Mahindra XUV500 FWD: la prova su strada

Yves D'Alessandro
01 Settembre 2014
174 Foto
Mahindra XUV500 FWD: la prova su strada

Prova completa della XUV500 FWD, primo Suv sviluppato da Mahindra per il mercato globale.

Prova completa della XUV500 FWD, primo Suv sviluppato da Mahindra per il mercato globale.

Abbiamo percorso oltre mille chilometri tra valichi appenninici, città e luoghi di villeggiatura marina, in compagnia della Mahindra XUV500, sfruttando la possibilità di carico dei suoi sette comodi posti e la modularità del suo interno, ricco di contenuti e di tanto spazio per tutti i passeggeri.

Esterni: esercizio di stile ispirato alla natura

L’originalità è sicuramente la dote migliore di questa massiccia vettura orientale: la sua linea è ispirata alle forme sinuose di un ghepardo in procinto di balzare sulla preda. Gli archi passaruota, il parabrezza spiovente e il frontale filante con i fari che si allungano verso il centro della vettura, sono i punti cardine di una percezione progettuale estremamente dinamica, perfettamente concretizzata sul prodotto finito. Non mancano di certo delle piccole concessioni al vezzo, come le incisioni in stile tatuaggio tribale sulle gemme dei grandi fari posteriori. Sul frontale spiccano i grandi fari anteriori sagomati che seguono il profilo della massiccia calandra a sei listelli verticali. L’impianto di illuminazione è dotato della funzione cornering affidata a delle fonti di luce supplementare dirette lateralmente: a differenza di quasi tutte le vetture europee che affidano questa funzione all’accensione alternata dei faretti antinebbia, sulla XUV500 sono i fari veri e propri ad essere ottimizzati per svolgere questo compito, che eseguono in maniera egregia anche se l’accensione delle luci di cornering avviene contemporaneamente su entrambi i lati della vettura, senza distinzione della direzione di sterzata. Sono presenti inoltre le luci diurne a led, che impreziosiscono la vista d’insieme grazie alla loro forma. Sulla coda, che appare l’elemento meno appagante del design, è ricavato un doppio scarico separato, che sott’intende tutte le potenzialità del propulsore adottato. La vista laterale risulta piacevole, grazie ai massicci archi passaruota, che vanno ben oltre la linea di cintura, la forma spiovente del tetto, le gemme dei fanalini posteriori che si protendono in avanti e le originali maniglie di apertura ad impugnatura verticale.

Interni: tanto spazio e contenuti

Le generose dimensioni esterne della cellula dell’abitacolo, per la prima volta realizzato a scocca portante in acciaio ad alta resistenza su una macchina del costruttore indiano, hanno senza dubbio favorito la progettazione degli ambienti interni, che risultano quanto mai ampi, luminosi e dall’accesso facilitato. L’abitacolo si sviluppa su tre file di sedili per sette posti complessivi. L’accesso a bordo della terza fila è possibile solo dalla porta posteriore destra, ma gli impedimenti sono pochi sia per salire a bordo che per sedervi. Ovviamente l’ultima fila non favorisce gli occupanti più alti, ma sono presenti comunque bocchette dedicate per la climatizzazione, regolazione remota del flusso d’aria tramite la funzione Rear a/c, un telecomando per utilizzare l’impianto audio, presa 12V, tasche portaoggetti e porta bibite e luci a led dedicate sul tetto. Unica pecca la posizione troppo verticale dello schienale e la pressoché totale assenza di bagagliaio in questa configurazione.

Il resto dell’abitacolo, oltre ad usufruire degli innumerevoli vani per riporre oggetti di qualsiasi tipo, occhiali nell’imperiale, ombrelli negli sportelli, laptop nel cruscotto e bibite refrigerate nel pozzetto centrale, si avvale di una notevole abitabilità per far stare veramente comodi i restanti cinque occupanti compreso il guidatore e ospitare la quantità giusta di bagagli. I sedili anteriori in pelle, rivestiti in un buon materiale di finitura, peccano di avere una seduta troppo corta, che alla lunga risulta poco pratica sui trasferimenti autostradali. I rivestimenti interni e i materiali plastici scelti per realizzare tutte le componenti dell’abitacolo, che spaziano per scelta cromatica dal nero ai vari toni di grigio e marrone, percorrono tutti i gradi della scala qualitativa, fermandosi nel punto più in basso sulla finta Radica lucida scelta per abbellire la parte centrale della plancia. Il rivestimento del tetto, che riprende come fantasia di finitura superficiale quasi tutti i componenti plastici comprese le guarnizioni giro porta, ospita un abbondante numero di plafoniere a led, nonché uno specchio grandangolare a scomparsa, utile per tenere sempre sott’occhio i più piccoli.

