota stavolta gioca d’anticipo e attiva un nuovo richiamo, senza alcuna sollecitazione di organi investigativi e media.
Probabilmente una mossa azzeccata ed in effetti l’effetto mediatico negativo, il clamore attorno alla notizia è piuttosto contenuto. Per quelle fortunate coincidenze che a volte fanno la differenza oltre all’affaire GM, l’annunciato richiamo Toyota capita in un momento in cui anche Ford e la prestigiosa BMW sono costretti a ricorrere ai richiami e anche loro cercano di farlo col minor clamore possibile.
Ancora meno clamore per Volkswagen che ha inviato una comunicazione riservata ai dealers americani in cui ordina di fermare le vendite di auto del gruppo equipaggiate col nuovo motore 1,8 EA888, 4 cilindri turbo prodotto in Messico, che equipaggia dal 1 febbraio Passat, Jetta e Beetle per il mercato americano, vale a dire il più richiesto.
Il problema è una difettosità di un O-ring del condotto dell’olio che lubrifica la trasmissione e che potrebbe “provocare incendi”.Ma cosa succede, possibile che i costruttori che hanno basato la loro immagine sulla “qualità” siano continuamente afflitti proprio da problemi di affidabilità e sicurezza?
Toyota, VW, BMW, ma altri guai hanno afflitto anche Mercedes, Jaguar, Cadillac, tanto per citare marchi premium che dell’affidabilità hanno fatto la loro bandiera. La verità è che nella complessità delle attuali vetture le possibili difettosità sono infinite e passarne indenni è spesso una questione di casualità e fortuna più che di engineering.
Certo quando accade il danno è enorme, sia in termini economici che d’immagine. Il risultato è che tutti i costruttori si stanno impegnando nella spasmodica gara ai controlli di qualità, considerati ormai più un investimento che un costo.