L’importante traguardo si accompagna a due celebrazioni a cura del Riar: i 70 anni di Alfa Romeo 1900 ed i 50 anni di Alfa Romeo Montreal
“Un secolo più due lustri”: se nel 2010 la comunità di enthusiast del “Biscione” aveva festeggiato i cento anni dalla fondazione del marchio (un anniversario che venne sottolineato dal debutto della nuova generazione di Giulietta sul mercato), nel presente 2020 il nobilissimo marchio milanese aggiunge un nuovo traguardo al proprio “Libro d’oro”: i centodieci anni dalla nascita. Nell’ultimo decennio da quel 2010 molto si è evoluto sotto lo stemma di Alfa Romeo: la costituzione di Fca, il debutto di Alfa Romeo Stelvio (primo SUV prodotto dal marchio) e l’arrivo della instant-classic 4C nonché della attesissima Giulia. Modello che, recentemente, è stato a sua volta evoluto nelle configurazioni Giulia GTA e Giulia GTAm, vale a dire le “declinazioni-supercar” (e “super” anche nel prezzo: da 175.000 euro per la prima, e da 180.000 euro per la seconda) derivate dalla iconica Giulia Quadrifoglio.
All’appello non manca che una celebrazione-retrospettiva della storia Alfa. Anche in questo senso, gli appassionati avranno di che essere soddisfatti: l’appuntamento è fissato per l’edizione 2020 di Auto e Moto d’Epoca, che aprirà al pubblico giovedì 22 ottobre e si concluderà domenica 25.
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La grande storia a Fiera di Padova
Sotto i riflettori dello stand Riar-Registro Italiano Alfa Romeo, presente nel Padiglione 1 della Fiera di Padova, si prepara una carrellata di particolare prestigio, che oltre a celebrare i 110 anni di Alfa Romeo costituisce l’occasione per “spegnere le candeline” di diversi modelli storici, a testimonianza di una “dinastia” che annovera nel proprio albero genealogico una stirpe di vetture divenute autentiche regine di passione ed avanguardia tecnologica. Dalla leggendaria Alfa Romeo 1750 GS che si aggiudicò (fra l’altro) tre edizioni della Mille Miglia alla “hypercar ante litteam” 33 Stradale, declinata nelle versioni Prototipo e Sport prototipo e che conquistò due titoli mondiali (1975 e 1977), alla “popolarissima” Alfasud, a Giulietta (la “fidanzata d’Italia”), Giulia (la berlina “disegnata dal vento”), alla Duetto che fece innamorare anche gli americani.
Due importanti traguardi
L’immenso patrimonio ingegneristico e sportivo (che, sotto le insegne del “Biscione”, si riallacciano da sempre) è talmente vasto e variegato da ricordare, nel 2020, almeno altri due importanti compleanni:
- i 70 anni di Alfa Romeo 1900
- i 50 anni di Alfa Romeo Montreal.
Un esemplare di entrambe le vetture sarà in esposizione presso lo stand del Riar.
Alfa 1900: la “Berlina di famiglia che vince le corse”
Alfa Romeo 1900 portò in dote, quando venne ufficialmente presentata al pubblico nella configurazione pronta per il lancio commerciale (Salone di Parigi 1950), tre importanti “tappe” nel processo di evoluzione tecnologica e di immagine per il marchio del Portello: fu la prima Alfa Romeo ad essere prodotta in grande serie, la prima ad essere provvista di scocca autoportante, e con lei ebbe inizio la felicissima stagione di impiego agonistico da parte dei piloti “privati” che, di fatto, non si è mai più conclusa (fu proprio in ordine alle numerose affermazioni sportive della 1900 che venne coniato lo slogan “La berlina di famiglia che vince le corse”).
Una famiglia numerosa
Equipaggiata con il leggendario bialbero in testa da 1.884 cc (potenza iniziale 80 CV) per una velocità di punta di 150 km/h, venne successivamente evoluta nelle versioni TI da 100 CV e 170 km/h (1952), 1900 Super e 1900 TI Super (1954), con cilindrata portata a 1.957 cc e, nel caso della TI Super, 115 CV e 180 km/h, “Disco Volante” (1900 C52) con carrozzeria disegnata da Touring, 1900 Sprint e 1900 Super Sprint (anch’esse sviluppate dalla Carrozzeria Touring), B.A.T. 5, 7 e 9 sviluppate fra il 1953 ed il 1955 su disegno Bertone, e Matta, primo veicolo fuoristrada Alfa Romeo. In totale, la produzione dell’intera famiglia Alfa 1900, che si interruppe nel 1959 per essere sostituita da Alfa Romeo 2000 (niente a che vedere con la gamma a disegno Bertone che debuttò nel 1971) fu di oltre 21.300 esemplari.
Alfa Romeo Montreal: GT in abito da sera
Quasi 4.000 unità in circa sette anni (tuttavia le consegne avvennero ben dopo la presentazione): non poche per una vettura dalle caratteristiche manifestamente “GT” e per di più con meccanica derivata in linea retta dalle competizioni e posta in vendita in un contesto socio-economico non propriamente fra i più felici nella recente storia italiana. Con Alfa Romeo Montreal (carrozzeria disegnata da Marcello Gandini per Bertone e che originava da due prototipi su meccanica Giulia 1600 inviati nel 1967 all’Esposizione internazionale di Montreal, inizialmente come “prova d’artista”) Alfa Romeo, sotto la guida del leggendario presidente-umanista Giuseppe Luraghi, affidò a Orazio Satta Puliga e Giuseppe Busso (i due “nomi” che un ventennio prima avevano steso nero su bianco la progettazione della 1900) lo sviluppo della nuova coupé.
Meccanica da corsa
E fu lo stesso Luraghi a chiedere che, sotto il cofano di Alfa Romeo Montreal, venisse adottata l’unità motrice V8 a carter secco ed iniezione meccanica Spica, e con cilindrata portata a 2,6 litri, di Alfa Romeo 33 Stradale. Per intenderci: lo stato dell’arte della produzione del Portello all’epoca (e rimasta immutata, nel proprio alone di mito, fino ai giorni nostri). 230 CV di potenza, da 0 a 100 km/h in sette secondi ed oltre 220 km/h di velocità massima i valori che esprimono, nelle “aride cifre”, l’appartenenza di Alfa Romeo Montreal fra le grandi interpreti dell’eccellenza meccanica italiana nel mondo. Unite ad una notevole raffinatezza nelle dotazioni, hanno reso la coupé alto di gamma del “Biscione” ai vertici nella “fascia” GT.
Ostacolata dalla crisi petrolifera del 1973
Purtroppo, anche l’affascinante sportiva di Alfa Romeo conobbe una sorte comune ad altri modelli di segmento superiore che nacquero nella prima metà degli anni 70: la crisi petrolifera del 1973 ne ostacolò in maniera notevole la produzione, tanto che rimase in listino fino al 1977. In ogni caso, come si accennava, dall’inizio del 1972 (quando, cioè, vennero consegnati i primi esemplari), il totale di Alfa Romeo Montreal costruite fu di 3.925 unità. A conti fatti, un esito favorevole, anche tenuto conto del prezzo di vendita della vettura di 5.700.000 lire nel 1972, corrispondenti a poco meno di 47.000 euro. Bisogna però tener conto che ci si riferisce a un’epoca in cui – anche per il differente costo della vita – uno stipendio medio si aggirava sulle 120-150.000 lire, circa 1.000-1.230 euro attuali.