La posizione di guida rialzata risulta essere facilmente adattabile a tutte le stature, grazie alle numerose regolazioni del sedile e del volante, che in realtà avremmo preferito con una maggiore escursione verso il basso. Dimensioni di diametro, spessore della impugnatura e qualità della pelle impiegata lo rendono confortevole e ben adeguato al tipo di vettura. A centro plancia troneggia il display touch screen del sistema di infotainment, purtroppo disponibile con schermo solamente da 6″. Il navigatore satellitare integrato, con telefono bluetooth e comandi al volante risulta semplice e funzionale nell’utilizzo. Sul display centrale vengono ripetute le informazioni provenienti dagli utilissimi sensori di parcheggio (Intellipark), dalla retrocamera, quest’ultima non disponibile per il mercato Italiano e dai sensori di pressione degli pneumatici (Tyre-tronics).

Non mancano tra gli accessori di serie gli specchietti elettrici richiudibili dall’interno, che garantiscono tra l’altro una ottima visibilità. Le informazioni più strettamente necessarie alla guida sono disponibili tutte nel quadro strumenti sportivo twin-pod. Anche se dal nome altisonante si tratta di una semplice palpebra in plastica che contiene due indicatori analogici separati per contagiri e tachimento, dove al centro dei singoli strumenti sono ricavati degli ulteriori spazi circolari per tutte le altre indicazioni necessarie.

Su strada: motore brillante e guida vecchio stile

Messa a confronto con le sue principali concorrenti, la Mahindra XUV500 regala delle sensazioni di guida di altri tempi. Il cambio a sei marce morbidissimo negli inserimenti e a volte un pò lasco nell’escursione della leva, il comando idraulico dello sterzo, preciso ma poco pronto e progressivo nei bruschi riallineamenti, la frenata dalla corsa lunga che necessita di una certa dose di prontezza e di energia per risultare efficace, sono tutte caratteristiche che ci riportano alla mente il classico stile di guida dei fuoristrada anni ’90. Lo schema delle sospensioni, con un raffinato Multilink al retrotreno e un più classico MacPherson all’avantreno, esalta le doti di dinamismo della nostra versione a due ruote motrici con trazione  sull’asse anteriore. Fino ad andature medio alte la mole della vettura non si fa sentire e il leggero Sottosterzo fisiologico in curva risulta facilmente controllabile. Unico neo la scarsa capacità di filtrare le piccole asperità del manto stradale che si ripercuotono troppo sugli occupanti con sobbalzi ed ondeggiamenti del corpo vettura. Fuori città, sull’off road moderato, come sulle autostrade o sulle statali, questa caratteristica negativa sparisce e si intuisce che la vettura non è fatta per i compromessi ma ama gli estremi. Sulle strade semi preparate o nel moderato fuoristrada la vettura si disimpegna bene e trova gli unici limiti nella scarsa motricità affidata solo all’avantreno e nella presenza dei paraspruzzi posteriori rigidi, sicuramente efficaci nella loro funzione primaria ma a rischio rottura sui passaggi particolarmente impegnativi.

La motorizzazione M-Hawk 16 valvole di 2179 cc quattro cilindri turbodiesel Common Rail con 140 cv a 3750 giri/m e 330 Nm di coppia tra i 1600 e i 2800 giri, garantisce prestazioni e piacere di guida, disimpegnando la vettura con disinvoltura in qualsiasi circostanza. La notevole Coppia motrice spalmata come valore massimo su un consistente arco di giri e il cambio a sei marce dalla equilibrata spaziatura garantiscono delle doti di motricità e allungo non facilmente ottenibili da una vettura di questa mole dalla cilindrata non troppo elevata. Alla voce sicurezza vanno menzionati i classici sistemi di controllo della stabilità, l’ABS e l’Hill holder per il contenimento automatico della velocità in discesa.  

Prezzo: costi ridotti e dotazione ricca

22.782 euro rappresentano un prezzo di listino altamente conveniente, considerando che di serie c’è praticamente di tutto tranne la vernice metallizzata o perlata, come sulla vettura in prova colorata in un caratteristico ma poco moderno e fin troppo delicato “Opulent Purple” (450 euro), e la copertura a tendina scorrevole del capiente vano bagagli (278 euro). Per la versione 4×4 di pari equipaggiamento il prezzo sale ad 24.893 euro. Se si vuole rinunciare al full optional e risparmiare in equipaggiamenti e comfort c’e la possibilità di ordinare la vettura in configurazione W6, in questo caso i rispettivi prezzi sono 18.939 euro per la FWD e 21.928 euro per la AWD. In questo caso si risparmia a scapito di sicurezza e dotazioni lasciando indietro: sedili in pelle, Tyre-tronics, navigatore integrato con display touch screen, specchietti elettrici e Airbag laterali a tendina. Disponibile sul mercato Italia anche una versione autocarro a 5 posti sia 4×4 che 4×2.

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